
la superintelligenza artificiale
Francesco Gallieri, imprenditore e libero professionista, ha praticato e pratica l’ingegneria chimica dei prodotti solidi. Ha pubblicato, per i tipi di Elmi’s World, il suo primo libro di poesie Fuori dal coro. È fotografo, ha vinto il premio come miglior foto naturalistica al 13° Concorso Nazionale San Simone di Mirabello e come miglior foto di carro allegorico al 9° Trofeo Nazionale del Carnevale di Cento. Dipinge al computer con lo pseudonimo OPENHARTIG.
[Brutti e Cattivi” è il secondo libro della mia trilogia, Il Postumanesimo è il terzo, mentre La Trascendenza del Pigreco è il primo. Il libro della trilogia è di prossima pubblicazione]
Nota introduttiva di Francesco Gallieri
Il nostro indiscutibile successo come specie ha migliorato di molto la nostra condizione, ma ha anche introdotto una serie inedita di rischi esistenziali, di una gravità tale da far ritenere probabile la nostra estinzione, o il nostro regresso all’Età della Pietra.
Ci sono rischi esistenziali “naturali”, come la caduta di un meteorite, l’eruzione di un supervulcano o anche una pandemia, e rischi “antropogenici”, generati dall’uomo. Fra questi c’è indubbiamente il rischio di una guerra nucleare totale, ma altrettanto pericolosi sono l’Indifferenza, la regressione culturale e tecnologie fuori controllo
Indifferenza.
Oggi si parla solo di crescita, senza soffermarsi troppo sulle conseguenze che questo comporta.
E se qualcuno lo fa notare, solo in pochi si fermano a riflettere. Tutto per il momento va bene, basta che si consumi e si cresca, anche se in ambito sociologico sono state espresse numerose teorie critiche sulla degenerazione delle moderne società di massa ( Marcuse, Adorno, ecc ). Ma questo, posto che lo si conosca, alla prova dei fatti ai più non interessa.
Vi sono poi coloro che continuano a negare l’evidenza del pericolo di una crescita incontrollata e accusano di disfattismo chi si azzarda a parlarne.
Regressione culturale.
Questo è più pericoloso dell’indifferenza. L’indifferenza può essere combattuta, la regressione culturale no.
Prendiamo ad esempio internet. Internet è il più esteso veicolo di cultura che l’umanità abbia mai avuto, non solo un’immensa biblioteca ma una rete pressoché infinita di relazioni culturali.
Il pericolo è insito nella degenerazione del livello delle relazioni. Le relazioni degenerano quando non si misurano più le persone sulla base di ciò che realmente sono o fanno, ma su ciò che dicono di essere o di fare.
Quando gli elementi emotivi prendono il posto di quelli cognitivi, e la reazione istantanea come riflesso condizionato (cioè come pregiudizio) prevale sulla riflessione meditata (il giudizio), e la percezione del presente del sè prevale sulla elaborazione del proprio essere nel tempo.
Quando milioni di persone connesse tra loro sono contemporaneamente isolate, introflesse verso se stesse, e cercano nella rete solo la conferma delle proprie opinioni, col conformismo dell’autoreferenzialità e il populismo delle opinioni settarie.
Gli aspetti negativi di internet sono solo una delle cause della indubbia e massiccia (delle masse) regressione culturale di oggi.
Regressione che è destinata ad aggravarsi sempre più, soprattutto per le reazioni alle conseguenze del catastrofico cambiamento climatico (desertificazione, migrazione incontrollabile di intere popolazioni, ecc.) e dell’esaurimento delle risorse disponibili.
La regressione culturale porta alla protervia dell’ignoranza, che porta inevitabilmente alla violenza e alla distruzione.
Tecnologie fuori controllo
L’enorme e rapidissimo sviluppo della tecnologia può portare a conseguenze incontrollabili o ad abusi ideologici o terroristici, come virus letali creati dalla bioingegneria o minuscoli robot autoreplicanti (nanobot) fuori controllo creati dalla nanotecnologia. Ma la più grande minaccia a lungo termine al futuro dell’umanità è la superintelligenza artificiale.
I. Visioni
Finestre senza conforto
di pareti distrutte
Inferno di Bosch diviso in capitoli
Barriera
di veli numinosi minacciosi
inconfessabili
Corpi
in contaminazioni seriali
Poeti di improbabili metafisiche catacresi
oggetto – soccorso – d’inopia verborum.
Camaleonti
un occhio al passato e uno al futuro
– futuro? –
Visioni d’artista
o Apocalisse di Giovanni?
.
II . Estate
Una strada asfaltata che geme di sudore
materia che sembra non esistere
perché non è
evaporata stracciata saccheggiata
troppo fragile
per resistere al resto della storia
ancora viva ma che dovrà morire.
.
III. Mentre all’inferno
Sull’orlo di una crisi di civiltà
chi nega si rinchiude
incapace di capire
nel recinto dove irride gli avversari
come inutili cassandre ignoranti.
Mentre all’inferno qualcuno spinge
sempre più in basso
le Esperidi dalle mele d’oro
tramontano nei giardini avvelenati
uccise da un uomo
rosso come il peccato.
.
IV . L’angelo della morte
L’angelo della morte
quarto cavaliere dell’Apocalisse
volò sui muri indifferenti
scuotendo le nostre finestre
e ruggendo come un leone
le numerò per categorie.
Quante vite vorrai sterminare, Gabriele,
strappando la maschera dalla criniera
dei nostri boschi, ultimo rifugio?
Nel crepuscolo della nostra esistenza
le foglie si intrecciano smarrite
mentre le menzogne suonano più forte
fra le dorate rovine dell’autunno.
.
V. Uomini di terre di riporto
Uomini di terre di riporto – non consolidate –
malinconici manichini in fandanghi smidollati
posti a macerare
con zucchero e Cointreau
perché dimenticate la forza
della nostra poesia
nei sofisticati
rifugi
– vuoti d’aria d’ozio e di abbandono –
dove sarete alla fine distrutti, e rimossi,
come inutili inverosimili vittime sacrificali?
Qual è il culto a cui dedichereste
questa vostra futura immolazione?
L’agghiacciante risposta
è che non esiste, che non c’è.
I. Sentendo il vento
Sentendo il vento insinuarsi fra le pietre
penetrante come il dolore
– dove nessuna vita è possibile –
i pensieri si aggirano furtivi
come bulbi secchi
che non riescono a sbocciare.
VII. Bisognava pure far qualcosa Continua a leggere