Appello promosso da Donatella Bisutti e firmato da scrittori, filosofi, intellettuali, artisti a Papa Francesco, al Presidente della Repubblica, al Presidente della Corte Costituzionale, al Presidente del Consiglio

Covid 19 2

A Sua Santità Papa Francesco

Al Presidente della Repubblica

Al Presidente della Corte Costituzionale

Al Presidente del Consiglio

 

Appello

  Noi, scrittori,  artisti, rappresentanti della cultura e delle attività liberali tuttora operanti nel contesto sociale, esprimiamo con forza il nostro dissenso e il nostro rifiuto nei confronti di una disposizione limitativa della libertà personale, che vuole mantenere una fascia di persone ancora attive e in buona salute, il cui apporto di ingegno e di creatività è prezioso per la nostra società,   in segregazione sine die solo in funzione di un dato anagrafico, dell’appartenenza cioè a una fascia di età dai 70 anni in su.

  Noi affermiamo con forza che questa discriminazione è anticostituzionale in quanto crea  una fascia di  cittadini di serie B, mentre tutti i cittadini devono essere uguali davanti alla legge,  e li priva di fatto della loro libertà con una imposizione del tutto ingiustificata.

  Quello dell’età anagrafica non è infatti un criterio che abbia un senso, tanto è vero  che in tempi recenti era stata da qualche genetista avanzata la proposta di creare una carta di identità “biologica” in quanto spesso l’età effettiva non corrisponde affatto a quella riportata sui documenti. Non ci sono inoltre motivazioni fondate per affermare che una persona  di 70 anni in buona salute sia più a rischio  di questo contagio di una persona di 50 anni  affetta da qualche patologia.  Questo contagio non sembra affatto tener conto dell’età e le stragi nelle case di riposo sono dovute a una situazione di comunità senza le necessarie precauzioni, oltre al fatto che spesso  le persone erano affette da altre pesanti patologie.

   Questa discriminazione che si vuole imporre, con una forzata reclusione sine die, mette invece ad effettivo rischio la nostra salute con il protrarsi di una condizione di vita innaturale e anti igienica, quando proprio nella cosiddetta terza età l’aria aperta, il contatto con la natura, la socialità  sia pure controllata e il movimento fisico sono essenziali. Chiuderci in casa  vuole dire  ucciderci lentamente: un delitto di Stato.

   Osserviamo peraltro come, in una società schizofrenica  in cui consumismo e autoritarismo vanno a braccetto, se da un lato la persona, in quanto consumatore, viene illusa della possibilità di un’eterna giovinezza, d’altra parte invece la terza età viene sempre più guardata come una condizione  indegna di cure e di attenzioni in quanto non più, almeno in apparenza, produttiva  e con costi elevati in fatto di pensioni e sanità, chiudendo ipocritamente gli occhi davanti al fatto che  è proprio il generoso contributo di un esercito di nonni over 70 ancora molto in gamba che permette alla famiglie con figli piccoli di tirare avanti.

   L’operazione “messa al bando della terza età” è prima di tutto un’operazione mentale, cui questa  assurda discriminazione potentemente contribuisce. L’individuo, nella sua preziosa unicità, viene ridotto a una semplice funzione della società, semplice numero manipolabile e insignificante. Il vero contagio, il più pericoloso virus è questo, che viene inoculato ogni giorno nei nostri cervelli e soprattutto in quelli dei giovani che sono indotti  a considerare  gli anziani  una sottocategoria o  una merce avariata, perdendo così la considerazione e il rispetto nei loro confronti, e di conseguenza il contatto con le loro radici da cui trarre un prezioso senso di continuità. Essi apprendono così una cinica valutazione della vita umana secondo un criterio quantitativo e non qualitativo, che cancella secoli di civiltà fondata sull’affermazione della intrinseca dignità dell’uomo.

  Chiediamo quindi con forza  che questa discriminazione ingiusta, crudele e immotivata venga riesaminata.

  Chiediamo che  ci venga data la possibilità di continuare a sviluppare in condizioni accettabili le nostre capacità per il bene della nostra società alla quale abbiamo ancora tanto da dare.

Donatella Bisutti
(scrittrice, poeta e giornalista)

Donatella Bisutti 1

Donatella Bisutti

In quanto promotrice dell’Appello della Cultura per gli over 70, mando questa newsletter di aggiornamento a tutti i firmatari, con allegato l’Appello nella sua redazione definitiva. L’Apppello è stato inviato il 23 aprile via mail al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e ai Ministri di riferimento. L’appena pubblicato Decreto per la Fase 2, che entrerà in vigore lunedì 4 maggio, per fortuna non porta nessuna discriminazione per gli over 70. Sembrerebbe dunque che lo scopo sia stato raggiunto, certo grazie anche alla nostra iniziativa che, aggiungendosi ad altre, ha avuto certamente un peso per il numero delle firme – 134 – e il loro peso: lo stesso Massimo Cacciari, che pure già aveva fortemente preso posizione in proposito in una trasmissione televisiva, ha voluto aggiungere ugualmente la sua .

Questo non vuole dire che non dobbiamo restare vigilanti
L’elenco dei firmatari contiene nomi appartenenti a tutti i settori della Cultura , scrittori, poeti, artisti , pittori, editori, musicisti , attori, registi, galleristi, ma anche personalità della Chiesa, filosofi, giuristi, psichiatri e psicoanalisti, storici , giornalisti delle maggiori testate, insegnanti di formazione, professori universitari delle più diverse facoltà anche scientifiche e tecniche. Si può dire che si tratta di uno “spaccato” significativo della nostra migliore Cultura sempre attiva e operante in modo incisivo nella vita del Paese.
Desidero innanzitutto ringraziare qui tutti coloro che hanno aderito rendendo possibile questa iniziativa, e anche coloro che mi hanno dato, la suggerimenti e hanno fatto un prezioso passaparola. In particolare ringrazio il professor Giorgio Agamben e il giornalista e scrittore Fulvio Grimaldi che mi hanno incoraggiato e fornito un aiuto prezioso, i giuristi Paolo De Carli e Alberto Sciumé per i loro pareri e consigli , la scrittrice Ginevra Bompiani e la poetessa Vivian Lamarque con cui ho lavorato “fianco a fianco”, e poi il pittore Alberto Schiavi e lo scrittore Franco Velonà, il poeta e professore emerito Paolo Valesio e il poeta Silvio Raffo che mi hanno fornito preziosi contatti, e gli amici scrittori e poeti Angelo Gaccione, Giorgio Linguaglossa e Adam Vaccaro che mi hanno confortato nel mio intento quando mi sentivo un po’ titubante, e aiutato ad elaborare il progetto agli inizi.
Purtroppo molte persone non hanno potuto essere raggiunte per la pressione esercitata dalla redazione del Corriere che era venuta alquanto misteriosamente a conoscenza dell’Appello e che voleva uscire subito con un articolo, uscito infatti il 24 aprile a firma Gianantonio Stella (pag 18-19). E poi anche per la fretta di dare visibilità e rendere operante l’Appello prevenendo il temuto decreto relativo alla Fase2. Mi scuso con le persone che avrebbero forse voluto aderire e che non ho fatto in tempo a contattare: molti nomi significativi sono purtroppo rimasti fuori. Sempre per la fretta i nomi sono stati registrati senza un ordine che fosse altro da quello dell’arrivo delle adesioni.
Dopo averlo mandato al Corriere, l’Appello è stato poi da me diffuso all’Agenzia ANSA e a tutti i principali giornali, eccetto Repubblica, dato il grave momento che la redazione sta attraversando, e il Mattino di Napoli che non sono riuscita a raggiungere. E’ stato mandato anche a pressoché tutti i giorni di provincia, ad alcune testate on line come Affari Italiani, a Radio 3, a Radio Popolare, a un contatto per Chi l’ha visto, a numerosi blog e riviste on line.
Qui di seguito riporto alcuni link e alcuni riferimenti di testate o siti web che hanno pubblicato articoli al riguardo o hanno pubblicato interamente l ‘Appello con tutti i nomi. I nomi sono apparsi al completo su Avvenire, Manifesto on line, Arcipelago Milano, sulla rivista Pangea di Davide Brullo, su Corriere Nazionale per gli italiani all’estero, sul Blog di Poesia della RAI di Luigia Sorrentino, sulla rivista on line L’ombra delle parole che ha ripreso il Manifesto, sui siti della FUIS Federazione Unitaria Italiana Scrittori, della rivista Odissea on line e dell’Associazione Milanocosa. Oltre che dal Corriere della Sera del 24 aprile, all’Appello è stato dedicato un articolo sull’ANSA Cultura ultime news per ben due volte, la seconda riprendendolo in un’intervista a Bianca Pitzorno, che figura fra i firmatari, e a me . E’ uscito anche un articolo su Libero del 29/4 in Cultura a pag. 19. Non ho notizie certe riguardo al Messaggero, dove sarebbe stato citato in un contesto più ampio. A tale proposito, poiché i giornali perlopiù non avvisano quando pubblicano, con questa newsletter invito anche tutti i firmatari a darmi notizia nel caso venissero a conoscenza di altre pubblicizzazioni, che in tal caso verranno comunicate a tutti i firmatari in una successiva newsletter.
Seguono links e riferimenti.
Un caro saluto a tutti e un augurio perché il nostro futuro sia migliore.
Donatella Bisutti
(scrittrice, poeta e giornalista)
www.arcipelagomilano.org/archives contro la discriminazione degli over 70 – in data 27 aprile

6 commenti

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6 risposte a “Appello promosso da Donatella Bisutti e firmato da scrittori, filosofi, intellettuali, artisti a Papa Francesco, al Presidente della Repubblica, al Presidente della Corte Costituzionale, al Presidente del Consiglio

  1. celinemenghi

    Ma scusate, io firmerei se non fosse che gli anziani in questione sono solamente quelli affetti da patologie di una certa rilevanza. A loro è suggerito di stare particolarmente attenti. Non a tutti gli anziani! Céline Menghi

    >

  2. Marina Petrillo

    Transfugo l’indice di immortalità
    dissimula la morte in baccello germinato
    a soluzione insatura.

    Silenzi vegliano estinti atomi.
    Rarefazione dell’amore inaudito all’attesa
    di un eterno sonno varcato ad unità.

    E’ graffito il lascito dell’acerbo frutto.
    Si palesa ogni ombra tra gli arabeschi
    storditi in umano strepito.

    Inclina il tempo a pallido schianto
    tra innevati apici sommessi all’indugiare della notte
    in sé avvolta, schiva alla resa in liturgia.

    Diagramma infallibile l’armonia tra i mondi
    riconvertita sponda in gematria numerica
    il cui assillo precede teoremi in cerulo assioma.

    (Oltre il tempo lineare, l’indice di immortalità.)

    Marina Petrillo

    • Il finale della poesia di Marina Petrillo mi sembra un degno preambolo alla dichiarazione di intenti per la fine della poesia con grazioso referente con vista sul mare della datità delle cose e dei corrispondenti significati stabili. Chi volesse una poesia con il grazioso referente in vista, si legga il mio commento precedente.

      riconvertita sponda in gematria numerica
      il cui assillo precede teoremi in cerulo assioma.

      Per me la poesia finisce con questi versi, il verso finale tra le parentesi mi sembra non aggiunga nulla.
      Dal punto di vista del significato, possiamo dire che questa poesia non ha significato, e quindi sta mallarmeanamente fuori della poesia dell’umanesimo con il significato in vista sul mare della datità dei significati stabili. La Petrillo sta ben attaccata al suo cordone pneumatico che la tiene avvinta alla parola come desiderio, questa è la sua fortuna, o misfortuna per gli eletti della poesia che vuole un significato stabile consegnato alla glossa.
      Per fortuna l’epoca del liberalismo e del neorealismo o neoverismo che ne è l’ideologema profondo è finita con il Covid19. Alla poiesis la Petrillo chiede altro, per fortuna, il sogno di una perfetta coincidenza fra la parola e la cosa, chesi riduce nella seduzione di Thanatos, nel lutto come emblema della autosufficienza e auto assoluzione della parola per il lutto di non essere stata in grado di attingere l’Assoluto.

      «Il vincolo pneumatico, che unisce il fantasma, la parola e il desiderio, apre infatti uno spazio in cui il segno poetico appare come l’unico asilo offerto al compimento dell’amore e il desiderio amoroso come il fondamento e il senso della poesia»1.
      «Nel corso di un processo storico che ha in Petrarca e in Mallarmé le sue tappe emblematiche, questa essenziale tensione testuale della poesia romanza sposterà il suo centro dal desiderio al lutto e Eros cederà a Thanatos il suo impossibile oggetto d’amore per recuperarlo, attraverso una funebre e sottile
      strategia, come oggetto perduto, mentre il poema diventa il luogo di un’assenza che trae però da quest’assenza la sua specifica autorità. La “rosa” nella cui quête si sorregge il poema di Jean de Meung, diventa così l’absente de tout bouquet che esalta nel testo la sua disparition vibratoire per il lutto di un desiderio imprigionato come un “cigno” nel “ghiaccio” del proprio spossessamento»2.

      1 La «gioi che mai non fina», in Stanze, Torino, Einaudi, 1977, pp. 151-152
      2 Ibidem p. 154

  3. Sabino Caronia

    La critica al nichilismo e il ritorno a Parmenide come premessa ad ogni ontologia in tempi di coronavirus: l’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere.

  4. Mariella Bettarini

    Cara Donatella Bisutti,

    grazie di cuore per l’invio di questo prezioso Appello, che condivido sentitamente.

    Un carissimo augurio e saluto a te e a voi tutti da

    Mariella Bettarini

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