A Sua Santità Papa Francesco
Al Presidente della Repubblica
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Presidente del Consiglio
Appello
Noi, scrittori, artisti, rappresentanti della cultura e delle attività liberali tuttora operanti nel contesto sociale, esprimiamo con forza il nostro dissenso e il nostro rifiuto nei confronti di una disposizione limitativa della libertà personale, che vuole mantenere una fascia di persone ancora attive e in buona salute, il cui apporto di ingegno e di creatività è prezioso per la nostra società, in segregazione sine die solo in funzione di un dato anagrafico, dell’appartenenza cioè a una fascia di età dai 70 anni in su.
Noi affermiamo con forza che questa discriminazione è anticostituzionale in quanto crea una fascia di cittadini di serie B, mentre tutti i cittadini devono essere uguali davanti alla legge, e li priva di fatto della loro libertà con una imposizione del tutto ingiustificata.
Quello dell’età anagrafica non è infatti un criterio che abbia un senso, tanto è vero che in tempi recenti era stata da qualche genetista avanzata la proposta di creare una carta di identità “biologica” in quanto spesso l’età effettiva non corrisponde affatto a quella riportata sui documenti. Non ci sono inoltre motivazioni fondate per affermare che una persona di 70 anni in buona salute sia più a rischio di questo contagio di una persona di 50 anni affetta da qualche patologia. Questo contagio non sembra affatto tener conto dell’età e le stragi nelle case di riposo sono dovute a una situazione di comunità senza le necessarie precauzioni, oltre al fatto che spesso le persone erano affette da altre pesanti patologie.
Questa discriminazione che si vuole imporre, con una forzata reclusione sine die, mette invece ad effettivo rischio la nostra salute con il protrarsi di una condizione di vita innaturale e anti igienica, quando proprio nella cosiddetta terza età l’aria aperta, il contatto con la natura, la socialità sia pure controllata e il movimento fisico sono essenziali. Chiuderci in casa vuole dire ucciderci lentamente: un delitto di Stato.
Osserviamo peraltro come, in una società schizofrenica in cui consumismo e autoritarismo vanno a braccetto, se da un lato la persona, in quanto consumatore, viene illusa della possibilità di un’eterna giovinezza, d’altra parte invece la terza età viene sempre più guardata come una condizione indegna di cure e di attenzioni in quanto non più, almeno in apparenza, produttiva e con costi elevati in fatto di pensioni e sanità, chiudendo ipocritamente gli occhi davanti al fatto che è proprio il generoso contributo di un esercito di nonni over 70 ancora molto in gamba che permette alla famiglie con figli piccoli di tirare avanti.
L’operazione “messa al bando della terza età” è prima di tutto un’operazione mentale, cui questa assurda discriminazione potentemente contribuisce. L’individuo, nella sua preziosa unicità, viene ridotto a una semplice funzione della società, semplice numero manipolabile e insignificante. Il vero contagio, il più pericoloso virus è questo, che viene inoculato ogni giorno nei nostri cervelli e soprattutto in quelli dei giovani che sono indotti a considerare gli anziani una sottocategoria o una merce avariata, perdendo così la considerazione e il rispetto nei loro confronti, e di conseguenza il contatto con le loro radici da cui trarre un prezioso senso di continuità. Essi apprendono così una cinica valutazione della vita umana secondo un criterio quantitativo e non qualitativo, che cancella secoli di civiltà fondata sull’affermazione della intrinseca dignità dell’uomo.
Chiediamo quindi con forza che questa discriminazione ingiusta, crudele e immotivata venga riesaminata.
Chiediamo che ci venga data la possibilità di continuare a sviluppare in condizioni accettabili le nostre capacità per il bene della nostra società alla quale abbiamo ancora tanto da dare.
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Donatella Bisutti
In quanto promotrice dell’Appello della Cultura per gli over 70, mando questa newsletter di aggiornamento a tutti i firmatari, con allegato l’Appello nella sua redazione definitiva. L’Apppello è stato inviato il 23 aprile via mail al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e ai Ministri di riferimento. L’appena pubblicato Decreto per la Fase 2, che entrerà in vigore lunedì 4 maggio, per fortuna non porta nessuna discriminazione per gli over 70. Sembrerebbe dunque che lo scopo sia stato raggiunto, certo grazie anche alla nostra iniziativa che, aggiungendosi ad altre, ha avuto certamente un peso per il numero delle firme – 134 – e il loro peso: lo stesso Massimo Cacciari, che pure già aveva fortemente preso posizione in proposito in una trasmissione televisiva, ha voluto aggiungere ugualmente la sua .
Ma scusate, io firmerei se non fosse che gli anziani in questione sono solamente quelli affetti da patologie di una certa rilevanza. A loro è suggerito di stare particolarmente attenti. Non a tutti gli anziani! Céline Menghi
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Transfugo l’indice di immortalità
dissimula la morte in baccello germinato
a soluzione insatura.
Silenzi vegliano estinti atomi.
Rarefazione dell’amore inaudito all’attesa
di un eterno sonno varcato ad unità.
E’ graffito il lascito dell’acerbo frutto.
Si palesa ogni ombra tra gli arabeschi
storditi in umano strepito.
Inclina il tempo a pallido schianto
tra innevati apici sommessi all’indugiare della notte
in sé avvolta, schiva alla resa in liturgia.
Diagramma infallibile l’armonia tra i mondi
riconvertita sponda in gematria numerica
il cui assillo precede teoremi in cerulo assioma.
(Oltre il tempo lineare, l’indice di immortalità.)
Marina Petrillo
Il finale della poesia di Marina Petrillo mi sembra un degno preambolo alla dichiarazione di intenti per la fine della poesia con grazioso referente con vista sul mare della datità delle cose e dei corrispondenti significati stabili. Chi volesse una poesia con il grazioso referente in vista, si legga il mio commento precedente.
riconvertita sponda in gematria numerica
il cui assillo precede teoremi in cerulo assioma.
Per me la poesia finisce con questi versi, il verso finale tra le parentesi mi sembra non aggiunga nulla.
Dal punto di vista del significato, possiamo dire che questa poesia non ha significato, e quindi sta mallarmeanamente fuori della poesia dell’umanesimo con il significato in vista sul mare della datità dei significati stabili. La Petrillo sta ben attaccata al suo cordone pneumatico che la tiene avvinta alla parola come desiderio, questa è la sua fortuna, o misfortuna per gli eletti della poesia che vuole un significato stabile consegnato alla glossa.
Per fortuna l’epoca del liberalismo e del neorealismo o neoverismo che ne è l’ideologema profondo è finita con il Covid19. Alla poiesis la Petrillo chiede altro, per fortuna, il sogno di una perfetta coincidenza fra la parola e la cosa, chesi riduce nella seduzione di Thanatos, nel lutto come emblema della autosufficienza e auto assoluzione della parola per il lutto di non essere stata in grado di attingere l’Assoluto.
«Il vincolo pneumatico, che unisce il fantasma, la parola e il desiderio, apre infatti uno spazio in cui il segno poetico appare come l’unico asilo offerto al compimento dell’amore e il desiderio amoroso come il fondamento e il senso della poesia»1.
«Nel corso di un processo storico che ha in Petrarca e in Mallarmé le sue tappe emblematiche, questa essenziale tensione testuale della poesia romanza sposterà il suo centro dal desiderio al lutto e Eros cederà a Thanatos il suo impossibile oggetto d’amore per recuperarlo, attraverso una funebre e sottile
strategia, come oggetto perduto, mentre il poema diventa il luogo di un’assenza che trae però da quest’assenza la sua specifica autorità. La “rosa” nella cui quête si sorregge il poema di Jean de Meung, diventa così l’absente de tout bouquet che esalta nel testo la sua disparition vibratoire per il lutto di un desiderio imprigionato come un “cigno” nel “ghiaccio” del proprio spossessamento»2.
1 La «gioi che mai non fina», in Stanze, Torino, Einaudi, 1977, pp. 151-152
2 Ibidem p. 154
L’ha ripubblicato su RIDONDANZE.
La critica al nichilismo e il ritorno a Parmenide come premessa ad ogni ontologia in tempi di coronavirus: l’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere.
Cara Donatella Bisutti,
grazie di cuore per l’invio di questo prezioso Appello, che condivido sentitamente.
Un carissimo augurio e saluto a te e a voi tutti da
Mariella Bettarini