ARABIA SAUDITA. IL POETA PALESTINESE ASHRAF FAYADH DI 35 ANNI È STATO CONDANNATO A MORTE: “HA DUBITATO DELL’ESISTENZA DI DIO” CON ALCUNE POESIE TRADOTTE DALL’INGLESE.

Ashraf Fayadh 2

Ashraf Fayadh

La denuncia di Human Rights Watch. Il poeta, Ashraf Fayadh, nato da genitori palestinesi ma cresciuto in Arabia Saudita, è stato arrestato nel 2013. In primo grado era stato condannato a quattro anni di prigione e 800 frustate. Ora la sentenza di appello

Arabia Saudita, poeta palestinese Fayadh condannato a morte: “Ha dubitato dell’esistenza di Dio”.

Un tribunale saudita ha condannato a morte il poeta palestinese Ashraf Fayadh per aver rinunciato alla sua religione. Lo denuncia Human Rights Watch, che afferma di aver preso visione della sentenza. Il pronunciamento del giudice risale a martedì scorso e conferma il reato contestato dall’accusa, vale a dire: aver “dubitato dell’esistenza di Dio”.

Nato da genitori palestinesi, ma cresciuto in Arabia Saudita, Fayadh è stato arrestato dalla polizia religiosa nel 2013, dopo che un suo lettore lo aveva accusato di incitamento a rinunciare all’Islam, a causa del contenuto di una sua raccolta di poesie del 2008. Rilasciato dopo pochi giorni, il poeta trentacinquenne era stato arrestato nuovamente a gennaio 2014 nella città sud-occidentale di Abha. Una prima sentenza lo aveva condannato a quattro anni di prigione e 800 frustate, ma il giudice d’appello ha deciso di condannarlo a morte.

La condanna, secondo alcuni attivisti, sarebbe legata a un video pubblicato sul Web dal poeta, che mostra la polizia religiosa di Abha che picchia un giovane in pubblico. Per chiedere la sua liberazione, lo scorso anno è stata lanciata una petizione, sottoscritta da centinaia di artisti e intellettuali.

Almeno 150 persone sono state giustiziate in Arabia Saudita nel 2015, il dato più alto degli ultimi anni.

  

Ashraf Fayadh 1

Ashraf Fayadh

“Asylum” from Fayadh’s Instructions Within

Asylum: To stand at the end of a queue.
To be given a morsel of bread.
To stand!: Something your grandfather used to do.
Without knowing the reason why.
The Morsel?: You.
The homeland: A card to put in your wallet.
Money: Papers that carry images of Leaders.
The Photo: Your substitution pending your return.
And the Return: A mythological creature … from your grandmother’s tales.
End of the first lesson.

Translated by Sultan Sooud al-Qassemi from “Asylum” in Instructions Within

Asilo: Stare in piedi in coda alla fila.
Ricevere un boccone di pane.
Resistere! Qualcosa che tuo nonno era solito fare.
Senza saperne la ragione.
Il boccone? Tu.
La patria: Un documento da mettere nel portafoglio.
Denaro: Carta con sopra immagini dei leader
La foto: Il tuo sostituto previo tuo ritorno.
E il ritorno: mitologica creatura… uscita dai racconti di tua nonna.
Fine della prima lezione.

Traduzione di Chiara De Luca

اللجوء: أن تقف في آخر الصف..
كي تحصل على كسرة وطن.
الوقوف: شيء كان يفعله جدك.. دون معرفة السبب!
والكسرة: أنت.
الوطن: بطاقة توضع في محفظة النقود.
النقود: أوراق ترسم عليها صور الزعماء.
الصورة: تنوب عنك ريثما تعود.
والعودة: كائن أسطوري.. ورد في حكايات الجدة.
انتهى الدرس الأول.

I will ignore the smell of mud, and the need to reprimand the rain, and the burn that has long since settled in my chest.
I am looking for fitting consolation for my situation, which doesn’t allow me to interpret your lips however I wish
Or to brush away the drops of mist from your reddish petals
Or to ratchet down the level of obsession that overtakes me when I realize you are not beside me at the moment
And will not be… When I am forced to justify my position to the punishing silence of the night.
Just act as if the earth is silent, as we see it from a distance, and that everything that’s happened between us was not more than a bad joke that’s gone too far!

*

Ignorerò l’odore del fango, e il bisogno di ammonire la pioggia, e il fuoco che da allora m’imperversa in petto.
Cerco il giusto conforto per la mia situazione, che m’impedisce di leggerti le labbra sebbene lo voglia
O di spazzare via le gocce di nebbia dai tuoi petali rossastri
O di abbassare il livello di ossessione che mi schiaccia se mi accorgo che non mi sei accanto in quel momento
E non lo sarai… Quando sono costretto a giustificare la mia posizione davanti al silenzio punitivo della notte
Fare come se la terra fosse muta, mentre la vediamo in distanza, e che tutto quel che tra noi è avvenuto non fosse altro che un brutto scherzo spinto troppo oltre!

Ashraf Fayadh 3Photo by Khaled Youssef

What do you think of the days I spent without you?
About the words that evaporated so quickly from my heavy pain?
About the knots that were deposited in my chest like dried algae?
I forgot to tell you that I’ve grown used to your absence (technically speaking)
And that wishes lose their way to your desires
And my memory is being eroded.
That I am still chasing the light, not to see, but because darkness is scary…even if we get used to it!
Would my apology be enough? For everything that has happened while I tried to make up good excuses.

*

Cosa pensi dei giorni che ho trascorso senza di te?
Delle parole evaporate tanto in fretta dalla dal mio greve dolore?
Dei nodi che mi sono stati posti in petto come alghe morte?
Ho scordato di dirti che ci siamo abituati all’assenza (tecnicamente parlando)
E che le speranze hanno perso la strada per i tuoi desideri
E la mia memoria è roccia che subisce l’erosione.
Che sono ancora a caccia della luce, non per vedere, ma perché il buio fa paura… anche se ci siamo abituati!
Basteranno le mie scuse? Per tutto quel che avvenne mentre cercavo d’inventarmi scuse convincenti.

Ashraf Fayadh 4Photo by Khaled Youssef

I will have to sidestep my memory
And claim that I sleep well.
I’ve got to tear out the questions
That have come looking for a rationale, to get convincing answers.
The questions that, for very personal reasons, have come after the fall of the usual punctuation.

Dovrò scansare la mia memoria
E affermare che ho dormito bene.
Ho dovuto stracciare le domande
Che sono giunte in cerca di fondamento, per avere risposte convincenti.
Le domande che, per motivi molto personali, sono giunte dopo il punto di domanda.

Ashraf-Fayadh-right-with-art-historian-Chris-Dercon

Ashraf-Fayadh-right-with-art-historian-Chris-Dercon

Let the mirror explain how beautiful you are!
Remove your dusty pile of words, breathe deeply.
Remember how much I loved you, and how the whole thing turned into an electric shock that could have caused a huge fire…in an empty warehouse!

Translated by Mona Kareem. Mona Kareem is a stateless poet and writer from Kuwait. She published two poetry collections in Arabic and is currently a doctoral candidate at the Comparative Literature department in Binghamton University.

Lascia che lo specchio spieghi quanto sei bella!
Spazza via quel mucchio polveroso di parole e respira a fondo.
Ricorda quanto ti ho amata e come il tutto si mutò in cortocircuito che avrebbe potuto causare un enorme incendio… in un magazzino vuoto!

Traduzione italiana di Chiara De Luca dalla versione inglese di Mona Kareem. Mona Kareem è una poetessa e scrittrice apolide originaria del Quait. Ha pubblicato due raccolte poetiche in arabo ed è attualmente dottoranda presso il Dipartimento di letterature comparate dell’Università di Binghamton.

Una stanza con il pavimento di ghiaccio.
Un grande salone di marmo bianco
con al centro un tavolo rosso.
Un’ombra bianca si guarda nello specchio.
Lo specchio osserva l’ombra nera.
Nello specchio, il calice del Campari.
E l’ombra.

Ashraf Fayadh is a leading poet in Arabia Saudita

Ashraf Fayadh is a leading poet in Arabia Saudita

 Amnesty international : Save the palestinian poet and artist Ashraf Fayadh

Fayadh is being sentenced to death after had been jailed for more than 22 months in the Saudi city Abha without clear legal charges beyond “insulting the Godly self” and having “ideas that do not suit the Saudi society.” These charges are based on the complaint of a reader’s interpretation of Fayadh’s 2008 poetry collection titled, Instructions Within. This is not the first time that Saudi authorities have arrested Ashraf Fayadh. The poet was detained before after a Saudi citizen filed a complaint with the Committee for the Promotion of Virtue and the Prevention of Vice accusing Fayadh of having “misguided and misguiding thoughts.” Fayadh was bailed out of jail at the time, only to get arrested again. According to sources close to Fayadh, the poet has been denied both visitation and legal representation rights.We condemn these acts of intimidation targeting Ashraf Fayadh as part of a wider campaign inciting hate against writers and using Islam to justify oppression and to crush free speech. We express our solidarity with Fayadh, hoping to increase support for the poet as well as pressure to release him. Our efforts should come together to ensure the proliferation of free speech and personal freedoms. We specifically call on Saudi intellectuals to express solidarity with Fayadh against Takfiris’ intimidation practices meant to silence poets, writers, and artists like him.Let the flag of creativity fly free and remain innovative.Remaining silent towards Fayadh’s detention is an insult to knowledge, literature, culture, and thought as well as to freedom and human rights.
https://secure.avaaz.org/en/petition/Amnesty_international_Save_the_palestinian_poet_and_artist_Ashraf_Fayadh/?tSLBlcb

54 commenti

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54 risposte a “ARABIA SAUDITA. IL POETA PALESTINESE ASHRAF FAYADH DI 35 ANNI È STATO CONDANNATO A MORTE: “HA DUBITATO DELL’ESISTENZA DI DIO” CON ALCUNE POESIE TRADOTTE DALL’INGLESE.

  1. ubaldoderobertis

    A credere a quanto riportato sul Fatto Quotidiano circa due mesi fa, il 28 settembre 2015,
    il poeta Ashraf Fayadh NON DOVREBBE TEMERE un granché! Riccardo Neury, Portavoce di Amnesty International Italia, riferisce che l’ambasciatore dell’Arabia Saudita presso le Nazioni Unite Faisal bin Hassan Thad ha ottenuto un importante incarico: ,è stato eletto a presiedere il comitato consultivo del Consiglio Onu dei diritti umani!!!!!!!
    L’Arabia Saudita in occasione di questa elezione ha dichiarato la propria soddisfazione e la piena collaborazione nell’incessante obiettivo della realizzazione dei diritti umani!!!!!!!
    ROBA DA MATTI!!!!!! L’ONU?!?!
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/28/onu-lassurda-nomina-dellambasciatore-saudita-ai-diritti-umani/2058077/

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  2. ubaldoderobertis

    Caro Flavio, deduzione perfetta!!!!!!

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  3. Dovrò scansare la mia memoria
    E affermare che ho dormito bene.
    Ho dovuto stracciare le domande
    Che sono giunte in cerca di fondamento, per avere risposte convincenti.
    Le domande che, per motivi molto personali, sono giunte dopo il punto di domanda.

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  4. “Una stanza con il pavimento di ghiaccio.
    Un grande salone di marmo bianco
    con al centro un tavolo rosso.
    Un’ombra bianca si guarda nello specchio.
    Lo specchio osserva l’ombra nera.
    Nello specchio, il calice del Campari.
    E l’ombra.”

    Ashraf Fayadh,
    ***
    GBG

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  5. io penso che dietro quel dubitare dell’esistenza di Dio a cui si stanno appellando per mettere a morte un poeta ci sia il terrore da parte araba di uno sgretolamento della loro cultura, del loro potere basato sulla difesa estrema della religione, che potrebbe derivare dal lasciare in vita quel poeta, vittima sacrificale oramai. Vi leggo, nella motivazione della sentenza, la paura di “occidentalizzarsi” (come la leggo in altri gesti di queste popolazioni e penso alle donne); vi leggo la mancata accettazione del pensiero che si è sviluppato nei nostri territori occidentali e che negli ultimi secoli ha portato via via ad una visione laica dell’esistenza. Non voglio dubitare che sia reale il loro voler interagire con l’Occidente, come la nomina della carica ONU lascerebbe pensare, ma al contempo da quanto sta accadendo, è lecito anche pensare che una certa parte miri a soppiantare quanto vi è in questo stesso Occidente, per realizzare quel piano da sempre storicamente architettato di espansione dell’Islam. Si tratta, secondo me, di un monito – ripeto, per me quel poeta è una vittima sacrificale oramai – per quell’Occidente – ahimé, sempre lui! – che comunque ha bisogno del loro petrolio e, per questo, stringe accordi politici, passando sopra anche a questa, di morte. Il nostro Occidente, loro lo sanno benissimo, ormai vive solo in funzione del dio denaro sul quale nessuno ha dubbi.

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  6. A nome della redazione del blog comunico che abbiamo inoltrato all’Alto Rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione Europea, Federica Mogherini, per il tramite del Ministero degli Esteri Italiano, un Invito acché si facciano, a nome della Unione Europea, dei passi diplomatici per la liberazione del poeta palestinese Ashraf Fayadh condannato a morte da una sentenza di un tribunale dell’Arabia Saudita e, se del caso, venga ospitato in un paese della Unione Europea, a scelta dello stesso poeta, con diritto di asilo in quanto perseguitato politico e in nome della libertà di coscienza, di espressione e di pubblicizzazione del libero pensiero.

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    • Ti fa onore Giorgio questo gesto. E’ terribile pensare che ancora esistano posti al mondo in cui l’arte e il pensiero siano ritenuti pericolosi al punto da doverli zittire. Io credo che l’ONU dovrebbe chiedere le dimissioni dell’ambasciatore saudita finché questo poeta non sia rimesso in libertà. Ma l’ONU, come abbiamo visto in più occasioni, è ormai una farsa.

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  7. Gino Rago

    Gesto coerente con la tua grandezza umana e letteraria. Grazie, Giorgio, a nome di tutti i Fayadh, d’ogni latitudine e longitudine: Che nessun poeta sia più costretto a giustificar la propria presenza di fronte ai silenzi punitivi delle notti, a imparare a memoria l’odore del fango. Gino Rago

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  8. Gino Rago

    Grazie a te, cara Angela Greco. Sento che ben conosci il silenzio delle pietre salentine e il ” Silenzio ” dell’agorà d’un qualunque centro del Salento. E’ quel Silenzio che assume voce. Che acquista significato… Gino Rago

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    • Quel silenzio salentino di guardia e accoglienza per chi viene da Oriente…a volte auspico a questo presente quella convivenza tra differenti pensieri e religioni che un tempo – ma anche oggi direi – abitava la mia terra e le terre del sud…un carissimo saluto a te, Gino.

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  9. Gentile Gino Rago,
    ha mai letta una poesia intitolata “Le voci del silenzio” ?
    Questo non è il luogo adatto e oggi non è il giorno propizio, ma il vero silenzio rispettoso di addice ad Ashraf Fayadh.

    Giorgina BG

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  10. Gino Rago

    Hai ragione, cara Giorgina. Gino Rago

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  11. Salvatore Martino

    Non voglio qui parlare della vicenda umana del poeta palestinese del cui orrore viene travolta la mia anima. La barbarie oscurantista e sanguinaria dell’Arabia Saudita, peraltro così legata come stato al modo occidentale, amica degli Stati Uniti di America, e coinvolta in prima persona nel disastro medio-orientale, non ha riscontro se non nel cosiddetto Califfato. Voglio parlare della poesia che ci regala questo straordinario poeta. Un lessico ricco, complesso che fa da basso continuo a immagini talora folgoranti, al racconto impietoso della sua condizione di condannato,al dolcissimo e straziante sentimento di amore che si insinua in una trama disperata.*

    Cosa pensi dei giorni che ho trascorso senza di te?
    Delle parole evaporate tanto in fretta dalla dal mio greve dolore?
    Dei nodi che mi sono stati posti in petto come alghe morte?
    Ho scordato di dirti che ci siamo abituati all’assenza (tecnicamente parlando)
    E che le speranze hanno perso la strada per i tuoi desideri
    E la mia memoria è roccia che subisce l’erosione.
    Che sono ancora a caccia della luce, non per vedere, ma perché il buio fa paura… anche se ci siamo abituati!

    I nostri giovani trentenni dovrebbero meditare su questi versi che provocano in me uno stao emozionale profondo, e che persino nella traduzione della traduzione appaiono stilisticamente irreprensibili. Le nostre giovani generazioni figli e nipoti dei vari Balestrini, dell’ultimo Pasolini, del “minimo” Magrelli, giovani che non hanno mai letto e forse non sanno neppure chi siano poeti scomparsi da non molto mi riferisco a Lucio Piccolo, a Leonardo Sinisgalli, Alfonso Gatto, Bartolo Cattafi, Sandro Penna, Attilio Bertolucci. Imparare da questo medio-orientale certo di antica civiltà come si possano coniugare sentimenti profondi e disperati
    con la dolcezza dell’eloquio, con uno stile sorvegliatissimo privo di compiacimenti, con una cadenza musicale che si intuisce persino nelle traduzioni. Sembra quasi che nel nostro mondo così fortemente”occidentale” non ci sia più posto né per la prodondità nè per la verticalità. Quanta poca poesia mi passa tra le mani, e mi viene in mente quello che il mio grande maestro Ruggero Jacobbi mi diceva: scrivere poesia non è essere poeta. Quasi una religione quotidiana, un affondarsi nella vita,un dilaniare la propria esistenza col delirio e la gioia, la liturgia del sesso, il credo filosofico e politico. In una parola la vita, quella che ci è dato percorrere con tutta la nostra anima, con tutto il nostro intelletto con tutti nostri sensi. Ora tutto questo traspare dai versi di Ashraf Fayadh, e lo studio, la tecné che presiede alle sue composizioni. Sì quest’uomo deve essere Salvato

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  12. Gino Rago

    Grazie Angela, hai dentro mille usignoli per cantare con Fayadh la tua canzone di lotta…Gino

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  13. Salvatore Martino

    Voglio qui ringraziare quello strordinario poeta e critico, parlo del nostro amatissimo Giorgio, per questo prezioso lavoro che intesse attorno alla poesia.

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  14. Cari amici poeti ritengo che il compito di un blog sia quello di diffondere il verbo della poesia con tutti i mezzi e di difendere la poesia e i poeti da ogni sopruso e minaccia, e di riconoscere il valore della poesia autentica. Qui quello che è in questione è la sentenza di morte irrogata al poeta Ashraf Fayadh per aver perorato idee difformi da quelle intese dalla teocrazia teocratica di stanza in Arabia Saudita, sentenza che viene dopo la precedente a 800 frustate e 22 mesi di prigione. È un atto di barbarie che la Unione Europea deve impedire ad ogni costo. Facciamo sentire la nostra voce al Ministero degli Esteri e alla Mogherini in qualità di Alto Rappresentante per gli Affari Esteri, sensibilizziamo il Parlamento e il Governo affinché pongano in essere tutte le iniziative diplomatiche e politiche per salvare una vita umana e impedire che altri assassinii vengano perpetrati da una dittatura totalitaria e disumana.che non ha eguali nel mondo tranne che nella Corea del Nord e adesso nello stato dell’ISIS.

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  15. Giorgio hai fatto bene a coinvolgere l’unione europea. Ci vuole una risposta forte.

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  16. Ancora una volta la Poesia viene perseguitata e soffocata dai sicari dell’oscurantismo, e allora bisogna più che mai gridare con Norwid:

    Delle cose di questo mondo resteranno soltanto due,
    Due soltanto: la poesia e la bontà…e niente più…

    Ma ciò che più mi commuove sono questi suoi versi:

    Sempre da te, come da resina ardente,
    Stracci infocati si levano intorno;
    Bruciando non sai, se libero diventi.
    O se ciò che è tuo sarà dissolto.
    Rimarranno cenere e caos soltanto,
    Che nell’abisso con veemenza cade?
    O rimarrà nella cenere un diamante,
    Mattino di vittoria immortale…

    da: “Nel libro dei ricordi”

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  17. Pasquale Balestriere

    Io credo fermamente questo: che dovere di ogni essere umano colto e pensante debba essere di farsi testimone della verità, difensore della libertà e dei diritti umani. Contro ogni animalesca violenza.
    Pasquale Balestriere

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  18. marcello montedoro

    Mi associo insieme a Annamaria De Pietro all’iniziativa di Giorgio e agli appassionati interventi che son seguiti.

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  19. antonio sagredo

    E genero ancora qualcosa di mostruoso al capezzale ignobile,
    come un cuore speranzoso tradito dai balsami di una fede idiota,
    e sul rogo dai battiti di un libero pensiero… recidivo è un ceppo
    scabroso, e mi condanno: non ho vergogna, io, se la testa di un poeta si ribella!

    Antonio Sagredo
    aprile 2010

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  20. TESTO DELLA PETIZIONE INVIATA STAMANE AL PRESIDENTE MATTEO RENZI PER LA LIBERAZIONE DEL POETA PALESTINESE ASHRAF FAYADH, ANALOGA RICHIESTA È STATA INVIATA IERI AL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI :

    Il blog letterario Lombradelleparole.worpress.com Chiede l’intervento del Presidente del Consiglio, nella persona di Matteo Renzi, del Ministero per gli Affari esteri e dell’Alto rappresentante per gli Affari esteri e per la Sicurezza dell’Unione Europea in favore del poeta Ashraf Fayadh ingiustamente condannato a morte da un tribunale dell’Arabia Saudita per un reato di opinione. Chiede che l’Italia si faccia promotrice di un Intervento in Sede Europea per la liberazione del poeta palestinese con adozione del diritto di asilo a scelta del poeta in un qualsiasi paese dell’Europa.

    Si acclude il link della notizia apparsa sul blog:

    ARABIA SAUDITA. IL POETA PALESTINESE ASHRAF FAYADH DI 35 ANNI È STATO CONDANNATO A MORTE: “HA DUBITATO DELL’ESISTENZA DI DIO” CON ALCUNE POESIE TRADOTTE DALL’INGLESE.

    Giorgio Linguaglossa

    La denuncia di Human Rights Watch. Il poeta, Ashraf Fayadh, nato da genitori palestinesi ma cresciuto in Arabia Saudita, è stato arrestato nel 2013. In primo grado era stato condannato a quattro anni di prigione e 800 frustate. Ora la sentenza di appello

    Arabia Saudita, poeta palestinese Fayadh condannato a morte: “Ha dubitato dell’esistenza di Dio”.

    Un tribunale saudita ha condannato a morte il poeta palestinese Ashraf Fayadh per aver rinunciato alla sua religione. Lo denuncia Human Rights Watch, che afferma di aver preso visione della sentenza. Il pronunciamento del giudice risale a martedì scorso e conferma il reato contestato dall’accusa, vale a dire: aver “dubitato dell’esistenza di Dio”.

    Nato da genitori palestinesi, ma cresciuto in Arabia Saudita, Fayadh è stato arrestato dalla polizia religiosa nel 2013, dopo che un suo lettore lo aveva accusato di incitamento a rinunciare all’Islam, a causa del contenuto di una sua raccolta di poesie del 2008. Rilasciato dopo pochi giorni, il poeta trentacinquenne era stato arrestato nuovamente a gennaio 2014 nella città sud-occidentale di Abha. Una prima sentenza lo aveva condannato a quattro anni di prigione e 800 frustate, ma il giudice d’appello ha deciso di condannarlo a morte.

    La condanna, secondo alcuni attivisti, sarebbe legata a un video pubblicato sul Web dal poeta, che mostra la polizia religiosa di Abha che picchia un giovane in pubblico. Per chiedere la sua liberazione, lo scorso anno è stata lanciata una petizione, sottoscritta da centinaia di artisti e intellettuali.

    Almeno 150 persone sono state giustiziate in Arabia Saudita nel 2015, il dato più alto degli ultimi anni.

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  21. Mi associo, come avevo già scritto ieri.
    GBG

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  22. Il giovane poeta Ashraf Fayadh, nato da genitori palestinesi ma cresciuto in Arabia Saudita,
    “Libertà va cercando, ch’è sì cara, / come sa chi per lei vita rifiuta” (Dante, Purg. I, 71.72)
    Ma Ashraf Fayadh deve vivere e poter pensare, dire e scrivere in piena libertà, come è diritto di ogni uomo.

    Giorgina Busca Gernetti

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  23. Risposta di Dio ai carnefici sauditi: “Chiunque può dubitare della mia esistenza, io non mi offendo…del resto quanti di voi dubitano senza dirlo? Io piuttosto dubito della vostra sincerità, umanità e ragione. Liberate subito quel poeta, se credete veramente nella mia esistenza!

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  24. “E la mia memoria è roccia che subisce l’erosione.
    Che sono ancora a caccia della luce, non per vedere, ma perché il buio fa paura… anche se ci siamo abituati!”
    da una poesia di Ashraf Fayadh

    A questi versi amari, forti e delicati a un tempo, ne devono seguire moltissimi altri in una libera vita che Dio ha data ad Ashraf Fayadh e che uomini senza Dio non hanno il diritto di spegnere.
    Distruggere in nome di Dio un’opera creata da Dio, oltre che un orribile delitto, è un’offesa a Dio!

    Giorgina Busca Gernetti

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  25. Quello che mi colpisce è la motivazione: “Ha dubitato dell’esistenza di Dio”. Dunque non è nemmeno giunto a negarla, l’ha solo messa in dubbio… e il dubbio, come chiunque pensi sa, è la radice della conoscenza. Quanti grandi mistici hanno conosciuto nell’ora più buia il dubbio? Vale di più una certezza che ha retto alla prova del dubbio che quella passivamente vissuta.
    Ma anche quanti, nel corso degli orrendi secoli in cui l’Inquisizione perpetrava i suoi orrori in nome della Vera Fede, gli stessi orrori che ora condanniamo nel Medio Evo dell’Islam, sono stati vittime dell’oscurantismo cristiano? Eppure gli Arabi hanno avuto grandissimi filosofi, poeti, mistici, hanno avuto una storia di convivenza con altre religioni in passato. In India per secoli induismo, islam e cristianesimo hanno convissuto serenamente e in armonia. Dal ‘900 invece c’è stata una radicalizzazione e una crescente intolleranza, ma anche una interpretazione sempre più fondamentalista. Non mi intendo bene del mondo islamico e delle sue diverse correnti, ma mi pare che al suo interno si stiano verificando dei fenomeni analoghi al momento in cui, nell’occidente cristiano, si sono intensificate quelle che venivano bollate come “eresie” e la Chiesa, sentendosi minacciata – non tanto nel suo potere spirituale, cosa di cui si è sempre curata poco, quanto politico – ha risposto con 4 secoli di persecuzioni, scannamenti, roghi contro tutti coloro che ne mettessero in dubbio l’autorità. Non so se anche questo momento terribile che devasta il mondo islamico e di conseguenza anche il resto del mondo, possa essere letto in questo senso.
    Resta il dolore per tutta questa stupida crudeltà. La crudeltà è sempre stupida, perché nega la ragione e con essa la libertà.

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  26. Salvatore Martino

    Bellissime tutte queste accorate manifestazioni per Fayad, se avessi un dio a cui rivolgermi innalzerei le mie preghiere perché la mano del boia si inceppasse prima dell’arrivo della grazia. Purtroppo anche dubitare soltanto della divinità è grave reato in quel paese detestabile , e forse Fayad è stato un tantino ingenuo. Chissà non immaginava che la crudeltà, la barbarie potessero giungere a tanto.Quello che accade oggi in ogni luogo della terra ci appare come una cancellazione delle libertà, del rispetto della vita, quasi fossimo tutti discesi in un baratro Acheronteo. In questi giorni così foschi le nostre certezze diventano un delirio di rabbia e di paura, di angoscia per le umane sorti e progressive. Detto questo non ho trovato qui alcun commento sulla straordinaria poesia di questo poeta palestinese, così ancora tanto giovane. E francamente sono sorpreso. Certo il paragone con i nostri giovani poeti è disperatamente impietoso.
    Io ho cercato di incanalare il discorso in questa direzione, in un mio precedente commento, ma non c’è stato un seguito.

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    • Hai ragione Salvatore, ma credo che commentare i suoi versi sia qui forse poco opportuno. Non perché non siano sfolgoranti, per quanto traduzione di una traduzione (io leggo anche la traduzione inglese oltre all’ottima italiana) e dunque sicuramente si perde totalmente il valore formale e linguistico. Anzi, quello che colpisce è la pacatezza del dolore, la sua “civiltà” nell’esprimerlo, per quanto abissale, che è anche un modo di opporre la bellezza alla barbarie dei suoi giudici.
      No, credo che qui si rimanga sconvolti e atterriti di fronte non solo all’assurdità di una condanna da parte di un paese che usa tecnologie avanzatissime, i cui abitanti vivono nel lusso, che costruisce grattacieli altissimi, che ha comprato mezzo occidente, ma che ha paura poi di un poeta o di un semplice uomo che pensa ed esprime liberamente il suo pensiero. Si rimane atterriti dalla sproporzione fra il “reato” e la pena. La cecità di chi non capisce che sta dandosi la zappa sui piedi anche “solo” con la pena precedente. 800 frustate bastano a maciullare un essere umano. Non avanzano parole per una “bella analisi critica”. Farla vorrebbe dire mancare di rispetto a quest’anima coraggiosa, il cui strumento per manifestare il suo coraggio è la poesia.
      Credo che nessuno di noi – che viviamo in un paese miserabile ma dove ancora nessuno viene incarcerato per aver scritto una poesia – riesca a capire davvero che immensa statura abbia l’anima di Ashraf. Lo intuiamo, ma solo lui e quelli come lui sanno che significhi viverlo giorno dopo giorno.
      Prego per lui che quel Dio di cui lui non è certo illumini la tenebra che pervade i suoi persecutori.

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    • Letizia Leone

      Vicenda umana e poetica mi sembrano inscindibili in questo grande uomo e artista, e hai ragione Salvatore a sottolinearne la caratura morale, e la bellezza etica di questa poesia, vera corona di spine, atto etico e rivoluzionario, coraggioso e “antiretorico”… un grande esempio e lezione di vita! L’Unione Europea dovrebbe chiamare direttamente in causa il presidente saudita per il consiglio dei Diritti Umani dell’ONU…(gravato ormai da un totale discredito)…

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  27. Quello che mi indispone è il constatare le migliaia di aspiranti poetini che infestano facebook e tutti i media, in un momento come questo quando un poeta arabo viene condannato a morte per “aver dubitato dell’esistenza di dio”, che continuano a postare i loro ridicoli versini e i loro ridicoli commentini alle fotografie che li ritraggono in tutte le pose, compresi gli aspiranti poeti di 80 anni che continuano a postare su facebook una poesia alla settimana.. Possibile, mi chiedo, che non si rendono conto di quanto il loro comportamento sia sconveniente ed inopportuno oltre che immondo?
    E mi colpisce che gli innumerevoli blog autosedicenti di poesia non abbiano rilanciato l’iniziativa dell’Ombra delle parole, anzi, abbiano taciuto su questa abnorme sentenza verso un poeta arabo…

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  28. Non vorrei mai commentare stilisticamente i versi dell’indubitabile grande poeta Ashraf Fayadh, condannato a morte per il suo dubbio che io stessa, in alcuni momenti difficili della mia vita, ho avuto nella mente e nell’animo.
    In una “risposta” ho scritto solo : “A questi versi amari, forti e delicati a un tempo, ne devono seguire moltissimi altri…”, dopo averli copiati e augurandogli di poter vivere per continuare a scriverne per tutta la vita.
    Non è proprio il momento delle analisi critiche..
    A proposito di dubbi sull’esistenza di Dio o sulla “Provvidenza” (termine del Cattolicesimo), cioè il guardare di Dio ciò che fanno le sue creature, il porgere loro una mano nei momenti difficili, il fermare la loro mano se stanno per commettere azioni atroci, in alcune mie poesie scritte molti anni fa, prima del 2000 l’una, prima del 2005 l’altra, ho scritto, nella prima:
    “Dove sei? / (…) Solo buio e silenzio! / Perché non mi rispondi?” (da “La luna e la memoria”, 2000).
    Nell’altra poesia, in occasione della strage di bimbi il primo giorno di scuola a Beslan, ho scritto: ” (…)
    Coro : Perché, Dio, tutto questo? / Dove guardavi, Dio?” (era in forma drammatica, con personaggi e coro). (da “Parole d’Ombraluce”. 2006).
    I due libri hanno circolato molto, sono stati letti da moltissimi e premiati persino da una giuria in cui un membro era un Arcivescovo,
    Il nostro è un Paese discutibile sotto molti aspetti, ma a proposito del dubbio sull’esistenza di Dio espresso apertamente io non ho mai subito alcun rimprovero: sono ancora qui, viva e sincera, a costo di crearmi inimicizie.

    Giorgina Busca Gernetti

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  29. Steven Grieco

    Già qualche mese fa questo caso era venuto all’attenzione di “The Guardian”, giornale che io leggo online ogni giorno. Mi sembra che la moglie del poeta abbia anche detto che la salute di suo marito è cosi fragile, che non potrebbe nemmeno scontare la pena delle frustate, senza morirne. Ieri ho sottoscritto la petizione contro la sua condanna a morte.

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    • Anch’io, pur non leggendo “The Guardian”, ero venuta a conoscenza di questa abominevole vicenda che si aggiunge a tante altre simili, seppure per cause diverse e molto spesso compiute contro donne. Il solo pensiero delle 800 (?) frustate in pubblico mi fa rabbrividire. Vogliono maciullarlo prima ancora di ucciderlo?
      Che sia liberato subito! Che sia lasciato vivere nel Paese da lui scelto ove possa esprimere liberamente in poesia ogni suo pensiero sugli argomenti che lo ispirano, ogni eventuale dubbio che possa assalire ogni uomo libero!

      Giorgina Busca Gernetti

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  30. Gino Rago

    Furono i versi di M. Darwish (1941 – 2008) a folgorare Ashraf Fayad lungo i sentieri della poesia. In particolare, questi: “…Potete riempirmi la bocca di terra/ la poesia è sangue del mio cuore vivo/ sale del mio pane/ luce dei miei occhi/ La canterò nella cella della mia prigione/ nello spasimo delle catene/ sotto la sferza fra i ceppi…” E se anche il seme muore nella spiga,
    i chicchi del poeta inonderanno di grano la vallata… Colti e toccanti tutti i commenti. Prezioso, insostituibile Giorgio L. Gino Rago

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  31. Pingback: Libertà per Ashraf Fayadh | La dimora del tempo sospeso

  32. A tutt’oggi 25 Novembre riscontriamo la squisita sensibilità dei destinatari della petizione , che non hanno mosso un dito a conferma della loro mediocrità .
    ( ci auguriamo di essere smentiti da notizie dell’ultima ora )

    leopoldo attolico –

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  33. Pingback: poesie di Ashraf Fayadh, poeta palestinese accusato di ateismo e oscenità e per questo condannato a morte da un tribunale saudita | Il sasso nello stagno di AnGre

  34. Pingback: poesie di Ashraf Fayadh, poeta palestinese accusato di aver “offeso la religione”con le poesie di una sua raccolta e di “portare i capelli lunghi” e per questo condannato a morte da un tribunale saudita | Il sasso nello stagno di AnGre

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