Per qualsiasi comunicazione potete scrivere a questi indirizzi e-mail:
Giorgio Linguaglossa glinguaglossa@gmail.com
Gezim Hajdari gezim_hajdari@yahoo.it
Gino Rago ragogino@libero.it
Letizia Leone letizialeone90@gmail.com
Giuseppe Talia giupan9@inwind.it
Lucio Mayoor Tosi luciotosi31@gmail.com
Anna Ventura annaventura36@hotmail.com (deceduta nel 2021)
Marie Laure Colasson mlcolasson72@gmail.com
Francesco Paolo Intini fpintini@hotmail.it
Vincenzo Petronelli vincenzo.petronelli70@gmail.com
Mimmo Pugliese mimmopugliese@gmail.com
Tiziana Antonilli tiziana_antonilli@libero.it
Caro Giorgio, mi faccio vivo in questo giorno doloroso per tutti noi che abbiamo adorato Eco: anch’io posso vantarmi di avere (pubblicato) una sua lunga lettera (su una tribù di Papuasi scoperta per caso).
Mi trovo ad Angkor Vat e mi hanno bloccato ogni contatto. Per il momento ho perduto la comunicazione e tutta Yahoo. Sensazione nefanda della precarietà tecnologica cui andremo incontro secondo qualcuno. Uso un indirizzo d’emergenza, se volete scrivermi, grazie: ltroisio@alice.it
il comednto del prof. Troisio è da prendere con le pinze: le sue preferenze personali sono per lo meno “dark & strange”
Adeodato Piazza Nicolai
I critici sensibili riescono ad immaginare anche fisicamente l’autore che stanno esaminando.Una volta, una mia lettrice mi descrisse come piccola, magra, scura di pelle e di capelli.Aveva sbagliato in pieno circa l’immagine reale, ma aveva intuito pienamente la mia fisionomia dello spirito.
Salve, io capisco ben poco, di tutte le informazioni che mi date. Quindi mi piacerebbe tantissimo farvi avere una mia Poesia …!
iNVII LE SUE POESIE ALLA MIA EMAIL GIORGIO Linguaglossa glinguaglossa@gmail.com
Chiara IV,17 years old. When I read the poem, it mades me feel alone, as I stayed in a cave and I tried to go out, I was stopped my memories, my echo.
Grazie Chiara per questo tuo commento
Ciao carissime – sono appasionato delle poesie giapponese Haiku
Ho creato questo film si ciò (versione Italiano)
Gentilissimi
Vi si possono inviare poesie e come?
Grazie.
Sonia Vatteroni Pampaloni
UN VERO POETA? di Laura Barone
L’ho capito da molto, dovrei fare citazioni,
indifferenziare emozioni.
De Saint Exupery è ormai un melenso inflazionato
ma l’essenziale resta sempre invisibile agli occhi.
Anch’io ieri ho finito di rileggere “Niente e così sia”.
La vita di Oriana era il mio sogno, ne ho visto l’incubo.
Mi servono nomi strani, di eruditi.
Dovrei farmi consigliare da Beckett
di “non sense” se ne intende, ma è morto.
Anche la metafisica è morta, Amen,
non andrò al suo funerale.
Sento il puzzo della boria,
ho bisogno d’aria fresca.
Senza TV, né certezze, preferisco coltivare dubbi.
Il pensiero è contaminato
da gabbie d’oro monoposto.
Ci hanno rinchiusi definitivamente
e il becchime fa pure schifo.
Per chi scrivere non lo so,
se non per me e per chi non s’allinea.
IL GABBIANO
Mamma, ti ricordi quando da
piccola ti dicevo che avrei voluto essere un
gabbiano, si uno di quei
gabbiani che noi vedevamo volare sopra il mare durante le nostre passeggiate
sulla spiaggia.
Ero affascinata dal loro
volteggiare e con il dito ti indicavo quelli che man mano si libravano dagli
scogli verso il mare aperto.
Tu sorridevi e mi accarezzavi
i capelli, io seguitavo, rassicurata dalla tua
carezza, a guardarli e ad
immaginarmi al loro posto chiudendo gli occhi e pensando ai mille riflessi
prodotti dal sole sull’acqua del mare che essi
ammiravano.
Pensavo è questo il senso
della vita, anche io da grande dovrò librarmi dallo scoglio della mia esistenza
verso il mare aperto della vita.
Quando sono diventata grande,
lo sai, l’ho fatto e sono andata a vivere da sola la mia vita, lasciando la
casa che mi aveva vista nascere spinta dal richiamo del mare della vita.
Poi, lo sai, mi ero illusa di
avere trovato l’amore ed in quel momento la
mia casa mi è sembrata la
nostra casa.
Questa è la gioia che avevo
provata, ma poi quello che avevo pensato fosse l’amore, si è sciolto come neve
al sole lasciandomi sola in quella casa che non era più la mia casa.
Il pensiero subito ha
rievocato nella mia mente il gabbiano ed ho pensato che anche esso nel suo volo
si allontana dal suo nido e che certe volte si spinge per l’anelito di libertà
oltre le sue forze raggiungendo un punto di non ritorno dal quale cerca invano
di ritornare al suo nido, ma
la lontananza ed il vento
spesso contrario lo abbattono stremato sulla
superfice del mare, dove
dibattendosi, per qualche istante, trova la sua
dolorosa morte.
Anche io, mamma, mi sono
spinta nel mare della vita per l’anelito di
libertà verso un punto di non
ritorno.
Invoco la tua mano che possa
tendersi verso di me per guidare il mio volo verso casa, quella vera dove vi
era una famiglia piena d’amore, ma tu non ci sei più e quella casa ormai è
vuota.
Le mie ali sono state tarpate
dal vento della vita e non sono più capace di volare, mi dibatto stanca e
malata ed i bagliori che appaiono sull’acqua
prodotti dal sole della vita
mi lasciano insensibile e mi rattristano profondamente.
Mamma, voglio dedicarti
l’ultimo mio alito di vita pensando alle tue dolci carezze sui miei capelli
biondi, quella sarà l’ultima immagine che porterò nel cuore, quando avrò dato
l’estremo battito delle mie ali ed esalato l’ultimo respiro.
Vittorio Banda
davvero dispiaciuto per Anna Ventura
Girovagando nel Webb nelle mie notti insonni, sono capitato per caso o per destino, in questo blog o sito che dir si voglia. Vorrei iscrivermi. Come posso fare?
Grazie e buona divulgazione.