Roberto Maggiani POESIE SCELTE da “La bellezza non si somma” (2014) con una nota di lettura di Giorgio Linguaglossa – “Rubrica: Gli Autori della Nuova Generazione”

roberto maggiani la bellezza non si somma copertina Roberto maggiani forme_e_informe (1)Roberto Maggiani è un autore della nuova generazione essendo nato nel 1968, l’anno che segnò lo sconvolgimento di una intera generazione e la ribellione giovanile. Il ’68 però, è noto, non ha prodotto risultati in poesia, la sua influenza si è piuttosto sedimentata a livello molecolare sociale e nello sperimentalismo nell’arte. Leggendo questo libro di Maggiani, sicuramente il suo lavoro più maturo, si ha la sensazione che quel ’68 sia diventato archeologia, e probabilmente questo è un bene. È una poesia ottica piuttosto che sonora, punta dritto sul denotatum, sul referente, è una poesia di fotogrammi narrativi a telecamera fissa ma non è il montaggio l’elemento determinante quanto la sequenza degli oggetti osservati dall’occhio; campeggia la visione nitida e neutra, di qui la sua narratività piana, tranquilla, la materia invece è sublime: «la bellezza» che «non si somma», le belle signore borghesi che si mettono il rossetto sulla spiaggia, lo «spazio confinato di una tazza nella sua ombra tonda», «il mattino… regno degli uccelli», con improvvise allusioni a «l’universo metastabile», alle «risonanze elettromagnetiche», alle «espansioni inflazionarie». Dicevo della materia sublime (la bellezza) trattata con un lessico sobrio, prosaicizzato, privo di svolazzi, preciso, nitido, che segue la misura della sintassi, il passo breve del respiro metrico con una attenzione costante alla precisione del referente anche mediante l’impiego di espressioni del linguaggio scientifico e di espressioni aforistiche che impegnano il lettore, lo obbligano a fermarsi, a riflettere sulle giunture del discorso, sugli snodi da un piano all’altro del linguaggio. (g.l.)

da “La bellezza non si somma” (Italic, 2013) pp. 66 € 12

roberto maggiani indicibile
Regni

I

Il mattino presto è il regno degli uccelli –
le sue evidenze sono
i volteggi rapidi delle rondini nel garrito
che s’espande e si contrae
e le prime arroganze nel gracchiare
dei corvi.

 

roberto maggiani

roberto maggiani

Fetish

I

Signore e signori si va in scena
interpreti principali sono i piedi
qui esposti
l’uno in fila in fondo ai lettini.
Correndo li si tocchi
oppure li si ammiri soltanto
e si desideri la loro forma
il giro dell’impronta
nel loro appiattirsi al suolo –
il tira e molla delle dita
le unghie
il bianco della pianta.

roberto maggiani

roberto maggiani

 

 

 

 

 

 

 

Dio

Ho imparato ad evocarti
dai colori e dalle forme delle cose.

Per riconoscere la tua presenza
mi bastano la soglia di una porta
sempre aperta su un patio
e una tenda
che nella brezza sappia danzare
lentamente.

Sei come un albero
che nella sua totale presenza
si assenta nell’abitudine
dello sguardo

Io invece sono come il mio gatto
che parla ai corvi lontani:
vedendoli piccoli
vorrebbe farne un boccone –
li prega di scendere
con versi inconsulti
non sapendo della loro grandezza.

Ti cerco instancabilmente
ed è solo per la nostalgia che ho di te
che scrivo poesie.

roberto_maggiani scienza aleatoria

 

 

 

 

 

 

 

 

La paura

È un qualunque mattino di serenità:
il sole alto sull’orizzonte marino
la nuvola bianchissima nell’azzurro subtropicale
la palma ondeggiante lungomare
il frastuono dell’onda sulle pietre.

Minuti sospesi
sul baratro dell’inesistenza –
ma noi di questo non ci preoccupiamo.
Nell’Universo dal vuoto metastabile
(potrebbe disintegrarsi da un momento all’altro)
qualcuno si spaventa per una sirena
un incendio improvviso nel bosco
un forte vento.

La paura
è solo un momento in cui vediamo
riflessa nel mondo
la precarietà
della rete che ci sostiene.

roberto maggiani Angeli_in_volo
Nello spazio confinato di una tazza
nella sua ombra tonda – è la tua identità
il tuo evidente successo sul mondo:
la bellezza non sommabile del cosmo

 

 

 

 

 

roberto_maggiani_cielo indivisoStupore di un morto davanti alla vita

Credevo che non avvenisse altro
dopo di me
finisse il mondo
si fermasse – almeno
si congelasse… invece..
invece si rinnova –
continua –
per me irreale.

3 commenti

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3 risposte a “Roberto Maggiani POESIE SCELTE da “La bellezza non si somma” (2014) con una nota di lettura di Giorgio Linguaglossa – “Rubrica: Gli Autori della Nuova Generazione”

  1. A mio avviso Maggiani è un poeta meno peggio di altri, la sua scrittura non è straordinaria sempre che essere anti lirico non sia un pregio ma un difetto, ma emoziona in certi signoli passaggi, per esempio questo

    Nello spazio confinato di una tazza
    nella sua ombra tonda – è la tua identità
    il tuo evidente successo sul mondo:
    la bellezza non sommabile del cosmo

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  2. Caro Giorgio, solo ora prendo visione di questa tua nota critica. Ti ringrazio molto per lo spazio che mi hai dedicato. Ad Almerighi che non mi pare di conoscere, ma posso sbagliarmi, dico che non sarà né “minacciato di morte” né “scomunicato” da Carrara… eh eh… mi fa piacevolmente ridere la simpatica introduzione al tuo blog. In ogni caso un parere è un parere, l’importante è che sia onesto… il fatto del “meno peggio” mi appende un po’ per il collo a un lampione, ma respiro ancora =) Se vorrai circostanziare meglio il tuo pensiero, anche in privato, come preferisci, mi farà piacere: roberto.maggiani@larecherche.it

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    • Riporto una strofe a pag. 40 dl libro di Maggiani:

      Nello stagno sotto i salici
      nell’acqua screziata d’azzurro e verde
      vive una carpa.
      Nelle fresche ore del mattino
      sfiora la superficie
      ma scompare nel torbido
      non appena qualcuno
      passeggia nel giardino.
      Beckett la conosce
      sa in quale parte si nasconde –
      lì si pone e scodinzola.

      Questa è una poesia allegorica, ci dice una cosa apparentemente di scarsa rilevanza per noi umani per alludere ad un’altra che invece ci riguarda da vicino. Ecco, questo è un procedimento che è stato utilizzato dalla poesia italiana del Novecento molto di rado; per esempio è stato utilizzato da Montale nella famosa poesia “l’anguilla”; una allegoria dunque che diventa esemplificazione di una condizione simbolica della nostra condizione umana. Ritengo che la poesia italiana debba ricominciare a parlarci mediante le allegorie, le parabole, e anche, mi sia concesso, i simboli, le simbologie, per troppo tempo la poesia italiana ha preferito percorrere le strade più facili e in pianura della narratività, della esposizione narrativa con degli a-capo, credendo ingenuamente e acriticamente che parlare di simboli e di simbologie fosse una procedura decadentistica. Ma non era affatto vero, e bisogna dirlo con la massima chiarezza: gli oggetti non emergono dal buio mediante la nominazione diretta, questa sì che è una corbelleria! Quello che c’è di molto positivo nel tuo libro si trova proprio quando tu utilizzi il procedimento allegorico, allora le «cose» risaltano, acquistano vividezza, vigore, significazione. Io penso che la via della migliore poesia contemporanea pasa e passerà per questa strada, ma è una strada difficile, in salita, ecco perché la grande maggioranza degli autori preferisce il parlato diretto, magari la pseudo confessione, con tutti i sotto generi che riguardano queste forme retoriche.

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