La poetry kitchen incontra gli studenti della Scuola secondaria di primo grado di Frascineto e le II classi del Liceo Scientifico di Castrovillari, a cura di Mimmo Pugliese, Tre tavole di Lucio Mayoor Tosi, ascensore, e senza titolo, 60×60, acrilici, 2024

Lucio Mayoor Tosi Ascensore 70x70 2024

(Lucio Mayoor Tosi, ascensore, 70×70, acrilico, 2024)

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Nell’ottica di approfondire e rendere fruibile quanto più possibile la poetry kitchen, ho intrapreso un percorso esplorativo attraverso le scuole del circondario.

Ho avuto il piacere di essere accolto con molta simpatia da dirigenti e corpo docente di una Scuola secondaria di Primo Grado (ex scuola media) di Frascineto (Cs) e di un Liceo Scientifico di Castrovillari (Cs).

Il primo approccio è stato esclusivamente conoscitivo ed è subito maturata una genuina curiosità intorno al fenomeno P.K. Quasi nessuno (tra gli adulti) ne aveva mai sentito parlare e, di fronte alla novità, si  è sviluppata una spontanea attenzione.

Il secondo step è stato rappresentato dal coinvolgimento degli alunni/studenti.

In occasione della “giornata mondiale della poesia” (21 marzo) vi è stata una full-immersion di circa 3 ore nella poetry kitchen con tutte le II classi del liceo scientifico, circa un centinaio di ragazzi accompagnati dai rispettivi docenti.

Scelti da loro, sono stati letti brani tratti dal mio libro Domani il giorno comincia un’ora prima e dall’Antologia della Poetry Kitchen 2023, cui ha fatto seguito un vivace confronto con annesso sforzo interpretativo . Attratti dalla novità alcuni degli studenti, invitati e non forzati a farlo, hanno scritto dei testi. Alcuni davvero encomiabili, sia per la forma che per il contenuto.

Alla fine dell’incontro ci si è dati appuntamento per altre occasioni che, allo stato non sono state ancora calendarizzate. L’obiettivo è proseguire questa esperienza divulgativa e, raccolti ulteriori testi, pubblicarli successivamente sulla rivista, fornendo tangibilmente contezza della capacità espressiva dei ragazzi e al contempo riconoscere loro lo sforzo profuso.

Un po’ diverso l’andamento con i ragazzi della scuola secondaria di primo grado.

Considerata la loro età ( 11/14 anni) non è stato facilissimo attrarne l’attenzione. Ci sono voluti diversi incontri settimanali, ma alla fine e soprattutto grazie alla loro qualificata docente di italiano, qualcosa di buone ne è sortito.

Anche loro sono stati invitati a scrivere una poesia a tema libero e alcuni ne hanno fatte più di una. Ovviamente  si premia l’impegno atteso che per essi la materia non era semplicissima ma la fantasia e una certa profondità di pensiero è emersa.

Era e rimane questa la mission degli incontri:  sviluppare l’immaginazione ed accendere curiosità, elementi necessari per confrontarsi con situazioni nuove. Territori nei quali gli adolescenti si tuffano con maggiore vigore e stupore.

Di seguito, dopo avere ricevuto il consenso dei genitori, si pubblicano alcune poesie scritte dagli alunni della Scuola secondaria di primo grado di Frascineto e dagli studenti delle II classi del Liceo Scientifico di Castrovillari.

(Mimmo Pugliese)

Lucio Tosi Senza titolo 3 60x60 2024

(Lucio Mayoor Tosi, senza titolo, 60×60, acrilico, 2024)

Lucio Tosi Senza titolo, blu 60x60 2024

(Lucio Mayoor Tosi, senza titolo, blu, 60×60, acrilico, 2024)

LA MIA NUOVA CLASSE

Quest’anno alle medie sono andato
e tanti amici ho trovato.
Nella mia classe sai chi c’è?
Agostino che un po’ distratto è.
C’è anche Martina
che dello studio è la regina.
Dopo c’è Domenico
che non è mai polemico
e con la sua allegria
tutte le tristezze porta via.
Da Civita siamo in tre
Davide, Gabriele e me.
La creatività e la semplicità
sono doti che Angelica ha.
Anuan e Samuel ogni tanto come Cimabue
quando una cosa fanno ne sbagliano due.
La primavera è arrivata
ed ecco Manuela è ritornata.
Speriamo che nessuno sia bocciato
perché a questi compagni mi sono affezionato

(Vincenzo Pistocchi. I media)

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BUONGIORNO D’APRILE

Bimbo, bimbo vieni a vedere,
giunto è aprile, dolce gentile
tutti, tutti chiama a goder.
Bimbo, bimbo lieto cuor
guardati intorno, saluta il giorno
canta canta grazie al Signor

(Domenico Durante. I media)

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CARO NONNO

Caro nonno,
ho imparato guardandoti e sono
cresciuta imitandoti, portando sempre un
pezzo di te nella mia vita. mi manchi
come l’aria e forse di più.
Ovunque tu sia sappi che
il mio cuore non fa altro
che pronunciare il tuo nome.
dammi un segno, nonno,

.
HO BISOGNO
Di TE

(Martina Alagia. I media)

L’ORIZZONTE VIRTUALE

Nel mondo digitale, l’avventura è reale,
sfide e misteri, la mente travolge e inghiotte
con joystick in mano, l’eroe si rivela,
nel regno del bit, ogni sogno diviene ghiotto.
Pixel che danzano su schermi luminosi,
sospesi nell’etere di mondi sconosciuti
tra salti e battaglie, i cuori sono rosi,
dalla fiamma dell’ardore, che in noi è prodigio.
Amicizie forgiatesi in battaglie gloriose,
l’uno accanto all’altro, senza mai distanza.
Nel regno dei bit, il tempo non è atroce,
e le vittorie sono frutto di fidanza.
Così si scrive l’epopea di un controller,
nel balletto di elettroni, il gioco è iniziato.
Rima baciata, sui codici da svelar,
nel mondo virtuale, ogni sogno è rispettato

(Nicholas Pittari. III media)

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DUE OPPOSTI SI ATTRAGONO

Siamo legati da un legame profondo
come la primavera e l’inverno
tu sempre vivace io sempre spento
siamo come l’inferno e il paradiso
sempre a darsi fastidio ma nel
profondo sappiamo che non esiste l’uno
senza l’altra e per questo ci amiamo.
Siamo così diversi eppure così uguali
siamo due opposti perfetti.

(Mattia Guglielmo. III media)

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LA GUERRA

La guerra è un’agonia
che la vita ti porta via.
I carrarmati marciano al fronte
e i colpi ai soldati arrivano in fronte.
Fucili pistole e bombe
sono questi che aprono a forza le porte.
La gente muore a terra
per poi essere messi in una bara stretta.
E’ ora di dire basta alla guerra
e di poggiare le armi a terra.
Protestiamo contro questi killer e dittatori
e facciamo si che la pace ritorni

( Antonello Ferrari. III media)

.

Gli studenti del Liceo Scientifico hanno consegnato i testi in forma anonima.

IL TUO PROFUMO

Il tuo profumo
riscalda il mio cuore,
sempre pronto ad osservarti con stupore
le tue carezze mi accompagnano
ogni giorno
anche durante un periodo cupo
ali lì, ad abbracciarmi come solo tu sai fare,
con te la me bambina ritorna ad amare

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TRA BUCHI NERI

Tra buchi neri e nuvole di gas,
tra morti oscure e nuove vite,
nel vuoto silenzioso,
nasce un elemento che va al centro di essi,
proprio quell’elemento che tiene,
tutti noi con gli occhi aperti
e i polmoni attivi.
L’energia.

.

PRIMAVERA

Raggi di sole attraversano la finestra,
è primavera,
ronzii, campane vecchi colori
che fanno riaffiorare i ricordi.
Nel dolce tepore,
risvegliano i fiori,
canta l’usignolo,
la primaverà è qui,
gioia e colori

.

IL MARE LE ONDE

Il mare, le onde
le fionde, l’albero maestro
spiegata la vela da un cesto
raccolgo la mela,
il fiore della vita nasce dal seme
scorre il fiume con il vento
e dentro di melo sento, lo sento

.

TI NASCONDI

Ti nascondi nel buio della camera,
hanno giocato con te come una bambola
guardi quello schermo, ma ti agita
ancora…
stringi quella collana al petto
ricordi quando l mondo era perfetto?
ora invece crolla tutto quanto
ancora…

.

ALBERO NEL BOSCO

Albero canta nel bosco
sente una voce .. “ il cespuglio”
sono in molti
tutti colti
tutti folti
chioma grande
suonano le bande.
Vede un uomo è il boscaiolo
si sente solo
in mezzo al nulla
dorme nella sua culla.
Fine.

.

RICORDO

Ricordo ancora in modo vivido
la purezza nella tua risata.
la finezza di ogni tuo gesto
la brillantezza dei tuoi occhi incantevoli.
Ricordo ancora vividamente
il tuo cuore tremolante e imbarazzato;
dopo un complimento inaspettato,
un abbraccio desiderato
oppure un nomignolo adorato.
Ricordo ancora oggi e così il resto dei giorni:
il tuo ciuffetto disinvolto
il tuo essere tanto colto
e il tuo modo sempre coinvolto.
Ricordo ancora:
il calore della tua anima
l’eleganza della tua essenza
e il guardare il mondo
attraverso gli occhi tuoi.

(A Giuseppe- 24.2.2007/20.7.2023)

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HOOD GHETTO BENDO

Hood Ghetto Bendo
compro n rolex e te lo vendo
Halo pronto sento
pure loro ci stanno sentendo
Wagliu, wagliu, schend abbash
gioco a clash royale e bbawl stabs

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CON UNA MANO

Con una mano tocco la luce
che lontano mi conduce;
poi arriva la notte,
che porta con se mille lotte;
da lontano ammiro
come navi il mio cammino;
giorno e notte,
si avvisa la morte;
corta la vita,
che da poco è iniziata,
pare lontana la fine
ma lentamente si avvicina
e silenziosamente cammina.

12 commenti

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12 risposte a “La poetry kitchen incontra gli studenti della Scuola secondaria di primo grado di Frascineto e le II classi del Liceo Scientifico di Castrovillari, a cura di Mimmo Pugliese, Tre tavole di Lucio Mayoor Tosi, ascensore, e senza titolo, 60×60, acrilici, 2024

  1. Evviva Mimmo Pugliese!

    Insegnare arte ai bambini non serve a farli diventare artisti: serve ad allenare la mente alla creatività, così che non diventino semplici ripetitori. Futuri professionisti, idraulici o carpentieri, avranno più cuore, intelligenza, fantasia…

    La rima è un salvagente, aiuta a collegare pensieri che altrimenti sarebbero kitchen (scoordinati, improvvisi lampi). Ma le canzoni hanno rima, le poesie no, non necessariamente.

    «E allora che gioco è, se mancano le regole?»
    «Se scrivi in rima, per una ricerca, rischi di mandare Google in affanno…». «Google prende in considerazione le singole parole».
    «Ci sono poeti che scrivono e pensano in questa maniera?»

    «Non che io sappia. E poi siamo già all’intelligenza artificiale. Non sai che libro scegliere? Chiedi a Google: “Suggeriscimi un un nuovo libro da leggere stasera, domani sarò in Cornovaglia”. Fino a poco tempo fa avresti scritto Libro e Cornovaglia».

    Grazie all’IA anche gli analfabeti potranno scrivere in modo decente. Ci capiremo meglio l’un l’altro, quindi ci annoieremo a morte.

    LMT

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  2. Quello che mi colpisce il queste “tavole” di Lucio Tosi, come a me piace chiamarle, sono i colori piatti di fondo e i colori piatti sovraesposti, qui non si dà profondità, non si dà spazio, ci sono però geometrismi, figure geometriche. Che l’ “ascensore” sia un cubo nero (piatto) che periclita su di una pendenza (piatta) lascia ad intendere ben altro. I bambini potrebbero allegramente degustare questa pittura, un po’ meno gli adulti acculturati con la cultura di massa, perché gli adulti si chiedono subito: Dov’è il significato, che cosa vuol dire quel colore lì e quel colore qui? Con questi Signori non ci può essere alcun colloquio che tenga, loro parlano per e con i significati. Così la poesia tradizionale che è legata ai significati come a un nocciolo metafisico. Penso che i poeti elegiaci non siano «canaglie» (come li etichettava Baudelaire e Mario Lunetta) ma degli stupidi perché si fermano al significato e non si smuovono di lì nemmeno a cannonate. In questa pittura di Lucio en plei air c’è della libertà, quella libertà che la sua poesia ancora va cercando, ma non è detto che non la trovi, è che Lucio cerca la libertà con il freno a mano tirato e con il ferro da stiro incandescente, quando invece dovrebbe andarla a cercare a bordo di una mongolfiera (ah quanto pagherei un viaggio a bordo di una mnglofiera!). Cmq questa svolta verso i colori piatti, verso la semplicità dei colori e delle forme è un punto di arrivo ragguardevole lungo la strada che porta ad un linguaggio figurativo essenziale. Complimenti quindi a Lucio Tosi.

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    • Caro Giorgio,

      ti rispondo così: che sono opere bidimensionali realizzate con una gamma di colori assai ristretta. In un certo senso la pittura è sempre progettuale, di quel che potrebbe essere o significare. Ma le domande vengono dopo, se il dipinto riesce ad incuriosire. Quindi la mia riflessione è interamente concentrata sul linguaggio (forma e colore), il quale arriva prima delle domante.
      Le opere sono declinazioni più o meno riuscite del linguaggio che mi è capitato, per così dire, tra le mani.
      La stessa cosa mi è accaduta in poesia, anche in poesia il mio lavoro è concentrato sulle parole, sul linguaggio che si sta configurando composto di rapidi déjà vu – ma più spesso sono déjà entendu, per sentito dire – rielaborati o inventati di sana pianta.
      Questi miei nuovi dipinti contengono molto vuoto, di solito sul finire dell’opera tolgo e tolgo. Se c’è della geometria è intuitiva, di esattezza non matematica.

      Grazie per questa bella esposizione.

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  3. milaure colasson

    I bambini hanno del significato un concetto analogo a quello del pallone, lo acchiappano e gli tirano calci. E’ proprio questo il modo vantaggioso e oltraggioso con cui trattare a dovere il significato, prenderlo a calci, dargli tanti calci… i giovanissimi studenti percepiscono benissimo il Collasso del Simbolico, il Collasso dei linguaggi, dei valori, dei significati. E’ sufficiente questo distico qui :

    ricordi quando il mondo era perfetto?
    ora invece crolla tutto quanto

    dove è kitchen il modo garibaldino di avvicinarsi al linguaggio poetico, prenderlo di petto. I giovani vanno subito all’essenziale, non hanno tempo da perdere intorno alle svenevolezze e ai dolciumi della poesia elegiaca. E questo è bene. Un bravo al loro maieuta Mimmo Pugliese. E un bravo anche alle bellissime “tavole” di Lucio Mayoor Tosi. Non so se qui si possa parlare propriamente di Collasso del Simbolico, i colori piatti e senza sfumature (che anch’io impiego nei miei recentissimi lavori) sono un indizio di ciò che accade al linguaggio figurativo quando i significati sono stati spazzati via dal discorso figurativo, quello che resta sono figure pseudo-geometriche che ospitano colori netti legate tra di loro da rapporti che soltanto la matematica topologica può esplicare. Penso che queste figuralità dicano quello che è abbastanza evidente: che non c’è alcuna ermeneutica da fare, la pittura di Lucio Tosi respinge al mittente ogni ermeneutica.

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  4. antonio sagredo

    Un corteo di specchi saltò fuori dai confessionali per venirmi incontro
    coi suoi riflessi variopinti e senza fiato si dispose come un caos
    ordinato su candidi altari tra calici e ostie. Colava il sangue del tempo
    irreversibile disteso sul legno di un patibolo predestinato.

    Un pensiero e un ardire senza dimensioni, nessun terrestre indizio
    mi circondava, nessuna visione o realtà concreta intorno, nessun
    peso e gravità, nessun appiglio a un qualcosa di angoscioso o sereno…
    dopo la fine, né l’uno, né il tutto, né il corpo, sentivo…

    Ero come un prima di un inizio e un dopo una fine
    e l’uno e l’altro indistinti… puro spirito?, non lo so, sentivo la mancanza
    e l’assenza di un dopo l’inizio e un prima della fine
    qualcosa simile a una musica o poesia in facere

    Un prima e un dopo un concerto o una composizione finita…
    Invece erano soltanto partitura vuota o foglio bianco.
    Nessuna soglia dove posare i miei piedi inusuali, nessuna scala,
    nessun gradino a sostenere il passo, nessun suono sottilissimo
    e l’eco continuo che fu un tempo il mio linguaggio…

    (Dottor Cessantibus)

    E se un prima non ci fosse, nemmeno in un nuovo inizio
    potremmo sperare nell’ultimo prodigio… non ci sarebbe
    una fine da glorificare perché nessun altare è sospeso, il mito
    è evanescente, lo zero è più luminoso del sole Nemesis.

    Ciò che non ho conosciuto nel passato lo conoscerò nel futuro?
    La richiesta di un capestro serpeggia sul capo di un poeta
    disadorno, la domanda si contorce priva di lingua e non ha
    con che discorrere e gridare… andiamo a morire allegramente?

    Ciò che ho conosciuto nel futuro lo conoscerò nel passato?
    La risposta è un mistero cinese che custodisce un fragile
    labirinto di porcellana nel sigillo bianco e blu di Pierrot.
    La maschera ha il colore di un Rosario di Girgenti

    (Dottor Cessantibus)

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  5. milaure colasson

    caro Mimmo,

    penso che questa esperienza di portare la poesia kitchen ai giovani sia stata esaltante, è come lavorare su una tabula rasa, anzi, è proprio dalla tabula rasa che bisogna ripartire, i giovani devono essere educati a maneggiare le parole e la fantasia, perché senza fantasia anche le parole si impoveriscono. Hai fatto un notevole lavoro e penso che ti sei anche divertito, queste sono esperienze che i ragazzi non dimenticheranno mai, perché restano nel profondo. Nel mio profondo è rimasto il ricordo di una insegnante di francese che metteva la musica e ci incitava a scrivere liberamente poesia sull’onda musicale, avevo 13 anni e il ricordo in me è ancora oggi vivissimo.

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  6. UN NEUTRONE PER AMICO

    Non è mai l’ora della maschera di fuoco
    coi frutti che bruciano le curve del colombo.

    Ah, maggio preferisce i mercati nelle gruviere
    dove i giuristi,
    alla luce della fiamma appena scoperta,
    giudicano il gesto del babbuino.

    Dov’è l’acredine del cavillo,
    lì si schianta l’aereo della sentenza
    e la zanzara del mattino consegna
    il sangue al poema.

    Il cielo imbottito d’infanticidi occupa tre quarti di urlo
    e l’armonica imbastisce un ritmo di succhiotto alle mitraglie.

    C’è da attraversare il Sahara della granata,
    portare i feriti oltre il confine del granello armato
    ma noi non abbiamo abbastanza nervi
    per cucire mammelle sul dorso di api
    né per riempire di tritolo il muso delle farfalle.

    Ci sono camion in equilibrio sui rami
    ma nessuno che risolva il mistero
    della spoletta nel vaso di miele.

    Se l’intelletto nutre il cavolfiore
    è perché il geyser nel nervo ottico ha colpito il trigemino.

    C’è di che ridere nell’invocare un ulivo armato
    Un tiro ad effetto di neutrone nell’angolino di un clochard
    E goal decisivo, finalmente!

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  7. attanasio cavalli

    una altra perla di Antonio Sagredo si aggiunge a una collana senza fine, rarità straordinaria se si calcola la età del poeta…

    che racchiude come in uno scrigno altre collane di notevolissimo valore. In questo ultimo componimento il poeta dona ai lettori il suo stato nel tempospazio privo di qualsaisi dimensione…

    è una ebbrezza dionisiaca che in “Dopo la fine” si gioca il suo destino.

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  8. caro Attanasio,

    ti sarei grato se magari qualche volta commentassi anche il post di giornata, non solo le poesie di Antonio Sagredo che sono, queste ultime, le cose più belle che lui ha scritto, senza dubbio, ciò significa che la frequentazione dell’Ombra delle parole ha dato i suoi frutti.

    Le poesie dei giovanissimi studenti recano l’impronta della rima e di un discorso poetico, diciamo, di scuola, e non poteva essere diversamente, però le lezioni di Mimmo Pugliese hanno dato frutti se è vero che qui e là baluginano vere e proprie perle di originalità linguistica.

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  9. attanasio cavalli

    Caro Giorgio,

    lo farò appena possibile. Ti ringrazio per l’attenzione che rivolgi ai miei commenti, ma come hai scritto talvolta pecco di egoismo,

    ed è giusto pensare al mondo che nonostante tutto mi circonda.

    ——————————

    Ma da poco ho scoperto che qualcuno di gran talento ha sotto posto alla intelligenta della AI alcuni versi di Sagredo, e che il rusultato sono tre immagini che di Sagredo colgono la tensione dionisiaca, ma è ben lontana la AI – ancora – di definirla bellamente.

    ———————————–

    Comunque dalla prossima volta commenterò il post di giornata.

    grazie a tutti

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