Toshiko Hirata (1955), inizialmente si è affermata come una presenza di primo piano tra le poetesse che emersero in Giappone nel 1980. Her poetry collections won her the Contemporary Japanese Poets Prize and the Bansui Poetry Award. Le sue raccolte di poesie lei ha vinto il Contemporary Japanese Poeti Premio e il Premio di Poesia Bansui. She then started writing plays, and from the year 2000 broadened her range further to include prose fiction. Piano sando (Piano Sandwich), her first collection of stories, was published in 2003. Shi nanoka (Seven Days of Poetry), a collection of poems, was awarded the Hagiwara Sakutaro Prize in 2004. Futari nori (Seats Two), her second work of fiction, won the Noma Prize for New Writers. Ha poi iniziato a scrivere per il teatro, e dal 2000 ha ampliato la sua gamma ulteriormente per includere la prosa narrativa. Piano Sando (Piano Sandwich), la sua prima raccolta di racconti, è stato pubblicato nel 2003. Shi nanoka (sette giorni di poesia), una raccolta di poesie, è stato assegnato il Premio Hagiwara Sakutaro nel 2004. Futari nori (Due seggi), il suo secondo lavoro di finzione, ha vinto il Premio Noma per nuovi scrittori. Subsequent works include Nagurareta hanashi (Beaten Up, 2008), a short story collection, and the novel Suropu (Slope, 2010), about a middle-aged divorced woman living on her own. Opere successive includono Nagurareta hanashi (Preso a pugni, 2008), una raccolta di racconti, e il romanzo Suropu (Slope, 2010), su una donna di mezza età che vive divorziato da sola.
(da Vertigine – antologia di poesia giapponese contemporanea, Empirìa, 2004 traduzione di Yasuko Matsumoto e Massimo Giannotta)
Agenzia per i suicidi d’amore
Il posto del passeggero ha detto che si era passati anche ieri di qui.
Riconosco l’insegna che indica (uscita, uscita)
Il posto di guida ha detto che non ci si era passati.
Ha crollato la testa il posto del passeggero
l’auto va tranquilla sul sentiero di montagna.
Anche di qui ieri siamo passati
ricordo l’insegna vicina a quella del Soba Dôraku*
Il posto di guida ha detto che non ci si era passati,
e poi quello che ho visto è l’insegna del Soba Sagura e non del Soba Dôraku.
Ha crollato la testa il posto del passeggero
l’auto va tranquilla sul sentiero di montagna.
Anche di qui ieri siamo passati
riconosco l’insegna dell’agenzia per i suicidi d’amore
quando ho detto che era un albergo tu mi hai risposto che era un negozio di altari buddisti
hai fermato la macchina
sei entrato nel negozio dicendomi di aspettarti un po’
quando sei uscito avevi con te una bustina
ti chiedo: «Che cos’è?» mi rispondi: «Nulla»
ricordo di aver pensato
se esiste il suicidio collettivo ci sarà anche l’uccidersi insieme per amore
che ieri siamo passati di sicuro per questa strada
ha detto il posto di guida «Sembra che tu ti annoi»
e che forse invento il racconto per la noia del susseguirsi di paesaggi simili.
Ha crollato la testa il posto del passeggero
l’auto va tranquilla sul sentiero di montagna
la montagna è irsuta
i cedri sono piantati fitti
i rampicanti salgono per i loro tronchi
da un tronco all’altro
i rampicanti si avvolgono strettamente fino in alto
ho pensato se avvinghiati in questo modo dagli altri
si stia bene così
se il cedro si sentisse bene così
e fosse felice di essere avvolto
ho pensato «Per l’amore che porta a qualcuno» vorrà dire questo.
Cammina traballando un cane pelle e ossa
una razza a pelo corto di color marrone che si trova nel pet-shop
sarà stato portato sul sedile posteriore di una macchina
e abbandonato sulla montagna
«Cosa gli succederà?»
«Non lo so» ha risposto il posto di guida
Il posto del passeggero ha pensato che morirà.
«Cosa ci succederà d’ora in poi?»
«Dove hai intenzione di portarci?»
Ha detto il posto di guida di non saperlo.
«Fermati perché scendo» ha detto il posto del passeggero
«È imbarazzante stare al posto del passeggero se non faccio niente di quello che fa un passeggero
ferma la macchina perché scendo»
ha detto il posto di guida che non deve pensarlo sul serio:
«Anch’io sto al posto di guida quantunque non guidi»
«Però tu guidi»
«Ma no, tengo solo il volante perché la macchina cammina da sola».
Ha crollato la testa il posto del passeggero
l’auto va tranquilla sul sentiero di montagna
Un’auto oscura viene incontro
non c’è nessuno al posto di guida
né al posto del passeggero
«Che vuol dire?» chiede il posto del passeggero
«È il ritorno dopo un suicidio d’amore» ha detto il posto di guida
«quando ci si suicida per amore spariscono i corpi e le figure umane si fanno invisibili»
«Dunque anche noi?
anche noi correremo come quella macchina dopo esserci uccisi per amore?
correremo invisibili?»
Ha detto il posto di guida «Davvero non ricordi nulla?»
«Cosa?»
«Che ieri siamo andati fino in cima passando di qui
lì, per sbaglio, ci siamo uccisi per amore»
«Ma come? allora c’era anche ieri l’insegna con la scritta ‘uscita, uscita’
ricordavo bene, non è vero?»
Contento di quanto è accaduto, il posto del passeggero
ha pensato che più nulla aveva da rimpiangere
* Vermicelli giapponesi fatti di farina di grano saraceno, uova e igname (una specie di patata), molto apprezzati dai giapponesi. Si mangiano d’inverno in brodo caldo, d’estate in salsa fredda. Questo prodotto, in Giappone, è commercializzato da molte ditte.
Massimo Giannotta scrittore, critico, traduttore, si occupa di editoria, di teatro e di televisione. Collabora con diverse Case editrici e riviste, è redattore della rivista on line ‘Le reti di Dedalus’. Ha seguito alcuni settori del Sindacato Nazionale Scrittori. È fondatore dell’associazione culturale La città e le stelle.
Dopo le prime prove: Nostra Patria, 1981; Il Ventre della Notte e Libro di Metamorfosi del 1993; ha lavorato per circa dieci anni alla realizzazione di un itinerario di ‘scrittura sperimentale epica’ costituito di quattro libri: Portolano,1998; La conta di Lancelot,1998; La fortezza marina, 2001 e il Ciclo della crudeltà, 2006. Nel 2009 ha pubblicato: Incerte latitudini. Nel 2014 ha pubblicato Protocolli di autodifesa. Ha al suo attivo lavori di traduzione da varie lingue e Galassia romana, 2001, ricerca sulla poesia a Roma.
Yasuko Matsumoto, dopo aver compiuto gli studi musicali presso l’Università delle Arti di Tokyo (Tokyo Geijutsu Daigaku), si è perfezionata in canto presso il Conservatorio di S. Cecilia in Roma. Ha iniziato la sua carriera artistica in Italia con un concerto lirico accompagnato dall’Orchestra Sinfonica della RAI di Roma nel 1969, in seguito ha svolto un’attività solistica come soprano, tenendo numerosi concerti sinfonici e cameristici con le Orchestre Sinfoniche della RAI di Roma, Milano e Napoli e presso tante altre istituzioni musicali, diretti dagli illustri maestri quali B. Bartoletti,G. Bertini,W. Boettcher,W. Sawallisch, Nino Antonellini e tanti altri. Su invito del M° Nino Antonellini, dal 1977 fa parte del complesso polifonico più prestigioso d’Italia d’allora, Il Coro da Camera della RAI, mantenendo però nello stesso tempo la sua attività concertistica come solista. Nel 1997 esordisce come compositrice a Tokyo,cantando lei stessa, nel 2003 presenta, di nuovo, le sue nuove composizioni liriche e pubblica un volumetto ; Fior di loto, per canto e pianoforte (Eufonia,2004) . Commissionata dal M° Shigeaki Suzuki a scrivere una suite corale,sui versi di tanka di M. Kasuga,e nel 2008 il coro femminile “ Coro Cosmos” la esegue con successo al Tsuda Hall di Tokyo. Ha tradotto, per la prima volta, le poesie di Kikuo Takano in italiano con Massimo Giannotta e pubblicato; l’Anima dell’Acqua (Empirìa,1996), in seguito con Paolo Lagazzi Secchio senza fondo (Fondazione Piazzolla, 1999) e Nel cielo alto (Mondadori, 2003), con Renato Minore L’infiammata Assenza (Edizione Leone,2005). Inoltre pubblicato con Massimo Giannotta, l’antologia di poesie giapponesi contemporanee, Sei Budda di Pietra ( Empirìa ,2000) e Vertigine ( Empirìa ,2005). Con Paolo Lagazzi ha tradotto e pubblicato il tanka di Makiko Kasuga, La nuca di Maitreya (Moretti & Vitali ,2011) . E ha tradotto dall’italiano in giapponese diversi saggi su musicisti italiani; Palestrina nella vita di Lino Bianchi, a cura di Masakata Kanazawa ( Edition Kawai, Tokyo,1999); Giuseppe Verdi: autobiografia dalle lettere ,a cura di Aldo Oberdorfer, nuova ed. a cura di Marcello Conati ( Edition Kawai ,Tokyo,2001); L’origine e la storia dell’Oratorio, Carissimi, Stradella e A. Scarlatti di Lino Bianchi,con la prefazione di Giancarlo Rostirolla, a cura di Masakata Kanazawa, (Edition Kawai,Tokyo,2005) . Inoltre le poesie di Attilio Bertolucci e Mario Luzi col titolo; Vola alta,parola ( Shichò -sha,Tokyo, 2009, Premio Flaiano per Italianistica 2010); Luce di Parma ( Shicho-sha,Tokyo, 2009), liberamente tradotto da All’improvviso ricordando (Guanda,1997) di Paolo Lagazzi, ed infine l’Antologia di poeti abruzzesi, Daniele Cavicchia, Dante Marianacci e Renato Minore con la prefazione di Francesca Pansa col titolo; Vento e filo d’amore, libro dedicato alle vittime del terremoto all’Aquila e del tsunami in Fukushima ,( Shichò-sha, Tokyo, 2013). Nel 2006 esordisce come scrittrice col libro biografico di un missionario canadese, I 55 anni d’amore per il Giappone (Edition Kawai,Tokyo) |