Kari Hotakainen nasce nel 1957 a Pori, nella Finlandia occidentale, e attualmente vive ad Helsinki. È tra le voci più vigorose della letteratura finlandese contemporanea ed è forse il più versatile scrittore in lingua finlandese: dal suo debutto, all’inizio degli anni 1980, ha pubblicato articoli, saggi, poesie, libri per bambini e per ragazzi, romanzi, sceneggiature televisive e teatrali, drammi radiofonici per adulti e per bambini. Ha studiato letteratura, ha lavorato come redattore, ha fatto esperienza anche nel campo pubblicitario, e dalla seconda metà degli anni 1990 è scrittore freelance. Hotakainen è tra i rari autori le cui opere sono apprezzate e riconosciute dalla critica (tra i vari premi ricevuti, possiamo citare almeno il Premio nazionale per la letteratura, il Finlandia, il Premio del Consiglio Nordico e il Premio Nordico per l’opera drammatica) e allo stesso tempo godono del favore di un vasto pubblico di lettori – il romanzo Juoksuhaudantie, (2002; Via della trincea, 2009, trad. Nicola Rainò) è uno dei romanzi finlandesi più venduti in assoluto.
Debuttò con alcune raccolte di poesia: I fastidiosi colpi sotto la cintura (Harmittavat takaiskut, 1982), Chi ha paura dell’uomo nero (Kuka pelkää mustaa miestä, 1985), Hot (1987) e Poesie (Runoja, 1988). Nel 2000 è uscita una scelta delle sue poesie edite intitolata Mucchio di ceppi (Kalikkakasa), dalla quale sono tratti molti dei testi che qui presentiamo. Le sue poesie (e anche più in generale i suoi testi in prosa) sono caratterizzate dall’uso di nonsense, umorismo secco, assurdo, surreale e fantastico, riflessioni aforistiche e laconicità d’espressione, aspetto questo comune a molti altri scrittori finlandesi. Il titolo della raccolta Mucchio di ceppi, secondo l’autore, sottolinea sintomaticamente il carattere delle sue poesie. Più che alla lezione dei maestri del modernismo finlandese del dopoguerra, Hotakainen dichiara però di ispirarsi, più o meno direttamente, ad autori successivi, quali Ilpo Tiihonen (1950 – 2021) e Sirkka Turkka (1939 – 2021); in particolar modo a quest’ultima, della quale, come lui stesso ammette, ammira soprattutto quella crudezza d’espressione che ritroviamo anche nei lavori in prosa di Hotakainen.
Ad una lettura superficiale, l’uso di iperboli e, allo stesso tempo, un certo minimalismo e un umorismo sottile potrebbero suggerire paragoni con altri autori finlandesi famosi, come il regista Aki Kaurismäki, con il quale però, come lui stesso dichiara, condivide pochi tratti: “Forse è possibile trovare delle similitudini a livello di dialoghi e per il fatto che entrambi raccontiamo della solitudine; d’altro canto, però, il tema della solitudine è trattato anche da migliaia di altri autori nel mondo. La Finlandia è un paese così piccolo che quando qualcuno di noi sfonda sulla scena mondiale fa un po’ il lavoro di uno spalaneve: apre la strada agli altri. Un’altra possibilità sarebbe di paragonarmi ad Arto Paasilinna, perché lui è un altro finlandese che ha fama mondiale. A meno che non consideriamo anche i piloti di Formula 1.” Leggendo i suoi testi poetici di fine anni 1980, la strada dell’autore sembra ormai segnata e lo spostamento verso la prosa diviene sempre più accentuato: le poesie hanno una trama, gli slanci lirici si affievoliscono e più che fotogrammi offrono una breve storia visiva completa, sono dei veri e propri cortometraggi. E anche i temi che fanno capolino in queste poesie, come il conflitto tra civiltà e natura, la difficoltà di comunicazione tra i sessi e tra le generazioni, la solitudine, l’analisi della mascolinità contemporanea e della società finlandese, in generale, li ritroviamo nei suoi lavori successivi in prosa. In ogni testo di Hotakainen emergono un ritmo e una musicalità accentuati; egli stesso, del resto, dichiara apertamente l’importanza della musica come fonte di ispirazione per i suoi testi: “Nella musica cerco un’esperienza forte, di abbandono, la struttura e i ritornelli. La struttura la si impara dalla musica classica, tutto il resto dalla musica pop.” E proprio la musica pop rappresenta per l’autore non soltanto una fonte di ispirazione formale, ma anche tematica, com’è possibile notare, ad esempio, nel romanzo Il sacco dei peccati (Syntisäkki, 1995) e soprattutto nelle poesie su Johnny Cash, presenti appunto nella raccolta Mucchio di ceppi. Come per il suo debutto prosaico, Buster Keaton, Vita e fatti (Buster keaton, Elämä ja teot, 1991), una variazione postmoderna e fittizia dell’autobiografia di una personaggio famoso della cultura pop, situata in parte in America e in parte in Finlandia e caratterizzata dall’ammirazione per il mondo delle comiche, anche le poesie su Johnny Cash offrono un’analisi indiretta dei vari aspetti della società e della cultura finlandesi e, allo stesso tempo, dimostrano il fascino che su Hotakainen esercita la popular culture americana, come anche l’interesse dell’autore per l’impatto che questa cultura ha sull’Europa. Riferendosi all’album di Cash American Recordings (1994), Hotakainen afferma: “Il disco si è impresso nel mio subconscio, confermando il mio sospetto che non tutta la musica definita leggera debba per forza esserlo.” Analizzando le poesie su Johnny Cash, si nota subito che sono nate nel periodo in cui Hotakainen scriveva prevalentemente in prosa, vale a dire durante la seconda metà degli anni ’90. Lo stesso autore le caratterizza nel seguente modo: “Questi brani sono prosa più che poesia, parlano di me più che di Cash.”
Nel 2007 esce la raccolta di testi brevi Finnhits, quello che possiamo considerare il culmine del suo stile brusco e laconico, e che sembrerebbe un personale omaggio dell’autore alle celebrazioni per il novantesimo anniversario dell’indipendenza della Finlandia. Anche in questo caso, ci troviamo di fronte a microstorie poetiche che coprono i vari temi cari all’autore già citati in precedenza, narrate con il classico stile di iperboli surreali e umoristiche. Nel suo modo di osservare il mondo c’è qualcosa di poeticamente fanciullesco: l’abbattimento di convenzioni, l’assurdità e la gioia sono le stesse espressioni del mondo dei bambini, e non è forse un caso che ritroviamo queste qualità, oltre che nei suoi testi poetici, anche in quelli che si potrebbero definire “libri per l’infanzia”, anche se, essendo il suo un genere molto specifico, a volte verrebbe da chiedersi se essi siano davvero adatti come libri per bambini.
Pur avendo acquisito un passo ormai da prosatore, la poesia rimane se non il genere, almeno il punto di vista a lui più vicino: “La poesia mette il sigillo a tutto ciò che l’essere umano compie. Quando un autore debutta come poeta, continuerà a guardare il mondo come un poeta. Spero che lo si veda anche nella mia prosa; le mie opere sono un po’ come me: inquiete ed impazienti. Non riesco ad immaginare di poter continuare a scrivere soltanto romanzi, e anche se è difficile che torni ad usare una forma “pura” di poesia, cerco sempre di includere dei passaggi poetici nei miei scritti.”
In ogni nuovo testo, Hotakainen cerca di presentare qualcosa di diverso, pur essendo consapevole di come sia difficile, se non impossibile, evitare che nello stile prevalga una certa maniera. Come scrive in un suo aforisma: “Prima lo scrittore cerca di trovare un suo stile. Quando lo trova, quello stile si trasforma in maniera. Il resto della vita lo passa a cercare di liberarsene.”
(Viola Parente-Čapková)
[Testi di Kari Hotakainen sono stati pubblicati in italiano su”Poesia” n°9 di Crocetti, Settembre 2010]
Fotografia
Ci fecero
una foto: tu in piedi in un fiore di vestito
che copre tutto, dai tuoi occhi si intuisce
che sotto non c’è niente.
I seni flosci sfregano il cotone.
Le gambe unite, strette: ti sei concessa
ma non cederai più, almeno non prima delle quattro.
Io severamente in piedi accanto
come una fragorosa risata ricucita,
nella gamba un caldo mucchio di carne arrivata lontano.
Sullo sfondo si vede un po’ di società.
Quella si trova in ogni foto.
.
Alfabeto
La luna è vermiglia.
La macchina non la si può guidare giù dalla scarpata
senza ferire i parenti.
La donna è piccola.
Bisogna stringerla con discrezione tra le braccia,
si libera dalle catene
e diventa indipendente, in solitudine.
Il cielo è azzurro.
Lì conduce una scala a pioli.
Sulla scala ci sono puntine, chiodi,
cotone e relazioni umane.
La terra è grigia.
Da qui si parte.
.
Poesia
Un corvo
pennello nero
pulisce il cielo sfregandolo
con lunghe traiettorie terse
Il gelo sbatte i tappeti
il più variopinto lo stende
ad arieggiare sul filo dell’orizzonte
Il gatto accoccolato a terra
su un vettore aereo nelle cui viscere si stilano programmi
perché c’è una fede infinita
che i topi non attaccheranno
ma avranno paura per tutta la vita
Un bracciante fuggito dallo spaventapasseri
avvia con la manovella
il cavallo congelato
il cui zoccolo si trasforma a sua volta
in luce azzurra sotto la sella
Il sole riscalda il padrone indolente
la padrona matura svapora sul prato
mi faccio strada a fatica tra i tuoi capelli
sulla ciglia si arresta un semi rimorchio
chiedo un passaggio: strizza l’occhio
fallo cadere tra le tue montagne
a riposare
* * *
Manderei un sms, ma il cellulare è in fondo alla fontana di Piazza mercato. Scriverei, ma due dita della mano destra sono rimaste sotto la sega circolare. Ti chiamerei, ma dopo il trasloco non riesco più a trovare il telefono di casa. Verrei a trovarti, ma non ricordo più se sia il 34 G 78 o il 32 C 78. Chiedo agli amici. Parlo con sconosciuti ai distributori di benzina. Mostro la tua foto ad ogni angolo di strada, come si fa nei film polizieschi. Ti cerco, un abbraccio vuoto. Il tuo profumo in me, la doccia non funziona.
* * *
La Lukoil ha comprato la Teboil ma non i suoi clienti. La compagnia russa ha condotto un’indagine sulla clientela ed è giunta alla conclusione che di clienti così ne ha già abbastanza. Non volevano avere inutili duplicati. La decisione dell’acquirente è stata accolta con gioia al tavolo dello snack della Teboil. Repa, Jukkis e Tane hanno festeggiato la notizia con un caffè supplementare, continuando il simposio, i cui temi principali erano il prezzo della benzina, la tassa sulle automobili e la politica d’immigrazione. Sulla benzina e le automobili raggiunsero presto l’unanimità, e dopo un lungo dibattito fu deciso di accogliere quattro profughi. A condizione che conoscessero la lingua, avessero mezzi finanziari per comprare un appartamento e la qualifica di idraulico.