Manifesto degli intellettuali contro la politica razzista del leader della Nuova Destra della Lega, Matteo Salvini

Salvini migranti 2

Sono numeri dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati

(Unhcr), cui nessuno contesta l’affidabilità: tra il 2015, all’apice della tragedia siriana, e il 2017  il numero di migranti sbarcati sulle coste europee è passato da più di 1 milione a 172mila, per una popolazione europea che supera i 500 milioni.

Quest’anno siamo arrivati appena a 44mila migranti

In altre parole, la fase acuta della crisi migratoria è alle nostre spalle. Quella che viviamo è soltanto una crisi politica in cui la paura di un’invasione di persone dal sud-est sconvolge gli scacchieri delle politiche nazionali.

Per quanto ingiustificata, questa paura diffusa favorisce le estreme destre, ovunque in ascesa fatta eccezione per la Spagna, dove i ricordi del franchismo sono ancora troppo vivi. In Austria la paura è il collante della coalizione tra destra ed estrema destra. La paura sostiene i nazionalisti xenofobi che dominano in Europa centrale. La paura ha permesso la rinascita dell’estrema destra in Germania e messo in difficoltà la destra tradizionale, al punto tale che Angela Merkel è ormai contestata dall’ala bavarese della democrazia cristiana.

Salvini Il governo che intendo guidare non farà sbarcare neanche un clandestino o richiedente asilo in Italia Dal primo all'ultimo, tornano da dove sono partiti

Il fantasma agitato da politici cinici e sovranisti

La paura dell’invasione di migranti, infine, è diventata un jolly nelle mani dell’estrema destra italiana, la Lega, il cui leader Matteo Salvini è oggi ministro dell’interno, ruolo che gli ha permesso di chiudere i porti italiani alle navi cariche di migranti salvati nel Mediterraneo per mostrare i muscoli e accrescere la propria popolarità.

Il piano sta funzionando. A questo punto Salvini potrebbe innescare il fallimento della coalizione con il Movimento 5 stelle, nuove elezioni e la formazione di un nuovo governo con quello che resta della destra berlusconiana. Potrebbe funzionare anche questo. Terza economia dell’Unione e paese firmatario del Trattato di Roma, l’Italia potrebbe presto diventare il capofila dell’estrema destra europea e paralizzare l’Unione, se non addirittura guidare un movimento xenofobo europeo.

Salvini migranti_libiaIn questo quadrante politico, da mesi due uomini minacciano l’Unità Europea

Vladimir Putin ha strumentalizzato l’estrema destra in Europa per imporsi come forza dominante nel continente europeo e Donald Trump il quale ha dichiarato una guerra doganale all’Unione tassando le importazioni negli Stati Uniti e minacciando di chiudere l’ombrello politico e militare americano. Da est a ovest, due nemici imprevedibili operano, da opposti punti di vista, contro l’Unione, ma per l’Europa unita il pericolo principale viene dall’interno.

Ciò che oggi potrebbe davvero spaccare l’Unione è questa paura diffusa ad arte dell’immigrazione e la capacità di strumentalizzarla politicamente da parte  dei partiti di estrema destra. Davanti a Trump e Putin serve una potenza europea, ma la nascita di questa potenza appare compromessa dalla minaccia migratoria agitata come un fantasma da politici cinici e sovranisti.

La minaccia della dissoluzione dell’Unità Europea è concreta e attuale, come intellettuali e cittadini dell’Europa unita dobbiamo levare un grido di allarme, consapevoli del ruolo di pace e di benessere per tutto il mondo che l’Europa è chiamata a svolgere.

F.to

La redazione dell’Ombra delle Parole

43 commenti

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43 risposte a “Manifesto degli intellettuali contro la politica razzista del leader della Nuova Destra della Lega, Matteo Salvini

  1. Ecco la strategia europea di una Azienda italiana quotata in borsa, la SNAM, nello scacchiere dell’economia mondiale. Esempio tipico dell’importanza dello scacchiere europeo e di una politica finanziaria che abbia una cognizione strategica nell’ambito dell’economia mondiale.

    Sergio Linguaglossa
    ven 13 lug, 06:37 (1 giorno fa)

    LA STRATEGIA GEO-ECONOMICO-ENERGETICA DI UNA AZIENDA ITALIANA

    Per l’ad, passi come quello in Grecia o come la partecipazione al progetto TAP accelereranno la rotta verso l’Unione e blinderanno la sicurezza energetica Ue, riducendo il costo dell’energia con un contributo determinante alla decarbonizzazione. Parlando della gara in Grecia, il manager – in una intervista oggi al quotidiano Il Messaggero – ha spiegato che quello “è il mercato di accesso per l’Europa verso il Mediterraneo dell’Est, al Caspio, al Medio Oriente e al nord Africa. Guidiamo un consorzio composto dagli operatori che sono anche gli azionisti di Tap”. E così- aggiunge Alverà – oltre a rafforzare la leadership della società in Europa, diamo un contributo cruciale all’Energy Union. Non è poco in un momento in cui l’Europa sta riscoprendo l’importanza della sicurezza degli approvvigionamenti e la necessità di gas a prezzi competitivi”.

    I PROSSIMI PASSI DI SNAM

    Snam partirà da un accordo appena siglato in Egitto per la vendita di know how e servizi, per candidarsi ad avere lo stesso ruolo anche in altri Paesi come Cina e Messico. Alla domanda perché la gara in Grecia era così importante l’ad Alverà risponde nell’intervista al Messaggero: “La Grecia è il mercato di accesso per l’Europa verso il Mediterraneo dell’Est, al Caspio, al Medio Oriente e al nord Africa. Guidiamo un consorzio composto dagli operatori che sono anche gli azionisti di Tap. E cosa, oltre a rafforzare la leadership della società in Europa, diamo un contributo cruciale all’Energy Union. Non è poco in un momento in cui l’Europa sta riscoprendo l’importanza della sicurezza degli approvvigionamenti e la necessità di gasa prezzi competitivi”. Sull’accordo appena siglato in Egitto da Snam l’ad spiega: “Si tratta di un memorandum of understanding con la Egyptian Natural Gas Holding Company (EGAS) firmato a margine del vertice tra Egitto e Unione europea ospitato oggi al Cairo. E’ un primo passo per valutare opportunità di cooperazione nel settore delle infrastrutture del gas in Egitto”.

    http://www.startmag.it/energia/passi-snam-alvera/

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  2. gino rago

    La mia adesione, senza riserve né tentennamenti, allo scritto-appello di Giorgio Linguaglossa e della Redazione de L’Ombra delle Parole, attraverso
    ‘Prima di tutto vennero a prendere…” di Martin Niemöller / Bertold Brecht

    [Il pastore protestante tedesco Martin Niemöller, (1892-1984) fu convinto avversario di Hitler, sopravvissuto a Dachau dopo sette anni di campo di concentramento, così ammoniva i fedeli:

    “Quando i nazisti presero i comunisti,/ io non dissi nulla/ perché non ero comunista./ Quando rinchiusero i socialdemocratici/ io non dissi nulla/ perché non ero socialdemocratico./ Quando presero i sindacalisti,/ io non dissi nulla/ perché non ero sindacalista./ Poi presero gli ebrei,/ e io non dissi nulla/ perché non ero ebreo./ Poi vennero a prendere me./ E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa”].

    In tanti, poi, anche cantautori contemporanei, hanno modificato il testo con varie versioni, ma in tutte messaggio e bersaglio erano e sono chiari …
    Quella di Bertold Brecht forse è la più nota:

    “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
    e fui contento, perché rubacchiavano.
    Poi vennero a prendere gli ebrei
    e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
    Poi vennero a prendere gli omosessuali,
    e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
    Poi vennero a prendere i comunisti,
    e io non dissi niente, perché non ero comunista.
    Un giorno vennero a prendere me,
    e non c’era rimasto nessuno a protestare.”

    Gino Rago

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  3. Lidia Are caverni

    Condivido quanto ha scritto Giorgio Linguaglossa e Gino Rago.
    La decisione di Mattarella mi ha tolto il peso di essere Italiana, mi auguro che il suo intervento non sia ultimo e sia decisivo su bugie e decisioni di morte.
    Lidia Are Caverni

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  4. Sottoscrivo con convinzione: questo governo tenti il suo programma di cambiamento, ma Matteo Salvini la smetta di fomentare l’odio, la paura, l’ignoranza:

    Al Circolo di Spade
    si beve acqua dalla Santiera.
    il corpo dei Postini sguaina le mani.
    Sull’attenti stringendo le chiappe. Che a sinistra
    o di lato, nessuno osi infastidire.

    «Qui le gatte imprecano giorno e notte»
    «e NOI stenderemo al sole le topaie!»
    «Sono Becco di Elefante. E me ne sbatto»

    Schiere di parole serve, le più povere
    mostrate nude davanti al microfono. Sicché la gente
    applaude; prega, si gratta i coglioni, starnutisce, approva,
    piscia e scoreggia: ‘perché questa è casa mia!’.

    Il canto del cinghiale, la ruota della polveriera.
    La tenda con su stampate le mondine al lavoro.
    «Del resto nemmeno Putin si ricorda più dello Zar»

    Poi, è ovvio, arriva un nero temporale.

    Vanno a ritirare le camice stese ad asciugare.
    Attivano le videocamere. Il fucile in camera da letto.
    Un odio forsennato verso l’amante delle mogli.

    Tre coltellate all’italiana. Figurarsi un negro…
    Sì sì, un odio come non s’è mai visto.

    Metti le mani a coppa, agita,
    buttale in avanti. Tutti guarderanno l’aria.
    Il vuoto impressionante.

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    • Il 16% del 70% degli elettori non può rappresentare l’Italia intera.

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    • Non posso che essere d’accordo… No razzismo

      Sono nata in una famiglia di rumeni che avevano compari i cittadini di etnia rom. Andavo a scuola con i rom; con i ricchi, con i poveri. Ho saputo dai miei nonni che i rom all’epoca si chiamavano “tzigani” quelli che in linguaggio moderno sarebbero i gitani o i nomadi. Loro erano strutturati in famiglie di artigiani, a seconda dei mestieri che sapevano fare. Ho sempre avuto un buon rapporto di convivenza con loro nel rispetto delle tradizioni e dell’amicizia.
      Poi sono cresciuta, andavo al liceo e là ho incontrato ebrei, rom, tedeschi, ungheresi, ucraini, russi. Ho sempre avuto un rapporto di cordialità, rispetto e amicizia.
      Diventando adulto ho cominciato a viaggiare e ho incontrato altri popoli: romeni, turchi, arabi, serbi, albanesi, greci, francesi, italiani, tedeschi, inglesi, olandesi, belgi, rom, e altri cittadini dell’Europa e della comunità europea, russi, ucraini, cinesi, giapponesi, indiani, afgani, e altri cittadini dell’Asia, cittadini dell’America del Nord, cittadini dell’America del Sud, cittadini dell’Africa, cittadini dell’Australia e Nuova Zelanda. Ovviamente sempre sono andata d’accordo nel rispetto della religione, tradizioni, cultura, sesso, colore della pelle, politica (sono apolitica), classe sociale, età, studi, ecc. Non ho mai avuto reticenze ad ascoltare, imparare, approfondire, studiare, per avvicinare le persone che incontravo per conoscere e accettare. Si soprattutto accettare perché siamo tutti diversi.
      Un mondo dove la diversità non esiste è noioso. La diversità ci fa diventare curiosi, però, è anche un arricchimento della cultura, della spiritualità e della crescita del benessere di ognuno di noi. L’accettazione è fondamentale per mantenere la pace, per diffondere l’amore necessario ad una buona convivenza.
      So che probabilmente mi ripeto, però sento la necessità di dire la mia opinione.
      Anche la politica dovrebbe avere il suo contributo, ad iniziare con le scuole, soprattutto nei paesi con un alto percentuale di bambini stranieri. Limitare ingresso in una scuola ad una piccola percentuale di bambini stranieri significa buttare il futuro del proprio paese in ignoranza. Immaginiamo un attimo come sarebbe che tu, politico, bambino, volessi studiare in una scuola di un paese diverso da questo dove sei nato e dove sei cittadino accettato per diritto di nascita. Far aumentare l’odio nel confronto dello straniero, del diverso, è una politica insana.
      Dimenticavo di precisare che la mia è una famiglia multietnica (romeni, inglesi, greci, francesi, ungheresi, spagnoli, caraibici) di quale sono fiera. Sono consapevole che nel futuro avremo molte famiglie multietniche e i nostri bambini e nipoti devono vivere felici e in una sana armonia.
      Non permettiamo all’odio di entrare nel futuro dell’umanità. Dove non c’è accettazione non c’è futuro.
      Lidia Popa
      Roma 14 luglio 2018

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  5. gino rago

    cara Livia Are Caverni, caro Giorgio Linguaglossa, per voi e per i frequentatori de L’Ombra delle Parole chiamo in causa ora il premio Nobel per la Letteratura (1987) Iosif Aleksandrovič Brodskij che, come sappiamo tutti, solitamente si presentava così:
    «poeta russo, saggista inglese e cittadino americano».

    L’occasione mi è offerta dalla pubblicazione della vasta raccolta di interviste (Conversazioni, Adelphi) in cui, coprendo l’intero arco della sua vita dagli inizi degli anni settanta fino alla sua morte, meglio che altrove il poeta definisce quella che ha sempre chiamato “la condizione di esilio” e lo fa da passeur, per dirla con Pennac, soprattutto quando ci ricorda come monito permanente ciò che gli successe a soli 24 anni: condanna a 5 anni di lavori forzati.
    Per quale delitto, per quale reato? Parassitismo, proprio perché poeta.

    “Giudice: Qual è la sua professione?

    Brodskij: Poeta, poeta e traduttore.

    Giudice: E chi ha riconosciuto che siete poeta? Chi vi annovera tra i poeti?

    Brodskij: Nessuno. (senza atteggiamento di sfida) E chi mi annovera nel genere umano?”

    Dal carcere fu poi internato in un ospedale psichiatrico dove subì terribili vessazioni, per essere poi confinato nei pressi del circolo polare artico.
    Eppure, Brodskij non si pianse per questo mai addosso e ogni volta che l’intervistatore di turno lo sollecitava verso inclinazioni alla lamentazione facile, trovava in sé sempre la lucidità di minimizzare, anzi rispondeva: “Il lavoro nei campi non era poi così male; c’era tempo per scrivere. E con uno sforzo di fantasia si poteva anche giocare a travestirsi da «gentiluomo di campagna…».

    GR

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  6. Alfonso Cataldi

    Aderisco senza riserve al manifesto dell’Ombra delle parole.

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  7. condivido in toto al Manifesto!!

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  8. (Mauro Pierno ~Francesco Lorusso
    FUORI BORDO

    Annegando a ritroso
    senza disperdere tracce
    con in mano un sacchetto di sabbia
    di attesa fuggita.
    ~ ~ ~ ~
    Tu mi trasporti a questo traslocare tra i flutti
    a disegni allineati malamente alle mie pareti
    su pronunce di nome deserti fra tutti i vetri
    dove l’urto di una scomoda finestra si socchiude
    ad ogni gesto di raccordo e ti morde fitto il fianco
    pertutto l’unto che rimane nel grembo chiuso del lutto.
    ~~~~
    Quanti occhi scuri
    la notte socchiude, l’orizzonte,
    l’orizzonte sul fianco non dorme!
    ~ ~ ~ ~
    Queste notturne braccia di mare
    lividi ci raccordano lembi materni
    mentre ti spingono nel suo gorgo.

    Una offesa di speranze inumidite
    sciolgono le urla e le carni salate
    alla vampa di lacrime naufraghe.
    ~ ~ ~ ~
    Un fremito ghermito
    ha sollevato urla,
    ma non temete madri
    l’ugola, ha muto il canto.
    ~ ~ ~ ~
    L’inquietudine di questo asintoto di terra
    si fa l’oscuro nervo saldo che ci trattiene
    a gruppi appesi sempre più stretti ai corpi

    la speranza mischia i malori a cifre d’acqua
    e il dolore rimane la sola valvola di respiro
    mentre solca sopra tutto l’esodo dei giorni
    il risuono freddo dell’urto avido dell’onda

    si attraversa con gemiti di sangue tra le costole
    un numero che affoga nella cronaca e si arrotonda.
    ~ ~ ~ ~
    Di sopraggiunte speranze
    simili a danze le senti ondeggiare
    arrancare non ferme,

    coi remi non basta
    a trattenere
    la terra ,non basta.

    Morire
    non basta.
    ~ ~ ~ ~
    Si sono affacciati con i loro visi sull’ approdo
    provati dal lugubre rombo lungo della notte
    quando i languidi e liquidi urti alla carlinga
    hanno richiamato alla sua assenza Caronte.

    Il timore trattenuto sulle poche tracce di lingua
    si è reso come alfabeto di nomi dal segno segreto
    mosso solo nelle pratiche attente delle pupille
    e in un concentramento di pietanze volontarie.

    Fuori bordo – Francesco Lorusso, Mauro Pierno

    Grazie OMBRA.

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  9. Non dimentichiamo che l’Unione Europea è nata dopo secoli di contrasti e di guerre; non è una quercia robusta, è una piantina neonata che ha bisogno di cure per salvarsi e per crescere; ci vogliono pazienza, abilità, misura; la cultura ci sarà di aiuto,se ci ferm eremo un attimo a considerare quale enorme patrimonio culturale abbiamo in comune,un patrimonio verso il quale abbiamo tutti(anche i più modesti tra noi) la grande responsabilità di essere eredi.

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  10. Carlo Livia

    Personalmente mi sento un emigrato, sono nato in Sicilia, che geograficamente e culturalmente è più vicina ai paesi della costa africana che al Trentino o al Veneto. Come ha ricordato Tomasi di Lampedusa, solo per opportunismo politico, non per volontà popolare, passò dai Borboni ai Savoia. Sono vissuto per molto tempo in Germania dove, pur appartenendo ad una famiglia benestante ( mio padre era direttore dell’istituto per il commercio estero) mi sentivo spesso inferiorizzato ed emarginato. Infine ho sposato una rumena, con cui vivo serenamente da più di vent’anni.
    Malgrado questo non mi sento di deprecare e stigmatizzare l’attuale politica dell’Italia, qui si tratta di contrastare l’ipocrisia e l’egoismo degli altri paesi europei, e attuare un efficace contrasto a questo criminale e disumano commercio di disperati, che ovviamente nessuno riuscirà a stroncare finché non sarà realizzato un processo di perequazione economica e culturale:esattamente il contrario di quello che è avvenuto finora.

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  11. griecorathgeb

    Mi unisco a tutti gli altri qui nel ritenere che l’analisi di Giorgio Linguaglossa è esattamente giusta. Ogni volta negli ultimi 15 anni che tornavo in Europa dall’Asia, mi chiedevo: ma gli europei dormono? Il mondo là fuori è brutto e cattivo, la gente soffre, e qui tutti dormono, e quando si svegliano si danno le pacche sulle spalle a se stessi e si dicono, come siamo, bravi, buoni e intelligenti, tolleranti, civili, etc. Purtroppo il tempo per l’autoreferenzialità europea è finita da un po’, e il modo contraddittorio e incivile in cui si sono comportati (Iraq, Libia, Siria), spesso sotto la tutela di una politica USA non più lungimirante, di questo adesso si raccolgono I frutti amari. Speriamo soltanto che l’Europa sappia risolvere le proprie contraddizioni perché il mondo si va facendo brutto, e chi dorme non piglia pesci

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    • griecorathgeb

      …in cui l’Europa si è comportata, intendevo dire. Sto scrivendo con il telefonino…

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      • griecorathgeb

        in risposta a Livia: alla fine degli anni 30, un periodo molto buio, W.B. Yeats disse (cito a memoria): “the best lack all conviction, and the worst are full of a passionate intensity”. I migliori non hanno determinazione, e I peggiori sono pieni di una intensità appassionata.
        Ecccoci serviti: uomini come Salvini e Trump hanno molta più decisività e senso delle cose e piglio da statisti che i politici progressisti. Che tragedia!

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  12. L’ha ribloggato su RIDONDANZEe ha commentato:
    MANIFESTO DEGLI INTELLETTUALI

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  13. giovanni ragno

    Cari Signori,
    invece di scandalizzarsi e quindi di scrivere le medesime cose con altre e diverse parole, bisognerebbe ricordarsi che “la destra non sappia cosa faccia la sinistra, e viceversa”.
    D’altra parte se la destra è razzista per ovvie ragioni… la sinistra non è da meno.
    p.e. nella Russia zarista e sovietica e in questa Russia attuale il razzismo è fatto normale; negli Usa di ieri e di oggi e di domani il razzismo è presente ed è un fatto normale. Il razzismo esiste in ogni comunità che si ritiene essere “civile” e che le religioni tutte in qualche maniera lo fomentano, in primis quelli che si credono “popolo eletto da Dio”, ecc.
    Bisogna soltanto ricordarsi che non “esistono le razze, ma esiste il razzismo”
    e lo affermano tutti gli studiosi “seri” di genetica.
    Ma questa verità scientifica non s’addice a chi pratica il razzismo per tante ragioni, così come una volta si riteneva che il sole girava attorno alla terra.
    Grazie, G. R.

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  14. caro Giovanni Ragno,
    vedo che lei ha le idee un po’ confuse, mescola destra, sinistra, Russia, Usa, razze, razzismo, parla di verità scientifica, del sole che gira attorno alla terra… cmq, abbiamo capito, lei è per le virtù della razza italica, o meglio, per le virtù della razza padana… o sbaglio?

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  15. giovanni ragno

    Gentile Signore,
    Lei dovrebbe leggere per davvero “Gli ultimi giorni dell’umanità” che Le ricordo è di Karl Kraus. Non credo Lei lo abbia letto per intero; là è scritto quanto ho riferito sinteticamente, e non ho scritto di alcuna razza italica o padana , ma di razzismo che altra cosa.

    G. R.

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  16. giovanni ragno

    …razza italica o razza padana o altre razze non esistono dal punto di vista genetico, ma il razzismo esiste è non appartiene alla genetica, ma alla stupidità umana.

    Si legga i trattati che dicono di genetica.

    G.R.

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  17. Helene Paraskeva

    Aderisco senza alcuna riserva, dubbio o esitazione al manifesto di Giorgio Linguaglossa.

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  18. Ringraziamo tutti coloro che hanno voluto condividere o sostenere la nostra iniziativa politica. Purtroppo dobbiamo riconoscere che la nostra iniziativa ha riscosso debolissime e sparute condivisioni, sintomo questo del fenomeno mediatico nel quale gli “operatori culturali” sono oggi immersi e dal quale sono dipendenti.

    Però devo riconoscere la validità di quanto detto da Giovanni Ragno, il razzismo è diventato, nelle nostre società avanzate, un fatto ontologico e si presenta quasi senza sventolare bandiere di destra o di sinistra, ma come un dato di fatto «ontologico», e quindi neutro, ineliminabile, immodificabile.

    Ma noi sappiamo che attraverso il razzismo si giunge al fascismo, al nuovo fascismo di Putin e Trump, infatti, non è un caso che entrambi vogliono la disgregazione dell’Unione Europea, il baluardo di democrazia che tiene in piedi, anche se in modo precario, il valore fondante della democrazia.

    Mi vengono in mente le parole che Marcuse vergò alla fine degli anni Cinquanta: «È possibile che il secondo periodo di barbarie coinciderà con l’epoca della civiltà ininterrotta».

    Purtroppo oggi ci manca il Moravia de Il conformista, il grande romanzo esistenzialista ante litteram che dipinse la sostanza bestiale del conformismo italico… in compenso ci sono migliaia di scrittorelli e di poeterelli che si stanno affaccendando per entrare nelle grazie della Lega e del M5Stelle

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    • Direttore luci Vittorio Storaro. 3 premi Oscar, mi pare uno preso con il mio poeta cinematografico preferito, Woody Allen. L’altro giorno mi sono rivisto Café Society (2016), by Storaro alla fotografia. Ora mi rivedo il Conformista, e confronterò.
      Restando a questi livelli, a meno di diventare tutti sordi e ciechi, il fascismo non ha alcuna possibilità di tornare ad affermarsi. Quello a cui stiamo assistendo è un rigurgito, è pus dovuto a ignoranza procurata – sappiamo da chi, negli ultimi vent’anni.
      La scienza si sta evolvendo a passi da gigante, non lasciamoci distrarre da queste formiche.

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      • Manifesto degli intellettuali contro la politica razzista del leader della Nuova Destra della Lega, Matteo Salvini


        caro Lucio,
        sono d’accordo con te, questo è un fascismo tutto nostrano, il fascismo de Il conformista di Moravia non può tornare, ovvio, il nuovo fascismo-razzismo è fatto di cianfronate, di coglionate, è un renzismo al peggio del peggio, inoltre lui e Di Maio sono incompetenti di economia, e la crescita economica in un mese e mezzo è già scesa all’1,3%… la minaccia fatta da Salvini al Presidente dell’INPS, Boeri, di dimettersi perché nella relazione di accompagnamento ha scritto che con il nuovo job-act di Di Maio si perderanno 8000 mila posti di lavoro, è una cialtronata arrogante, il Di Maio e il Salvini non sanno (o fingono di non sapere) che c’è un algoritmo matematico in base al quale si fanno le proiezioni di probabilità sui posti di lavoro che si perdono o si guadagnano in base ai provvedimenti… (non c’è nessuna manina o manona, le relazioni sono firmate e controfirmate dalla Ragioneria dello Stato) loro vogliono dei dirigenti acquiescenti… ma si sbagliano, i dirigenti hanno il dovere di far presente le castronerie e i pericoli cui si va incontro… il fascismo nuovo conio Salvini-Di Maio è uno sfascismo misto di razzismo e di operaismo demagogico, una bufala volgare… fortuna per loro che ci sono Renzi e i suoi accoliti renziani che paralizzano il PD… se avessero una vera opposizione sarebbe ben diverso… Ad esempio, nel Contratto di governo ad esempio non c’è nemmeno una riga sulla lotta alla criminalità organizzata e alla Mafia, questo mi sembra un segnale ben preciso alle mafie di non allarmarsi che il nuovo sfascismo non farà nulla contro di esse… Il quadro è preoccupante… ma gli italiani se ne accorgeranno presto di questo squadrismo cianfronario dei due personaggi parvenu…

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        • Francamente, io il dilettantismo l’avevo messo in conto. Ho però valutato che fosse meglio così, piuttosto che andare avanti con una sinistra fatta di democristiani. Non che mi importi qualcosa della DC, il fatto è che da questi non mi aspetto nulla di buono – ma davvero pensi che siano capaci di mettere in campo una opposizione credibile, che abbiano argomenti un po’ più che amministrativi? Ma davvero abbiamo bisogno di questo miglior-professionismo? Se così, allora andava bene Monti… Qualcosa si è spezzato, ma non è dovuto a réclame populista; questa analisi non differisce da quelle opposte, il fatto è che nessuno sembrava più in grado di guardare avanti, oltre a un tot di welfare e un tot di PIL. Da quand’è che non discutevamo più tanto animatamente? E’ positivo…

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          • sai caro Lucio,

            hai perfettamente ragione, per fortuna Lega e 5Stelle ci hanno liberato da Renzi e dal renzismo, ma almeno quelli capivano qualcosa di economia! E infatti hanno messo le mani nel sacco del Monte dei Paschi di Siena e del Mega Concorso Consip, mica molliche ma miliardi di euro! Il fatto è che se vedo gli ultimi ingressi nel Sole 24 ore (per esempio) noto i nomi di appartenenti alla massoneria e a Comunione e Liberazione i quali vanno a braccetto con gli esponenti (diciamo così) culturali (diciamo così) dei progressisti che si qualificano (ancora) di sinistra!
            Non se ne esce, l’ultima speranza prima di emigrare è nella Alleanza repubblicana di Calenda…

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  19. Guido Galdini

    Qualche tempo fa mi è capitato di andare al mercato della mia cittadina, in provincia di Brescia, accompagnato dal mio cane non minuscolo (quaranta chili).
    Ho incontrato un conoscente, pensionato, “brava persona”, che, indicando il cane, mi ha chiesto in dialetto:
    “L’è samò bu a mangià i negher?”, che, tradotto, vuol dire: “è già capace a mangiare i negri?”.
    La tragedia è tutta qui, in questi sintomi minuscoli e terrificanti: la banalità (e la normalità) del male, il terreno fertile da cui traggono linfa tutti i fascismi.

    Tanti anni fa avevo scritto tre righe su questo tema, che mi permetto di riportare:

    cos’è l’orrore che l’orrore è l’ombra
    che scende sopra gli occhi, li cancella
    mentre lo stiamo in cecità compiendo.

    PS: Il mio cane ha uno sguardo dolcissimo, del tutto alieno dal suggerire simili domande. Occorre che le menti siano state in precedenza ben lavorate.

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    • roberto matarazzo

      Già, la banalità del male questa volta vissuta per il tramite di una pseudo battuta ““L’è samò bu a mangià i negher?”, che, tradotto, vuol dire: “è già capace a mangiare i negri?”” tanto triste quanto stupida! Peraltro costui ha “offeso” la dignità del cane dallo sguardo dolce del Sig. Galdini!

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  20. L’Italia è un paese disperato, di corrotti, di mediocri, di élites, di claque, di cialtroni, di fasulli…

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  21. L’Italia è passata da un «piazzista» miliardario alla 3a repubblica di cialtroni razzisti e sciovinisti, un inaudito salto verso il basso con una marea di “Loro” indistinti e mediocri che si affannano a fare corte…

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  22. Gentiloni ha definito Renzi con un aggettivo qualificativo ripetuto due volte: «imbarazzante». Ecco io mi sento di ripetere lo stesso aggettivo per i due giovinotti (Salvini e Di Maio) qualunquisti oggi al timone del Paese: «imbarazzanti».
    Nelle loro facce e nelle “Loro” parole io ci vedo il ritratto fedele di noi tutti, compresi ovviamente molti «autopoeti» e «autopoete» e «autoscrittori».

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    • Abbiamo finalmente un governo politico, che opera scelte politiche, non piattamente commerciali, sulle quali possiamo non concordare ma almeno sono posizioni chiare. Penso anche che Luigi Di Maio sia un ottimo, giovane ma promettente statista; ben distante dall’autoreferenza ( a fine legislatura dovrà lasciare l’incarico perché così vuole lo statuto del M5s). Nulla a che vedere con gli autopoeti, ché questi sono malati provvisori: col tempo, poesia sa come fare per complicargli la vita; e meno male, perché l’editoria è ormai di libero accesso a tutti (i paganti), e i like… lasciamo perdere: è questo il populismo culturale.

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  23. Che possiamo fare se non spostare
    più in alto l’asticella e finirla di
    tuffarsi nel mare dell’incontrovertibile.

    Nella scansia più alta
    l’europa.
    un trattato gigantesco di codici e
    testamenti. A cosa servono i punti?

    I migliori offerenti, QUEI DUE, immaginano il nostro
    Mercato Comune, disfatto.

    Questi nodi e codicilli ci salveranno.

    L’integrazione non avrà fine.

    W la France!

    (Grazie Ombra)

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  24. roberto matarazzo

    Da anni lavoro sul concetto di “COSMOPOLITISMO DELLE IDEE” per cui, da Cosmopolita in ogni campo dell’Umano_Sentire non posso che sottoscrivere codesto Manifesto vergato dal Dott. G. Linguadossal Peraltro trovo nauseante la piccineria culturale e umana del Governo LegoStellata costituita da misogini privi di ogni spessore, danno idea di essere solo furbi ma poco dotati di verve intelligente!
    Roberto Matarazzo

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  25. Maria Rosaria Madonna da Stige. Tutte le poesie (1990-2002) Progetto Cultura, Roma, 2018

    Sono arrivati i barbari

    «Sono arrivati i barbari, Imperatore! – dice un messaggero
    che è giunto da luoghi lontani – sono già
    alle porte della città!».
    «Sono arrivati i barbari!», gridano i cittadini nell’agorà.
    «Sono arrivati, hanno lunghe barbe e spade acuminate
    e sono moltitudini», dicono preoccupati i cittadini nel Foro.
    «Nessuno li potrà fermare, né il timore degli dèi
    né l’orgoglio del dio dei cristiani, che del resto
    essi sconoscono…».

    E che farà adesso l’Imperatore che i barbari sono alle porte?
    Che farà il gran sacerdote di Osiride?
    Che faranno i senatori che discutono in Senato
    con la bianca tunica e le dande di porpora?
    Che cosa chiedono i cittadini di Costantinopoli?
    Chiedono salvezza?
    Lo imploreranno di stipulare patti con i barbari?
    «Quanto oro c’è nelle casse?»
    chiede l’Imperatore al funzionario dell’erario
    «E qual è la richiesta dei barbari?».
    «Quanto grano c’è nelle giare?»
    chiede l’Imperatore al funzionario annonario
    «E qual è la richiesta dei barbari?».

    «Ma i barbari non avanzano richieste, non formulano pretese»
    risponde l’araldo con le insegne inastate.
    «E che cosa vogliono da noi questi barbari?»,
    si chiedono meravigliati i senatori.
    «Chiedono che si aprano le porte della città
    senza opporre resistenza»
    risponde l’araldo con le insegne inastate.
    «Davvero, tutto qui? – si chiedono stupiti i senatori –
    e non ci sarà spargimento di sangue? Rispetteranno le nostre leggi?
    Che vengano allora questi barbari, che vengano…
    Forse è questa la soluzione che attendevamo.
    Forse è questa».

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