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Forse è ora di rinunciare alla garanzia del posto fisso, alla sicurezza del linguaggio poetico comunicazionale, stereotipato, facilmente condivisibile di oggidì, Una poesia di Francesco Paolo Intini, “Comprate versi che fanno crescere il Pil”

Francesco Paolo Intini volto

Della poesia di Francesco Intini si può dire che è una forma-poesia dove all’interno ci corre una vastissima gamma di esperienze, il che può essere una differenza piccolissima o una differenza grandissima, al pari del gatto di Schrödinger che prevede entrambe le soluzioni del gatto vivo e del gatto morto, dipende solo dalla osservazione con cui consideriamo questo genere di poesia. La poesia come interfaccia?, sì, forse, ma di che cosa?, di materia oscura?, di energia oscura?, di interfaccia di interfaccia?, di una realtà-specchio?, di una realtà che sta a mezzo di due o tre o infiniti specchi?, di parole-particelle?, di parole-onda?… ma a questo punto è ancora lecito parlare di una forma-poesia?, è ancora lecito parlare di una ermeneutica della poesia?, non è più consono parlare di infinite variabili forme-poesia?, di infinite possibilità?, e di una ermeneutica liberalizzata, sciolta da ogni legame con il testo?Forse Intini, che è uno scienziato chimico, può intendere quello che vorrei dire (senza riuscirvi) perdonatemi… da Tranströmer alla poesia kitchen si può misurare il percorso che porta da una poesia in formato atomico forte tipico del diamante ad una poesia con una formula atomica debole, o anisotropica, da effetto doppler, secondo cui le parole e le frasi interagiscono tra di esse modificando la rappresentazione agli occhi di un osservatore fisso nella quale le sbavature, le imprecisioni, gli entanglement, anche numerosi, fanno parte del percorso dell’eloquio della scrittura e dell’osservazione della scrittura… in modo analogo a quanto faceva Stockausen in “Quattro archi con un elicottero”, dove c’è un elicottero che con il suo rumore ‘disturba’ il suono degli archi. La poesia di Tomas Tranströmer ha cambiato il mondo della poesia (si leggano La lugubre gondola (1996) mentre le 17 poesie sono del 1954). Ma in Italia il suo magistero è passato inosservato. Sin qui il ritardo. Nel 1995 sul trimestrale di letteratura “Poiesis” pubblicavo Il “Manifesto della Nuova Poesia Metafisica”. Come si vede c’è una corrispondenza temporale, la distanza tra La lugubre gondola e il “Manifesto” è di appena un anno. Nel 1994 muore Franco Fortini e nel 1997 muore Zbigniew Herbert, gli ultimi due poeti (così diversi tra loro) del modernismo europeo. Il “Manifesto” quindi arrivava già in ritardo, quando in Europa quel periodo storico-stilistico chiudeva i battenti. Ci ho riflettuto molto su questo punto, con il senno di poi ho capito che il ritardo era dovuto al ritardo storico della situazione della poesia italiana di allora, ancora impantanata tra le tarde proposte del Gruppo 93, le riprese neoorfiche e il dilagante minimalismo con annessa poesia corporale, poesia auto riflessiva poesia toponomastica e poesia neoverista. Gli anni novanta sono stati anni di transizione che hanno visto due poetesse di assoluto rilievo: Maria Rosaria Madonna e Anna Ventura, entrambe decedute, la prima nel 2002, la seconda nel 2017, anno che vede la morte di un altro importante poeta di opposizione, Mario Lunetta. Dal 1997, la fine del modernismo ad oggi, ci separano 26 anni, durante i quali la poesia italiana è rimasta impantanata (spiace dirlo) in una sorta di poesia corporale, poesia egolatrica incentrate su un “io” sempre più asfittico. Un interregno con il nuovo che bussava alle porte in modo sempre più insistente. Questo è quanto mi sento di dire in così breve spazio. Come uscire fuori da questo interregno?, beh, per averne una idea leggiamo queste due poesie. Forse è ora di rinunciare alla garanzia del posto fisso, alla sicurezza del linguaggio poetico comunicazionale, stereotipato, facilmente condivisibile che va di moda oggidì.

(Giorgio Linguaglossa)

Francesco Paolo Intini Copertina

Francesco Paolo Intini

COMPRATE VERSI CHE FANNO CRESCERE IL PIL

I
L’opera si scrive da sola
e dunque se sale il PIL sa dove andare.

Fiumi di champagne seccano Marte e il tartufo sbuffa sopra IO.
La biglietteria del Sole promette una protuberanza con servizi e comfort

Manca la pubblicità e l’opinionista galleggia su poche idee del primo tempo.
La materia scura dal canto suo fa largo alle cartelle di corrente offrendo pasti caldi alla Caritas.

Cercasi personale per il primo verso. Questo invece è teatro granulato.
Protagonisti:
Francesca da Rimini: una mezza matta che sventola bambole in abito da sposa.
Un matto per davvero che si crede fuco e una serie di attenuanti forse volatili.

Spiffera dalle cartucce ma gli F-14 non sono da meno nel credersi santità.
Una scarica di rabbia nasconde una strage di pianeti e su Orione si sta sul chi vive
Perché una barca di relitti scappa da una supernova.

Mantenere le cinture allacciate all’ora di punta fa male alle ossa,
ma un giro nella gravità estrema rimette in moto i neuroni dopo morte.

II

Adottate una gazza per l’inverno:
Un tocco ai petali che si chiudono ed uno alle bare che si aprono .
L’inverno è duro da digerire ma tra schede nulle compare la gazza.

Oh l’infinita saggezza che non lascia il suo albero!
-Sapete? Se di qui passa il Sole lo uccido.

L’amore ha l’impellenza della corrente da pagare
Anche se la simmetria non c’è ed è inutile cercarla nel DNA.

Tutto questo accadde prima che Tesla nascesse
Con un cenno alla lotta di classe e alla scarsa conoscenza dell’analisi di Marx.

III

Un tempo le rivoluzioni forzavano le serrande degli occhi.
Bello e intrigante il ritiro delle maestranze nei gusci.

Crotali e avvoltoi, a noi!
A ciascuno il suo sanpietrino.

Il teatro fai da te si compra nei supermercati:
Trovi Pinochet tra le creme ossigenanti
E il ministro dei violini ti convince che migliore non c’è.

Francesco Paolo Intini (1954) vive a Bari. Coltiva sin da giovane l’interesse per la letteratura accanto alla sua attività scientifica di ricerca e di docenza universitaria nelle discipline chimiche. Negli anni recenti molte sue poesie sono apparse in rete su siti del settore con pseudonimi o con nome proprio in piccole sillogi quali ad esempio Inediti (Words Social Forum, 2016) e Natomale (LetteralmenteBook, 2017). Ha pubblicato due monografie su Silvia Plath (Sylvia e le Api. Words Social Forum 2016 e “Sylvia. Quei giorni di febbraio 1963. Piccolo viaggio nelle sue ultime dieci poesie”. Calliope free forum zone 2016) – ed una analisi testuale di “Storia di un impiegato” di Fabrizio De Andrè (Words Social Forum, 2017). Nel 2020 esce per Progetto Cultura Faust chiama Mefistofele per una metastasi. Una raccolta dei suoi scritti:  NATOMALEDUE” è in preparazione. È uno degli autori presenti nelle Antologie Poetry kitchen 2022, Poetry kitchen 2023, e nella Agenda 2023 Poesie kitchen edite e inedite e nel volume saggistico di Giorgio Linguaglossa, L’Elefante sta bene in salotto, Ed. Progetto Cultura, Roma, 2022.

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