
Partitura musicale di Gyorgy Ligeti
Il poeta Ernst Meister (1911-1979) nacque, visse e morì a Hagen, una città media in Vestfalia, volutamente al margine della vita letteraria mondana.
Negli anni ’30, Meister aveva studiato teologia, letteratura, storia dell’arte e filosofia prima di essere chiamato al fronte. Dopo la guerra cominciò ad elaborare le sue esperienze sotto forma di poesia e prosa. Dagli anni ’50 in poi, fino alla morte, si dedicò esclusivamente alla poesia. Togliere invece di aggiungere – questo fu il credo di Ernst Meister che nei suoi versi scarni allude alla condizione umana come una eterna domanda aperta.

Gyorgy Ligeti Lux Aeterna (1965) Eclissi di sole
.
Commento laconico di Giorgio Linguaglossa
Nel 1978, interrogato sulla sua poesia, il poeta tedesco diede questa risposta: «La mia poesia dice quello che so, ti dice quello che sai», laconico come sempre e modesto come nessun’altro. Si avverte nella poesia di Meister l’irrigidimento delle parole, quel rigore che proviene dal rigor mortis delle parole che sono state irrogate dal «negativo», e il poeta non fa nulla per dissimulare questo stato comatoso delle parole e della comunicazione poetica. Si avverte una sfiducia totale nella retorica e nei tropi, una attenzione spasmodica alla letteralità di un discorso ridotto ai minimi lessemi, un rigore kantiano e luterano, il rigore di chi ha vissuto l’orrore della seconda guerra mondiale e ne è stato testimone. Collocandosi nella linea che va da Hölderlin a Celan, Meister si pone come erede e testimone esemplare di una poesia che medita sulla impossibilità di poter dire, sulla indicibilità della comunicazione dell’esperienza poetica nella nuova civiltà nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale. La prima raccolta, Monolog der Menschen, pubblicata quarant’anni prima, era appunto un monologo corale degli uomini, si avverte la consapevolezza o il timore che la voce singola non possa, non sia in grado di pronunciare il discorso poetico.
Credo, anzi, ne sono convinto, che pubblicare queste poesie nella traduzione di Stefanie Golisch, oggi in una Italia affetta dalla pratica di massa della poesia e dallo smarrimento filosofico e spirituale non può far altro che bene.
Dolorosamente colpito dal suicidio del suo amico Paul Celan nel 1970, Meister tenterà di seguire l’utopia di una dizione prossima all’enigma, scorticata e nuda, che rivela l’influenza delle letture, è stato detto, della teologia protestante e della filosofia di Heidegger, Schopenhauer e Nietzsche.

ernst-meister
Ernst Meister Poesie scelte
.
JETZT
Jetzt.
Jetzt ist lange her.
Jetzt:
September −
nachmittags.
Geruch
warmer Asche.
So, als ob ich,
heute verbrannt,
selber die Asche wär.
Bin ich da?
Bin ich’s nicht?
Tellerrund
und von Äpfeln,
von Birnen schwer
ist das Licht.
Bin.
Bin mit den Blumen da.
Wimpern der Sonnen,
Kerne
in ihrem Pupillenkreis:
Augen,
meinen Augen ganz nah.
Bin nicht mehr?
Des Menschen Tag:
Im bronzenen Dunkel
ein Blitz.
Jetzt:
Ein September,
nachmittags.
JETZT
ist lange her.
ORA
Ora.
Ora è tanto tempo fa.
Ora:
settembre −
pomeriggio.
Odore
di calde ceneri.
Così come fosse io stesso,
bruciato oggi,
fossi le ceneri.
Sono qui?
Non sono io?
Rotondo come un piatto
e pesante di mele,
di pere
è la luce.
Sono.
Sono qui con i fiori.
Ciglia dei soli,
noccioli
nel cerchio delle pupille:
occhi,
vicini ai miei occhi.
Non sono più?
Il giorno dell’uomo:
nel buio di bronzo
un fulmine.
Ora:
un settembre,
pomeriggio.
ORA
è tanto tempo fa.
.
SEI DU MEIN SOHN
und zahl mir deine Schuldigkeit.
Ich, Leben, brauche den Tod,
ich, Zeit, die Ohnezeit.
Was plagst du dich,
da doch im Hellen steht
ein Liebesaug?
Du brauchst es nicht zu sehn.
SII TU MIO FIGLIO
e pagami la tua colpevolezza.
Io, vita, ho bisogno di morte.
io, tempo, del senzatempo.
Perché ti tormenti,
che nel chiarore c’è
un occhio d’amore?
Non occorre che tu lo veda.
.
DIE WORTE SIND FERTIG.
Umwunden von deinem Haar
ein jedes.
Dem ist
kein Räuber gewaltig,
wenn schon
die Sinne vergehen
beiden.
Nicht zu
vernichten ist
die Erscheinung.
LE PAROLE SONO FATTE.
Avvolte dai tuoi capelli
ciascuna.
Nessun ladro
può nulla
quando i due
perdono
i sensi.
Non può essere
distrutta
l’apparizione.
.
IM SCHLAF UND
in Schluchten des Schlafs,
wenn du der Einen begegnest,
die sich nach Lüsten
zu erkennen gibt
als die Tote
mit schlagendem Herzen,
als die Mittlere
des gemilchten Raums
voll Gelächter der Knie
und der Schenkel,
und dich wirft alsbald
ins Labyrinth
begreifbaren Traums.
NEL SONNO E
nelle gole del sonno
quando incontri Quella
che si svela
dopo il piacere come
la morta
con il cuore pulsante,
come quella in mezzo
alla stanza lattea
colma di risa delle ginocchia
e delle cosce,
e che ti getta presto
nel labirinto
del sogno comprensibile.
.
DER BLITZ
ist von eigener Hand
und entzündet
dein Haar.
Es komme
Feuersbrunst
Wo das Dach birst,
der Boden reißt.
Komm,
ein Frieren kommt,
das brennendste.
IL FULMINE
nasce nella propria mano
e accende
i tuoi capelli.
Che venga
un incendio
dove scoppia il tetto,
la terra si spezza.
Vieni,
viene un freddo,
il più scottante.

eclissi di sole
.
WÜSST ICH, WOHER
Weinen kommt,
aus welchem
Himmelsblau…
Ich wills
Heimweh nennen
nach deinem
Herzschlag.
SAPESSI DA DOVE
viene il pianto
da quale
blu del cielo…
Voglio
chiamarlo nostalgia di casa
dei tuoi
battiti del cuore.
.
WELTLICHES, DAS WIR
lieben, welches
du liebst, war
mächtig genug.
Darum hast du uns
zu Fremdlingen gemacht
der Liebe. Das ist
noch im Tod
die Wunde.
COSE TERRENE CHE
amiamo, che
tu ami, furono
assai potenti.
Perciò ci hai reso
stranieri
dell’amore. Questo ancora
nella morte
è la ferita.
.
DICH MEINE ICH,
vorbei an der bloßen
Begierde, zu sein,
dich, vertauscht
an allen Gliedern.
Sind wir nicht
unseres Staubs
getröstet?
Ach, ich
gedenke an dich
in der Ewigkeitshöhle,
darin ja wohnt
jedermann.
INTENDO TE,
aldilà del mero
desiderio di essere,
te, scambiata
in tutte le membra.
Non è consolata
la nostra
polvere?
Ah,
ti ricordo
nella caverna eternità
dove
abita
ciascuno.
.
FERNER NACHHALL
der Liebe.
Anfang und Ende
wußt ich vermählt
im Nichts, dem Golde.
Nun aber
ist Ende allein.
Hundsmäßig
eß ich vom Troge,
den aufgestellt
im unteren Zwielicht
der lidlose Engel.
.
ECO LONTANO
dell’amore.
Sapevo
l’inizio e la fine
sposati
nel nulla, nell’oro.
Ma ora
è fine sola.
Come un cane
mangio dal trogolo
che l’angelo senza palpebre
posò
nel basso crepuscolo.
.
EIN KIND
blickt auf die Schale
voll Zeit,
sieht nippen
den grauen großmächtigen
Schmetterling,
ein Kind,
und geht,
schwarze Schafe zu hüten
im Finstern.
UN BAMBINO
guarda la ciotola
colmo di tempo,
vede sorseggiare
l’imponente farfalla
grigia,
un bambino
e va
a pascolare nere pecore
al buio.
*
Atemlos
so weit zu springen:
in die nächste
Nachbarschaft, die
allernächste zur
letzten
gesprochenen Silbe.
__
Senza respiro
saltare così lontano
nella prossima
vicinanza, la
più prossima,
verso l’ultima
sillaba pronunciata

foto Diane Arbus
Stefanie Golisch, scrittrice e traduttrice è nata nel 1961 in Germania e vive dal 1988 in Italia.
Ultime pubblicazioni in Italia: Luoghi incerti, 2010. Terrence Des Pres: Il sopravvivente. Anatomia della vita nei campi di morte. A cura di Adelmina Albini e Stefanie Golisch, 2013. Ferite. Storie di Berlino, 2014. Nel 2016 sono in corso di stampa nove poesie di Stefanie Golisch nella Antologia Poesia italiana contemporanea Come è finita la guerra di Troia non ricordo a cura di Giorgio Linguaglossa per le edizioni Progetto Cultura di Roma
Una pagina bellissima, sia per le poesie che per l’accompagnamento musicale.
Si nota la vicinanza con Celan.
Un saluto.
Seguo in silenzio la svolta che sta rendendo ancor più unico questo blog. Ora i commenti musicali: qualcuno potrebbe dire per pochi, per chi intende;
ma questi versi di Meister sono di un lutto tale che quasi non si possono commentare. Straordinari.
Giunto alla poesia “Un bambino” non ho potuto evitare di collegarmi a un verso mio: “Brillano i bambini sul vetro dei bicchieri”. Allo stesso tempo, una vertigine e un’alleanza.
Concordo con Gabriele Fratini.
Immagini (e suoni) rivelatrici(rivelatori) in suggestiva evidenza.
Poesia essenziale, al di fuori di ogni retorica, in equilibrio tra dicibile e indicibile.
Qualcosa avevo letto di Ernst Meister. Quei suoi versi scarni, rapidi e intensi, sono autentici frammenti di vita.
Ubaldo de Robertis
Ed è un bellissimo verso il tuo Lucio. E io aggiungo:
Tre squali bianchi nuotano nella vasca.
Ignari
suonano con tutte le acque
Complimenti Antonella… se mettiamo insieme questi frammenti di vari autori ne esce una poesia davvero brillante.
Aspettiamo altre proposte di frammenti !!!
come la luce passerà su quel vetro o si rifletterà
U. De. R
L’ho fatto proprio per questo Giorgio!
I poeti dal personale silenzio attivo possono orchestrare un senso comune,
In principio non sembrò un problema,
Betta cavalcava la pinna dello squalo
sembrando compiaciuta.
Avverto nella poesia di Ernst Meinster la profonda ineludibile necessità di trattenere il tempo, comprimerlo e risputarlo come un tumore alieno e libero a ogni congettura. Concordo con chi ha definito memorabile questa pagina. Inoltre vorrei sommessamente ricordare il valore della traduttrice di queste poesie, e ringraziare Stefanie Golisch come merita.
M’è dolce leggere ascoltando e vedendo.
(scritta qui)
Non conoscendo le lingue non posso esprimermi sul lavoro di traduzione, quello che posso dire però è che i poeti scelti da Stefanie Golish mi coinvolgono, come in questo caso Meister. Poesie nude, direi essenziali nella loro sfericità.
Tornando alla traduttrice, mi piacque moltissimo una poesia del pittore Beuys, da lei tradotta, al punto che ricordo la inviai a tanti amici.
La trascrivo, ma prima riporto anch’io qualche mio verso:
Inchiostro bianco
ai piedi di una rupe
serpeggia la biscia nel cielo
Ed ecco la poesia di Joseph Beuys Manuale della buona vita:
Anleitung zum guten Leben
Lass dich fallen, lerne Schlangen zu beobachten.
Pflanze unmögliche Gärten.
Lade jemanden Gefährlichen zum Tee ein.
Mache kleine Zeichen, die “ja” sagen
und verteile sie überall in deinem Haus.
Werde ein Freund von Freiheit und Unsicherheit.
Freue dich auf Träume.
Weine bei Kinofilmen.
Schaukle so hoch du kannst mit einer Schaukel bei Mondlicht.
Pflege verschiedene Stimmungen.
Verweigere dich,’ verantwortlich zu sein’ – tu es aus Liebe!
Mache eine Menge Nickerchen.
Gib Geld weiter. Mach es jetzt. Es wird folgen.
Glaube an Zauberei, lache eine Menge.
Bade im Mondschein.
Träume wilde, fantasievolle Träume.
Zeichne auf Wände.
Lies jeden Tag.
Stell dir vor, du wärst verzaubert.
Kichere mit Kindern, höre alten Leuten zu.
Öffne dich, tauche ein. Sei frei. Preise dich selbst.
Lass die Angst fallen, spiele mit allem.
Unterhalte das Kind in dir. Du bist unschuldig.
Baue eine Burg aus Decken. Werde nass. Umarme Bäume.
Schreibe Liebesbriefe.
Manuale della buona vita
Fatti cadere, impara ad osservare i serpenti.
Pianta giardini impossibili.
Invita qualcuno di pericoloso a bere un tè.
Fai piccoli segni che dicono di si
e distribuiscili per tutta la casa.
Fai amicizia con la libertà e l’insicurezza.
Rallegrati dei sogni.
Piangi al cinema.
Al chiaro di luna, vai sull’altalena più in alto che puoi.
Coltiva stati d’animi diversi.
Rifiutati di sentirti “responsabile”, fallo per amore!
Non dimenticare di fare il pisolino.
Regala soldi. Fallo subito. Ritorneranno.
Credi nella magia, sii pronto a ridere.
Fai un bagno nel chiaro di luna.
Sogna sogni selvaggi, fantasiosi.
Dipingi su tutti i muri.
Leggi ogni giorno.
Immagina di essere incantato.
Ridi insieme ai bambini, ascolta i vecchi.
Apriti, immergiti. Sii libero. Fai le lodi di te stesso.
Fai cadere la paura, gioca con tutto.
Intrattieni il bambino in te.
Sei innocente.
Costruisci un castello di coperte.
Bagnati.
Abbraccia gli alberi.
Scrivi lettere d’amore.
Joseph Beuys – Traduzione di Stefanie Golisch
Ecco la poesia composta da frammenti a 4 mani, da me, da Ubaldo De Robertis, Antonella Zagaroli, Flavio Almerighi, Giorgio Linguaglossa, Lucio Mayoor Tosi, Giuseppina Di Leo. Beh, che ve ne pare?
Come la luce passerà su quel vetro o si rifletterà.
M’è dolce leggere ascoltando e vedendo.
Mi raccomando: acqua in bocca!
glu glu glu
In principio non sembrò un problema,
Betta cavalcava la pinna dello squalo
sembrando compiaciuta.
Tre squali bianchi nuotano nella vasca.
Brillano i bambini sul vetro dei bicchieri.
Manca sempre l’oliva, disse lo squalo.
Ignari
suonano con tutte le acque
gli squali ci sono!
Manca sempre l’oliva, disse lo squalo.
Che dire… ci sono veri partigiani a cui piacerà e veri partigiani a cui non piacerà… ma noi vogliamo bene agli uni e agli altri.
Caro Giorgio, il primo verso é mio, scritto per la circostanza.
Ubaldo de Robertis
Se si ritiene che la letteratura sia un inganno o nella migliore ipotesi un malinteso, questo poeta è senz’altro ai massimi livelli. È straordinaria la sua scrittura, tanto da ritenere che sia realtà. Da qualsiasi lato si guardi la sua poesia non si può che far altro che ammirarla, come elemento sintattico e lessicale e per quella resa che ne fa una forma assoluta. Lo sfarzo in poesia ci fa scoprire più facilmente l’artificio.
Giorgio manca il mio
Mi raccomando: acqua in bocca!
glu glu glu
Vi ringrazio e vi saluto con un’altra piccola grande poesia
di Ernst Meister:
Atemlos
so weit zu springen:
in die nächste
Nachbarschaft, die
allernächste zur
letzten
gesprochenen Silbe.
Senza respiro
saltare così lontano
nella prossima
vicinanza, la
più prossima,
verso l’ultima
sillaba pronunciata
BERLINO 1942: UN CONCERTO SPECIALE
Loris Maria Marchetti
Un filmato di propaganda (https://www.youtube.com/watch?v=FoU-iCT21fc) riproduce, sotto l’intestazione “Zeit im Bild”, parte di un concerto dei Berliner Philharmoniker tenuto il 26 febbraio 1942 a Berlino in un enorme e gremito capannone della fabbrica di turbine AEG, capolavoro di architettura industriale edificato nel 1909 dall’architetto Peter Behrens. Come informa lo speaker con voce baldanzosa e squillante, il concerto è offerto alle maestranze per rallegrarne lo spirito in una pausa di lavoro ed è affidato alla direzione “del dottor Wilhelm Furtwängler”. Il filmato riporta il brano finale del programma, vale a dire il Preludio dei Meistersinger von Nürnberg di Wagner, che era stato preceduto dalla Sinfonia “Incompiuta” di Schubert e dal poema sinfonico Till Eulenspiegels lustige Streiche di Richard Strauss (il tutto giusto un’oretta di musica).
Lo splendido bianco e nero, affidato a un regista non nominato ma certo di sicuro gusto e talento, si apre col trasferimento rapido (non si perda tempo!) e disciplinatissimo delle maestranze dal posto di lavoro alla sede dell’evento sullo sfondo di tre enormi torri-ciminiere fumanti. Al concerto non assistono soltanto gli operai in tuta, ma anche impiegati, quadri, dirigenti – probabilmente con i loro famigliari – e nelle prime file gli immancabili militari feriti al fronte e in convalescenza.
Dietro al palco dove è sistemata l’orchestra spiccano stendardi e labari con croci uncinate di varia misura.
Furtwängler attacca il Peludio con forza e determinazione, quasi con rabbia, con furore, e l’intera esecuzione avrà il carattere dello stile interpretativo del sommo direttore negli anni più drammatici della guerra (a cominciare, non a caso, dal ’42), teso fino allo spasimo, tragico, apocalittico. In questo caso, poi, l’effetto è straordinario, trattandosi dell’unica “commedia” in musica composta dal Wagner maturo, sia pure impastata del più esaltato grado di nazionalismo culturale (oltre che di vibrante poesia e di sublime finezza psicologica).
Ciò che, tuttavia, costituisce il motivo di più alto interesse del filmato è l’indugio sui volti e sulle espressioni dei componenti il foltissimo pubblico. Contempliamo i volti di bionde, leggiadre, sognanti fanciulle, di biondi, sereni, romantici giovanotti (chi sa se previamente predisposti o colti al loro naturale), di vari impiegati e impiegate dell’azienda, per lo più sorridenti. Ma quelli che veramente colpiscono e si incidano nell’animo dell’osservatore sono quelli degli operai. Volti talvolta stanchi e segnati, recanti tracce di fumo e di sudore, ma sempre compunti, assorti, partecipi, intelligenti… volti umanissimi di lavoratori civili e consapevoli. Qui scatta la grande domanda, ineliminabile. Consapevoli della catastrofe che la loro patria ha barbaramente scatenato e che ora le sta per volgersi altrettanto barbaramente contro? Nei volti espressivi e nobilissimi di questi operai si può leggere, oltre l’attenzione vivissima e una commossa partecipazione all’evento artistico, un ancora iniziale ma già palpabile (e in alcuni casi già assai eloquente) sgomento, inquietudine, amara consapevolezza dell’ora e del frangente storico. Volti profondi, intensi, di vera e reale nobiltà. Esprimenti l’uomo tedesco nella sua più significativa umanità anche fenomenica. Non si riesce a concepire l’idea che questi uomini (e queste donne) possano essere filohitleriani, fervidi aderenti all’ideologia di violenza e di morte che viene loro imposta, demoniacamente convinti della necessità di annientare chi e ciò che non è tedesco, di sterminare popoli di stirpe e cultura non tedesca, di ridurre il mondo ad un cumulo di macerie, ad un deserto. Nei loro occhi chiari, onesti e preoccupati – vogliamo crederlo – vive l’immagine più autentica ed elevata dell’anima e dello spirito della Germania. Quella di Bach, di Lessing, di Goethe, di Schiller, di Kant, di Beethoven, di Heine, di Thomas Mann, senza i quali l’intera umanità sarebbe spaventosamente più povera e più arida.
Parlando con un collega d’ufficio ricordavo il mio viaggio a Munster nel novembre 1993 per l’Ernst Meister Kolloquium, invitata a partecipare da Else Meister, la vedova del poeta su cui stavo scrivendo la mia tesi di laurea. Furono giorni bellissimi, in cui ebbi l’opportunità di conoscere anche uno dei figli di Meister, Reinhard, e persone che avevano conosciuto il poeta. E per caso ora ho trovato questa bella pagina!
Purtroppo la mia tesi e le mie traduzioni finirono in mani sbagliate, e le mie traduzioni furono poi pubblicate da altri, seppur con qualche modifica, senza che io ne sapessi nulla, e per di più a spese dell’Ateneo, come seppi in seguito. Scrissi poi anche ad una casa editrice italiana (Donzelli) che aveva pubblicato una raccolta di poesie con traduzioni molto simili alle mie, il cui traduttore e curatore era amico della persona che mi aveva letteralmente scippato le mie traduzioni, ma non ricevetti mai risposta.
In ogni caso grazie di avermi fatto ripensare a Ernst Meister e alla sua poesia, se ha un po’ di tempo libero (ormai cosa rara per molti di noi) mi contatti, sarà un piacere poter parlare di Meister.
cara Paolo Palestro,
purtroppo fatti come quello da lei denunciato sono moneta corrente tra i letterati, le hanno scippato le traduzioni di Meister, E allora ci faccia una cortesia: prepari per l’Ombra una scelta delle traduzioni del poeta tedesco con una sua presentazione che la pubblichiamo subito.
Arrivederci.
Esco ora dall’ufficio, giornata pedante, e trovo il Suo messaggio. Mille grazie, mi metterò all’opera e vi invierò traduzioni e presentazione al più presto.
Cordialissimi saluti.
Paola Palestro
Bello