FLAMINIA CRUCIANI AFORISMI SCELTI da Lapidarium (puntoacapo, 2015) Commento di Tomaso Kemeny con un Preambolo impolitico di Giorgio Linguaglossa

foto New York City

New York City

Flaminia Cruciani. Romana, si ė laureata in Archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente antico, presso Sapienza Università di Roma sotto la guida del Prof. Matthiae. Ha poi conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Archeologia Orientale nella stessa università per poi perfezionare i suoi studi con un Master di II livello in “Architettura per l’Archeologia – Archeologia per l’Architettura” per la valorizzazione del patrimonio culturale. Per lunghi anni ha partecipato alle annuali campagne di scavo in Siria, in qualità di membro della “Missione archeologica italiana a Ebla”. Ha poi conseguito una seconda laurea triennale in “Storia dell’arte” ed è attualmente iscritta per il conseguimento della magistrale. Presso la stessa università tiene annualmente corsi sul rapporto tra l’iconografia e il testo nella tradizione mesopotamica. Si è specializzata inoltre in Discipline Analogiche, attraverso lo studio dell’Ipnosi Dinamica, della Comunicazione Analogica non Verbale e della Filosofia Analogica, conseguendo il titolo di Analogista, una professione di aiuto per la lettura e la decodifica delle dinamiche emozionali profonde. Da diversi anni è operatore certificato di Psych-K. Ha inoltre inventato il “Noli me tangere®”, uno strumento fondato sul potere evocativo delle immagini in grado di favorire il processo di individuazione della persona. Nel 2008 ha pubblicato Sorso di Notte Potabile, ed. LietoColle. Suoi testi letterari sono presenti in numerose antologie, fra cui la recente 42 voci per la pace, ed. Nomos. È stata selezionata fra i giovani poeti italiani contemporanei per il Bombardeo de Poemas sobre Milán, opera del collettivo cileno Casagrande. Esponente del movimento mitomodernista, è tra i fondatori e gli ideatori del Grand Tour Poetico e della Freccia della Poesia.

Prefazione di Tomaso Kemeny

 In questo “Lapidarium” non si raccolgono pietre per lapidare prostitute, omosessuali, idolatri, apostati, pedofili, qui nessuno viene avvolto in un candido sudario, ma si avvolgono, invece, nelle palandre del ridicolo coloro che coprono di anatemi i paradossi, il pensiero libero.

 Flaminia Cruciani sa che “contro la stupidità non vi sono né armi né farmaci”, per cui lapida solo i cultori avvizziti del razionalismo riduttivo e gli allegri o perversi censori di quelle forme di diversità che potrebbero migliorare il nostro mondo governato dal latrocinio e dallo strozzinaggio globalizzato.

 Il “Lapidarium” è percorso in lungo e largo da forme verbali gnomiche, da asserzioni universalmente valide come “La violenza è il contrario della forza”.

Contagiato dal contesto cruciano, desidero anch’io lanciare le mie pietre contro tutti quegli assessori alla cultura d’Italia che sottovalutano il valore formante del discorso poetico, lasciando che l’Italia soffochi sotto la Tirannia del Brutto e del deforme.

12, dicembre, 2015

foto donna in stilePreambolo impolitico di Giorgio Linguaglossa

La prefazione, di Theodor Adorno, qui in stralcio, è il primo dei testi di vari autori riuniti nel volume «La brevità felice. Contributi alla teoria e alla storia dell’ aforisma», edito da Marsilio, a cura di Mario Andrea Rigoni con la collaborazione di Raoul Bruni (pp. 392, euro 36).

“Il pensiero frammentario, come quello propriamente aforistico, è sempre un «pensiero in frantumi», anche se il frammento romantico vive in armonia con il linguaggio, grazie al quale crede di poter evocare l’infinito nel finito, mentre nell’aforisma la critica coinvolge pure il linguaggio. Un pensiero che si spezza si vuole preservarlo, con mezzi linguistici, dalla non-verità, la quale è insita, per forza di cose, nella lingua stessa. «L’intenzione dell’ aforisma è di rendere trasparente il linguaggio alla visione della verità, si direbbe quasi: negarlo senza però distruggere la funzione intermediaria del suo dire». Il lavoro di Krüger sviluppa esemplarmente il concetto di aforisma in riferimento a Nietzsche. Poiché l’aforisma, per presentarsi ed esporsi, è necessariamente assegnato al linguaggio, e tuttavia non rispetta in modo assoluto le categorie logiche e i principi sedimentati nella grammatica, esso procede all’ uso «parodistico» della lingua e della logica. Proprio questo rappresenta per Krüger il modello del pensiero aforistico. L’aforisma usa il linguaggio e i principi della scienza non così come essi sono da intendersi di per sé: li rende impropri e li estrania. Dispiega il non-sapere, la qual cosa presuppone la riflessione estrema del sapere. Sicché esso assume regolarmente la forma dell’eccezione, di fronte alla quale la regola e la sistematica concettuale falliscono. L’eccezione funge da correlativo: l’aforisma «attinge qualcosa dall’orizzonte della coscienza», mette in discussione la visione levigata, eppure utile, dello stato di cose. Vuole risanare un po’ di quella deformazione che lo spirito dominante impone al pensiero. Mira alla negazione del pensiero conchiuso; non sfocia nel giudizio, bensì nella concreta figura in cui si rappresenta il movimento del concetto affrancatosi dal sistema. Il pensiero aforistico è stato sempre anticonformista. Per questo è caduto in discredito nelle scienze e nella filosofia ufficiale; disimpegnato, irresponsabile, roba da feuilleton: con tali etichette lo si diffama. E così come è raro che la persecuzione migliori il perseguitato, allo stesso modo il pensiero aforistico, svincolato dalla responsabilità dello spirito e privato dell’autorità di un eloquio stringente, ha assunto per molti versi proprio quei tratti apocrifi che gli vengono rimproverati. Laddove Krüger, nell’intento di operare un «salvataggio» filosofico, dipana il senso filosofico di questa forma, rinvigorisce non solo l’opposizione alle forme tradizionali della coscienza, ma anche incita il pensiero aforistico e gli appronta il metro rigoroso del suo procedere. Il lavoro filosofico dell’autore, che non è stato un filosofo di professione e che tuttavia, toccato dalla filosofia, fu sospinto da questa ben oltre la sua professione sino ad appropriarsi un intendimento filosofico forte di un meditare autonomo, richiede un pensiero aperto e scevro da vincoli: evoca il principio di ciò che congeda ogni principio; offre ben più di un mero contributo scientifico: un pezzo di libertà vissuta. E merita perciò di essere eternamente ricordato, come pure l’ uomo che non ha lasciato venir meno il calore e la forza che tale esperienza richiede. (traduzione di Nicola Curcio)

Flaminia Cruciani copertinaTHEODOR W. ADORNO: LIBERTÀ. La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta *  AMICIZIA. C’è un criterio quasi infallibile per stabilire se un uomo ti è amico: il modo in cui riporta giudizi ostili o scortesi sulla tua persona *  REGALI. La decadenza del dono si specchia nella penosa invenzione degli articoli da regalo, che presuppongono già che non si sappia che cosa regalare”.

Resta il fatto che l’aforisma nella società borghese viene ragguagliata ad un fenomeno da baraccone, ad un rutilare di circo equestre, ad una buffoneria, ad un pensiero monco, frammentato, che si è auto evirato se per eccesso di zelo o per eccesso di verità non importa un fico secco; insomma, ad un gioco, e quindi è stato a lungo disistimato dal pensiero perbenista e cloroformizzato della piccola borghesia (oggi mediatica). In realtà, l’aforisma è un esercizio di concentrazione del pensiero al più alto grado, il quale va veloce e dritto al bersaglio. Cerca il bersaglio per morire con esso. Cerca proditoriamente di dire qualcosa che sta al di là del linguaggio. 

moda maschera 1Scelta di  aforismi, piccoli componi menti e fulminee impressioni

La realtà è un’allucinazione condivisa.

*

La parentela è una detenzione genetica.

*

La vita ha un ritardo implicito a manifestarsi.

*

I moralisti non sanno che il giudicare è il
 pharmakon con cui curano la loro frustrazione.

*

Procedo dritta alla vigna nel mio versetto di fuoco.

*

L’amore e l’odio vivono dello stesso sguardo,
quando l’angelo custode si volge

*

precipita il demone.

*

Dietro a una santa ostentazione
 si nasconde sempre una donna del campo.

*

Contro la stupidità non ci sono né armi né farmaci.

*

Brucio sospesa fra terra e cielo, la mia radice è la cenere.

*

La ragione è il baluardo di chi
 viaggia a poppa della vita.

*

L’enfasi è l’apparato di note a margine
di un testo inesistente.

*

È più facile cullare un drago
che incontrare persone gentili.

*

La dicotomia è la causa dell’essere.

*

La gentilezza è la corona dell’uomo.

*

Ma Dio è ateo?

*

Detesto l’ignoranza nei modi più di ogni altra cosa.
È una frattura con il proprio nucleo mitico. La vita si definisce in gesti estetici.

*

La realtà è un irrequieto susseguirsi di avvenimenti intermittenti.

*

La mia dote è l’infermità che applaude un grillo in una botte vuota.

*

La violenza è il contrario della forza.

*

Sai, da allora con i piedi fatati dall’eternità io inciampo nella vita.

*

Dogmi e tabù sono forme
di stitichezza culturale.

*

A volte sposarsi rovina il matrimonio.

*

“Aγγελος
Ánghelos è giunto
le ali ritagliano il profilo di Dio
porta una notizia
annuncia che il vento ha girato.

*

Chiedere che cosa sia la poesia è come chiedere
se la tela di Penelope fosse filata al dritto o al rovescio.

*

Vi chiedo di essere testimoni di voi stessi, di salire sul filo del funambolo con me, di non aspettare di trovare una ragione dietro le stelle per tramontare.
Come fece Philippe Petit fra le due torri gemelle negli anni Settanta, mentre tutta New York stava andando la mattina al lavoro ad aumentare il PIL.
Senza chiedere il permesso a nessuno, innalziamoci al di sopra di ogni principio di autorità del brutto e delegittimiamo questo orizzonte di attesa della nostra società dei simulacri, portando con noi a camminare sull’abisso soltanto la bellezza.
Il mio invito è a rispondere, senza esitare mai, all’unico vero comandamento cui siamo chiamati, quello della felicità. Fight for Beauty!

*

L’ostentazione della bontà, della accettazione e della remissività è la più violenta forma di manipolazione.

*

Guarda le sue mani e capirai le sue intenzioni.

.

Tutte quelle volte

.

 in cui il drago uccide San Giorgio.

*

La verità è il primo gesto dell’uno contro l’altro.

*

Chi mette i bastoni fra le ruote non sa che non troverà più le sue.

*

A quale Oriente dovrò domandare una tregua? A quale asse di terra potrò domandare una tregua? Una tregua che limiti il senso del nulla. Io che ho braccia di polvere.

*

Cosa aspetti a ingrandire del litro l’ampiezza?

*

Chi ha poggiato l’universo sulla curvatura dello spazio-tempo? Chi ha ordinato l’alfabeto alle sue particelle elementari? Un oste bendato senza istruzioni per l’uso con le unità semantiche in mano.

*

Oggi quando si parla di valore è come se si invocasse un demone e fosse necessario chiamare un esorcista: è la nascita di un nuovo tabù.

*

I nemici possono chiamarsi tali solo se valorosi. Per quanto riguarda il resto, lo sterco non conviene neanche calpestarlo.

*

Aspettami, sarò inaspettata.

*

Non ci si può aspettare che
 un meschino provi vergogna. È come chiedere a un cane
di risolvere un’equazione.

*

La vita ricomincia da capo in ogni istante.

*

Dove saremo quando l’ombra scavalcherà la luce?

*

Il midollo sudato dai sogni le clavicole in ginocchio come farfalle all’altare.

*

Nello studio dove lavoro il mio capo è Dio.

*

L’universo è asimmetrico, il talento di Dio è l’imperfezione.

*

In ogni partito politico vedo persone di destra e di sinistra.

*

La voce è il numero civico dell’anima.

*

Eroi della paura,
 contrabbandieri della felicità varcate in vita la soglia della decomposizione.

*

Sia lodata la filigrana del cuore anarchico.
Flaminia Cruciani

Flaminia Cruciani

33 commenti

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33 risposte a “FLAMINIA CRUCIANI AFORISMI SCELTI da Lapidarium (puntoacapo, 2015) Commento di Tomaso Kemeny con un Preambolo impolitico di Giorgio Linguaglossa

  1. Accidenti che lama questa mente! Tagliente come una lama di Toledo, altrettanto elegante e bella. Lo dice il suo stesso percorso di studi (ho sempre ammirato incondizionatamente chi si immerge nella decifrazione di scritture antiche). Ed anche una lezione splendida a chi neghi alla mente femminile il dono della sintesi. Già ho individuato qualche aforisma che fa proprio al caso mio.
    Grazie a Flaminia – portatrice di fiamma che brucia fra la terra e il cielo.

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  2. Aforismi ne scrivo anch’io, ma solo per effetto della cannabis.
    Complimenti.

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  3. Geografie: La Calabria è un posto talmente dimenticato da Dio e dagli uomini che anche radio Maria si prende male. (Almerighi 23/11/13)

    Extraterrestri: In America c’è l’Area 51, in Italia ci sono gli Alfaniani, esseri alieni provenienti da altri Bondi. (Almerighi 28/11/13)

    “Quando voi stavate sugli alberi, noi eravamo già froci”
    (Anonimo: Cit. da uno striscione in risposta alla Lega Nord, fatto da tifosi romani recatisi a Milano per assistere
    ad una partita di calcio)

    In quelli della Cruciani, almeno in quelli non so negli altri, manca una componente fondamentale, il sarcasmo.

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  4. Con tutto il mio rispetto per l’amico Tomaso Kemeny che ha prefato “Lapidarium” e altrettanto per Giorgio Linguaglossa che ci illumina con i suoi dotti saggi introduttivi, dove sono gli aforismi? Dove sono le pietre? Questi sono sassolini che accarezzano, non vere pietre per “avvolgere nelle palandre del ridicolo coloro che coprono di anatemi i paradossi, il pensiero libero!”.
    Non c’è il ridicolo qui, nemmeno in questo aforisma che non mi sembra nemmeno un paradosso ma piuttosto una freddura: “Ma Dio è ateo?”.
    Negli aforismi vorrei trovare espressioni lapidarie (nel senso di “brevi” come le iscrizioni su pietra) che pungono e tagliano con l’ironia e il sarcasmo i vizi, i “tic”, le manie, le storture degli uomini.
    Quanto rimpiango Marziale, per rimanere nel mondo classico di cui l’autrice e io siamo evidentemente innamorate!

    Giorgina Busca Gernetti

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    • Salvatore Martino

      Concordo con l’amica Gernetti, più che aforismi mi appaiono affermazioni,assertive, talvolta e raramente interessanti, ma mai un graffio di sangue, una folgorazione, un vero arcasmo sulle vicende dei piccoli mortali, e soprattutto quasi sempre un linguaggio banale, tipo: “In ogni partito vedo gente di destra e di sinistra”, forse soltanto Alfano potrebbe sorridere. Certo cresciuti alla scuola di Marziale, di Nietzche, di Oscar Wilde qualsiasi di forma aforisma ci appare un confettino di glassa glucosata.
      “Contro la stupidità non ci sono nè armi né farmaci” …se almeno avesse invertito : né farmaci né armi! avrebbe chiuso meglio la cadenza del verso.
      A proposito di stupidità ricordo come in quello straordinario testo teatrale di Albert Camus :Caligola, il protagonista rivolto a Cesonia sua sorella e amante le dica testualmente: “La stupidità è sanguinaria Cesonia, quando si stima offesa”, ma siamo in un altro pianeta.
      Invidio Kemeny che incontra asserzioni universalmente valide, ma non si avvede che non macchiano la strada di frustate e di aceto come farebbero dei semplici aforismi. Salvatore Martino

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  5. “In realtà, l’aforisma è un esercizio di concentrazione del pensiero al più alto grado, il quale va veloce e dritto al bersaglio. Cerca il bersaglio per morire con esso. Cerca proditoriamente di dire qualcosa che sta al di là del linguaggio”
    Queste parole di Linguaglossa suonano a difesa della forma breve, che qui sconfina nell’aforisma, ma forse è altra cosa.

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  6. L’aforisma non deve necessariamente ferire ma per sua natura significa “definizione”, cioè esprimere in modo sintetico un concetto morale, un pensiero pregno di saggezza e, anche, una frecciata pungente contro i vizi (cfr. molti epigrammi di Marziale),
    Il titolo “Lapidarium”, invece, pare che miri solo all’ultimo scopo da me indicato.

    GBG

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  7. antonio sagredo

    già i poeti greco-latini…. ha ragione Giorgina in primis!
    Gentile Francesca, scambiate lame spuntateper lame taglienti !

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    • Caro Antonio,
      ti ringrazio per tutti i “ha ragione” che mi doni come “like”. Inoltre devo ancora ringraziarti per i saluti che mi inviasti a Firenze, tramite un amico, per la presentazione di “Echi e sussurri”.
      Che è successo? Siamo diventati amici?
      Un caro saluto e mille auguri di Buone Feste.

      Giorgina

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  8. cari interlocutori,
    a me sembra un esercizio fin troppo facile contrapporre gli epigrammi di Marziale a quelli di Flaminia Cruciani! – non è un caso che sono trascorsi duemila anni da Marziale, gli uomini sono cambiati, e anche l’aforisma è cambiato. Voglio dire che è vero quanto riscontrato da alcuni che secondo loro gli aforismi di Flaminia Cruciani peccano di assertoricità, siano cioè delle asserzioni, spesso delle ovvietà. È vero, gli aforismi della Cruciani vogliono colpire il lettore inducendolo a “vedere” l’ovvietà che si nasconde in certi usi linguistici, e già nell’ovvio è implicita una condanna morale. Insomma, io vedo che lo sforzo della Cruciani è indirizzato nello scoprire e far vedere che la peggiore delittuosità è contenuta nell’ovvio, l’ovvietà e l’uso non critico del linguaggio grande male della nostra epoca telemediatica. Se leggiamo gli aforismi in questa luce, scopriremo la grande efficacia dell’aforisma della Cruciani: una asserzione che colpisce il bersaglio e muore con esso:

    Dove saremo quando l’ombra scavalcherà la luce?
    *
    L’universo è asimmetrico, il talento di Dio è l’imperfezione.

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    • “Aγγελος
      Ánghelos è giunto
      le ali ritagliano il profilo di Dio
      porta una notizia
      annuncia che il vento ha girato.”
      .
      Questa breve composizione, più che un aforisma, mi sembra una pregevole poesia sul Natale, se si interpreta in senso metaforico l’ultimo verso e il girarsi del vento.
      Ma ciascuno legge secondo la propria mentalità

      GBG

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    • Giuseppina Di Leo

      A conferma di quanto Giorgio dice contro il pericolo sempre incombente dell’ovvietà, il seguente aforisma di Flaminia Cruciani, “La parentela è una detenzione genetica.”, mi ha in qualche modo permesso di ritrovare il libro “Care memorie”, nel quale Marguerite Yourcenar narra la trama di intrecci della sua famiglia arrivando a farne un romanzo. Uno scambio fecondo dunque. A conferma che la letteratura (poesia inclusa) resta un gioco di rimandi.
      GDL

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  9. Mi piace particolarmente questo aforisma:”L’universo è asimmetrico; il talento di Dio è l’imperfezione”. L’imperatore Marco Aurelio scrisse una pagina mirabile sull’imperfezione,lodando, tra l’altro, la crosta del pane un po’ bruciata; perchè già da allora si parlava tanto di cibo.

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  10. Tanto per restare nella poesia aforismatica: Il primo pensiero è di Luciano Troisio. Il resto è mio. Che ne dite? Aspetto le Vostre composizioni aforistiche.

    «dalle silenziose rive del fiumicello Pai»
    ti saluto, viaggiatore con il fazzoletto rosso…
    non so cosa sai né dove vai

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    • Poesia aforismatica, che dice e non dice. Un saluto.
      E Troisio: …ognuno se n’è divergendo ripartito
      al last minute per il suo giogo
      ha richiuso lo zaino della non condivisione
      poi ché nulla succede (a patto che nulla venga descritto)

      ma mi sa che mi sono incasinato

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  11. Ponte sul Po
    1
    Lo sguardo si perde
    sull’acqua grigia,
    vorticosa:
    gorghi immensi,
    rodono i piloni
    e la mia anima.
    .
    2
    Fascino morboso
    dell’acqua grigia:
    perdersi nel nulla,
    fissando ammaliati
    lo scorrere incessante
    sotto il ponte.
    .
    3
    Destarsi all’improvviso
    se una mano
    amica
    richiama alla vita
    reale.
    ***
    Non sono aforismi, bensì le tre strofe di una poesia di tanto anni fa.

    Giorgina

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  12. Non sei tu
    Tu non sei
    *
    I pensieri tornano sempre
    al luogo dove sono nati
    *
    Clinicamente parlando
    le poesie sono conversazioni
    *
    Le onde che avanzano rallentando
    finiscono immancabilmente nel cuore
    di una rana.
    *
    Cade lentamente dal cielo
    una banconota

    Buone feste!

    ah, dimenticavo:
    *
    Non è difficile voler bene
    al proprio accendino

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  13. belle queste tue poesie brevi, Giorgina. E grazie per la stroncatura della mia povera poesiuola.

    ecco una poesia aforismatica ironica che improvviso qui:

    Sotto il ponte sul Po
    ci ho fatto la popò.
    Ohibò, disse Palazzeschi
    a Marinetti,
    qui non ci passa il rio Bo
    ma sfilano i Prefetti
    in doppiopetti grigi
    e redingote.

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  14. antonio sagredo

    non giocate agli adulti, la POESIA è una cosa per i bambini!

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  15. Scusate, ma di quale ridicolo, di quale sarcasmo parlate? Lo scopo di un aforisma non è la satira o la fustigazione dei costumi.
    Secondo la definizione: “Aforisma: Massima che esprime in forma sintetica un pensiero morale o un sapere pratico”. (In origine era anche la forma in cui venivano espresse le ricette della Scuola Salernitana).
    Quelle della Cruciani sono massime a tutti gli effetti e forse, se voleste avere la pazienza di soffermarvi un poco di più su ognuna di esse, trovereste che sono anche molto affilate e per niente scontate.
    Anzi, sull’ultimo aforisma si farebbe bene a meditare un po’: “Sia lodata la filigrana del cuore anarchico”. Contro tutti i conformismi e le piaggerie è una bella pietra in faccia.

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    • Gentile Francesca,
      avevo già scritto io in uno dei primi miei commenti il significato di aforisma:
      “L’aforisma non deve necessariamente ferire ma per sua natura significa “definizione”, cioè esprimere in modo sintetico un concetto morale, un pensiero pregno di saggezza e, anche, una frecciata pungente contro i vizi (cfr. molti epigrammi di Marziale),
      Il titolo “Lapidarium”, invece, pare che miri solo all’ultimo scopo da me indicato.

      GBG

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  16. Giuseppe Panetta

    – Duchamp ha inventato il Da – da – um – pa e le Kessler l’hanno portato al successo.

    – Oggi sono gli stilisti i soli a redigere due manifesti convincenti all’anno,

    – Si può cambiare il proprio karma con un bonifico.

    – Dal buco dell’ozono le anime fuggono verso altri paradisi fiscali.

    GP

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  17. Ricevo da Luciano Troisio questa simpatica poesia in forma di aforisma:

    sulle silenziose rive del fiumicello Pai
    risciacquo il fazzoletto rosso
    stinto (ormai).

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  18. *Alle volte si crea un incendio, laddove basta mantenere un fuoco ben acceso, che illumini se buio, riscaldi se freddo* A.G.M
    Lapidarium di Cruciani è l’espressione in “frammenti”, avendo ben chiara la complessità del “tutto”, della visione che discende da conoscenza non sommaria, anzi pregevolmente raffinata, di come il mondo si presenta nelle stratificazioni psichiche, nelle zone d’ombra e nella fugacità delle impressioni che colpiscono la percezione. Riguardo agli aforismi in questione, al loro coincidere o distanziarsi dal concetto di aforisma, io non mi porrei sulla linea di qualche nostalgia classica, prenderei invece in considerazione la loro significanza in relazione al contesto culturale, alla vis poetica, al pensiero immaginale – forte e acuto – da cui discende la scrittura dell’autrice.
    E suggerisco di rivedere, aggiornando, la storia evolutiva dell’aforisma: si darà a Marziale ciò che è di Marziale, vale a dire gli Epigrammi (cosa altra dagli aforismi) e agli aforismi ciò che a loro è pertinente: ossia – più simili alle locuzioni latine – quanto Giovanni Papini scrive in Dizionario dell’Omo Selvatico: “Aforisma: una verità detta in poche parole – epperò detta in modo da stupire più di una menzogna.”
    E a me pare che Flaminia Cruciani abbia scritto “in modo da stupire più di una menzogna”, per il fatto che sotteso vi è un pensiero filosofico e morale.
    Concludo con la spietata acutezza di Karl Kraus:
    “L’aforisma non coincide mai con la verità; o è una mezza verità o una verità e mezza» e «Un aforisma non ha bisogno di esser vero, ma deve scavalcare la verità. Con un passo solo deve saltarla”
    da Detti e Contraddetti

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