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Il Mangiaparole n°2
in cover Anna Ventura
Simone Carunchio su Dieci poesie kitchen di Nunzia… | |
antonio sagredo su Dieci poesie kitchen di Nunzia… | |
giorgio linguaglossa su Dieci poesie kitchen di Nunzia… | |
giorgio linguaglossa su Dieci poesie kitchen di Nunzia… | |
Simone Carunchio su Dieci poesie kitchen di Nunzia… | |
Lucio Mayoor Tosi su Dieci poesie kitchen di Nunzia… | |
giorgio linguaglossa su Dieci poesie kitchen di Nunzia… | |
antonio sagredo su Dieci poesie kitchen di Nunzia… | |
francointini su Dieci poesie kitchen di Nunzia… | |
Simone Carunchio su Dieci poesie kitchen di Nunzia… | |
rita casale su La stella di Natale, Poesia di… | |
giorgio linguaglossa su Indagine sulle ragioni della C… | |
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letizialeone su Giuseppe Gallo, Quattro mollet… | |
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la tecnica pone fine alla metafisica dell’occidente assegnandole un compito diverso in concomitanza con la dissoluzione della struttura denotativa che ha caratterizzato le lingue umane
in cover Maria Rosaria Madonna
Jacopo Ricciardi
Guido Galdini
sobre poesía y otras alimañas - sulla poesia e altri parassiti - sobre a poesia e outros parasitas
La poesia non ha rimandi . La consapevolezza d'essere poeta è la stessa spontanea parola che Erode. Stermino io stesso il verso.
L'uomo abita l'ombra delle parole, la giostra dell'ombra delle parole. Un "animale metafisico" lo ha definito Albert Caraco: un ente che dà luce al mondo attraverso le parole. Tra la parola e la luce cade l'ombra che le permette di splendere. Il Logos, infatti, è la struttura fondamentale, la lente di ingrandimento con la quale l'uomo legge l'universo.
L'uomo abita l'ombra delle parole, la giostra dell'ombra delle parole. Un "animale metafisico" lo ha definito Albert Caraco: un ente che dà luce al mondo attraverso le parole. Tra la parola e la luce cade l'ombra che le permette di splendere. Il Logos, infatti, è la struttura fondamentale, la lente di ingrandimento con la quale l'uomo legge l'universo.
La presenza di Èrato vuole essere la palestra della poesia e della critica della poesia operata sul campo, un libero e democratico agone delle idee, il luogo del confronto dei gusti e delle posizioni senza alcuna preclusione verso nessuna petizione di poetica e di poesia.
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Mirza Asadullah Ghalib affascina il lettore per la freschezza, quasi ingenuità, nel contempo profondità filosofica dei suoi versi, strutturati in distici rimati nel modo illustrato con precisione da Steven Grieco.
I veri poeti della fascinosa India, almeno per le mie scarse conoscenze, hanno questo nucleo ispirativo: il cielo notturno, le stelle, l’alba, la natura, gli uccellini, i fiori, l’amore, la sofferenza dell’uomo e la pazienza nel sopportarla. Mi riferisco anche a Rabindranath Tagore, benché l’epoca, la regione indiana, la lingua, la struttura delle poesie siano diverse da quelle di Mirza Asadullah Ghalib.
Forse è l’anima dell’India che sa creare poeti così grandi.
Mi piace riportare alcuni distici veramente pregevoli (quattro Ghazal e uno Sher):
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“non tutti, solo alcuni apparvero nei fiori e nelle foglie –
chissà i volti…