CORRISPONDENZA IN VERSI TRA ALFREDO DE PALCHI e ANTONELLA ZAGAROLI (fine 2010 e gennaio 2011) – Inediti Parte II. Con nota in calce di Giorgio Patrizi

grattacieli-di-vetro-riflettenti-manhattan-new-york.

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 Riceviamo e pubblichiamo questa inedita corrispondenza in versi tra due poeti risalente a un periodo antecedente il loro incontro. È un dialogo tra «ciechi», li divide l’Atlantico e li unisce il sottile filo di un discorso seduttivo-indagatorio. La «forma-poesia» diventa il luogo della erotesis, una forma retorica che introduce una recitazione,una finzione se vogliamo, un dire indiretto che procede a zig zag, non per la via più breve ma per quella più adiacente e tangente alla «cosa» di cui qui si discetta; è una tenzone, una scherma, o meglio, il luogo di una scherma, il luogo delle abilità nel maneggiamento del fioretto, con improvvisi assalti e repentini arretramenti. E la «forma-poesia» diventa il regolo, anzi, l’unico regolo entro il quale l’arte della scherma può brillare. (g.l.)

grattacieli-new-york

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Antonella Zagaroli è presente nella critica e in diverse antologie di poesia contemporanea italiane, francesi, inglesi, americane. Ha pubblicato La maschera della Gioconda, Terre d’anima, La volpe blu, Serrata a ventaglio, il romanzo in versi Venere Minima, un’antologia tratta da alcune sue opere tradotta in inglese Mindskin A selection of poems 1985-2010 – Chelsea Editions New York, 2011; due testi teatrali rappresentati Il Re dei danzatori, Come filigrana scompostaracconto d’amore tango e poesia e in collaborazione con fotografi e pittori le raccolte La nostra Jera, Trasparenze in vista di forma e le Istallazioni poetiche in mostra da Settembre-Dicembre 2012 a Pienza. Alcune sue opere sono presenti nelle biblioteche di Londra, Budapest, Dublino e nelle università americane di Yale, Standford, Columbia, Stony Brook. Come traduttrice ha finora pubblicato alcune poesie da Suicide Point dell’indiano Kureepuzha Sreekumar (rivista Hebenon aprile-novembre 2010e la plaquette One Columbus leap, Il balzo di Colombo della poetessa irlandese Anamaria Crowe Serrano (2012), Hosanna- Osanna raccolta di epigrammi di Louis Bourgeois, poeta e scrittore statunitense. Specializzata in Poetry Therapy (USA), dal 1995 scrive articoli e testi specialistici sul senso psicologico dell’arte.

Grattacieli di New York

Grattacieli di New York

New York bank-of-america-tower

New York bank-of-america-tower

«L’originalità e l’indipendenza in campo poetico di Alfredo de Palchi (nato nel 1926) sono da tempo accertate. Come poeta italiano che vive negli Stati Uniti da più di cinquanta anni, che continua a scrivere esclusivamente in italiano, e le cui opere sono state in buona parte tradotte in inglese, de Palchi emerge per i suoi tersi e tesi versi svolti con sintattica audacia, per i salti semantici (ciò che richiama il concetto di Josif Brodskij di poesia che “accelera il pensiero”), e per l’auto-analisi mai sentimentale, con tonalità che vanno dal sarcasmo alla glorificazione dell’Eros. Gli argomenti poetici l’autore li trae dalla propria esperienza, e ciò vale in particolare per la produzione giovanile, che evoca il ragazzo povero e orfano del padre, le sofferenze patite durante la seconda guerra mondiale e l’ingiusta carcerazione subita nel dopoguerra. Negli anni successivi, de Palchi lascia alle spalle le sofferenze del tempo di guerra, e volge invece lo sguardo al rapporto uomo-donna, esaltando il piacere sessuale. Si interessa anche alla scienza, in particolare alla biologia e alla geologia. Il modo preciso e nel contempo idiosincratico con cui il poeta introduce la scienza nella sua visione tragica del comportamento dell’uomo e in genere della condizione umana, già da solo lo distingue da altri poeti europei e americani suoi contemporanei. La produzione recente mette in scena la lotta del poeta con una figura che sembra rappresentare la morte. Una ricca scelta dell’opera poetica di Alfredo de Palchi con testo a fronte si trova in: ParadigmNew and Selected Poems 1947-2009 (Chelsea Editions, 2013). I lettori italiani possono consultare Paradigma: tutte le poesie 1947-2005 (Mimesis / Hebenon, 2006) e Foemina Tellus (Joker, 2010). Si veda anche la raccolta di saggi Una vita scommessa in poesia: Omaggio ad Alfredo de Palchi (edita da Luigi Fontanella, Gradiva Publications, 2011)». (John Taylor)

Alfredo De Palchi

Vuoi calma nella testa
e ti appaghi tramutando i frantumi
della bussola
in clessidra fuori vetro
che non conti il tempo del navigare
intorno alla marea

di notte ti leghi al collo
la solitudine e la paura
una catenella d’oro di salvataggio
per obliarti––non puoi
obliarti sotto un lenzuolo di seta.

notte 24 settembre 2010

Antonella Zagaroli Alfredo de Palchi, Venezia 2011

Antonella Zagaroli Alfredo de Palchi, Venezia 2011

Antonella Zagaroli

Ingoiata dalla tua sete
mi aggiro fra nervosi sussulti

giorno e notte. Capovolti
succhiamo forte l’attesa che evapora nell’affanno
verso il piacere della mente

allattiamo il nostro sonno solitario
dentro lenzuola di candido lino

mattina 25 settembre 2010

 

 

Alfredo De Palchi

Mammelle di lingue a riempire la bocca
il latte del cuore che pompa veloce
sotto la costola migliore

uncinato ai tuoi fianchi che fanno onde
non calo nel vuoto
estraggo emotive ricchezze di minerali
da ossee colline e valli
dalla schiena ai piedi
l’abbraccio delle cosce preme
alla mia gola
goccia per goccia. . .

mattina 25 settembre 2010

Andy Warhol

Andy Warhol

 

 

Antonella Zagaroli

Dove sono nelle foto appena arrivate?
Quale tempo è il mio?
Rimarrò gravida vedova bianca?

ore 12.15 25 settembre 2010

 

 

 

 

Alfredo De Palchi

Sei nella foto-pupilla
e nasci centimetro per centimetro

anni di attese
fino a questi giorni di misure

aspetto che il tempo si accomodi
sereno nella tua mente
io accolto
con spirito felice a seccare
fra l’erba del fosso
lungo l’asfalto che entra a Roma.

pomeriggio 25 settembre 2010

andy warhols jackie kennedy 1964

andy warhols jackie kennedy 1964

 

Antonella Zagaroli

Consola la minuscola allodola
vergine senza nome
a volte rondine e “nigger”
resa chiara da una mente senza piedi

ore 12.40 25 settembre 2010

 

 

 

 

Alfredo De Palchi

Non ha senso
consolare una rondine

come minuscola allodola
voli nei tuoi spazi
arrivi alle città diroccate
e nel tragitto ti accorgi che
helas, la chair est triste.

pomeriggio 25 settembre 2010

 

Antonella Zagaroli (poesia in forma di grattacielo)

Vorrei toccare con una piuma
i polpastrelli di te bruno neonato
vorrei vedere i sorrisi senza perché
del bimbo che scopre gli occhi al mondo
vorrei lasciarti sfamare ai miei capezzoli senza latte
accarezzarti con gli occhi mentre ti addormenti al mio seno
io stessa addormentata risvegliarmi con l’uomo che morde i miei fianchi
lustra con le labbra con la saliva il centro rotondo del mio cerchio più grande
Vorrei ascoltare l’urlo del tuo piacere scendere a cascata nella mia ormai rada amazzonia
seguirti erinni nei boati del ciclone maturato sulle lacerazioni generate dai giochi di fogne umane
Vorrei lasciarmi affogare dalle tue lacrime lava di un iceberg apocalittico lungo il cui sentiero hai percorso ogni metro di vita

Vorrei che il mio sogno di te si avverasse così nella laguna che ci accoglierà nascondendoci al senno d’ogni
ragione
io appartato smeraldo brillerò nella nobile eleganza, veste di un timido adombrato adolescente. Tu riderai
spavaldo fra gli sguardi attoniti di chi ci vedrà insieme, berrai alla loro salute alla loro inadeguatezza
diventeremo maghi nella limpida sorgente del nostro flusso-parola, fiumana di sensi
godremo il centro le periferie più torbide e pericolose dei nostri corpi nella storia
ancora vivida, scalciando il nero accompagnatore della solitudine amata
desiderata e fatta fuggire, sconfiggeremo il sapere insegnato dalla paura
riacciuffato dalle ossa della morte un attimo prima lo facesse suo
Corrisposto amore che non osiamo pensare dolore
Amore meraviglia che aspetto completo
fra le mie braccia di madre senza parto.

27 settembre 2010

andy warhol campbell-tomato soup parmesan cheese-chilli

andy warhol campbell-tomato soup parmesan cheese-chilli

Alfredo De Palchi

Tra una cosa e l’altra
una pausa,
lettura dei tuoi versi con pensieri
di seni
latte dell’adolescenza

lenisce le ferite sulla carne
dolcemente i terrori dei vent’anni,
fianchi da scalare per sciogliere a morsi

campbell tomato soup

campbell tomato soup

il ghiacciaio dal profondo
grande cerchio
spirale che ti svuoto

di sangue prezioso delle fiammate

sii madre incestuosa
risalimi dal tuo ventre
di madre senza parto.

27 settembre 2010

 

 

 

 

Antonella Zagaroli

Come ostrica unica, semiaperta
e ancora invisibile
si dilata la foresta primordiale.

La sua ombra è ogni fuoco e
faggio abete acero in germoglio
in foglie verdi gialle marroni rosse
seme bocciolo frutto senza tempo

Sarà ninfa contadina
sgualdrina e santa in estasi
scalpitando in lontananza

lascerà cadere la rugiada dell’ aurora

29 settembre 2010

Alfredo De Palchi

Ti creo viva nel mio sangue
per essere
te e con te––
così forte è l’amato per l’amata.

29 settembre 2010

campbell's soup cans andy warhol

campbell’s soup cans andy warhol

 

 

 

 

 

Antonella Zagaroli

Mi manca la tua arte
rondine urlante primavere in cecità

dentro i pori nelle pupille fra gli odori
volerà con te la forma che mi compone?

Tremo se t’immagino
arrestata sulla soglia
che impreziosisce al vento gli arcobaleni.

3 ottobre 2010

Antonella Zagaroli

Lontano lontanissimo specchio convesso

Torna a riempirmi il sogno quotidiano!

3 novembre 2010

Andy Warhol_Marilyn 1967 serigrafia su carta pezzo unico fuori edzione cm91x91

Andy Warhol_Marilyn 1967 serigrafia su carta pezzo unico fuori edzione cm91x91

Alfredo De Palchi

La vita lascia la specie
e ogni istante
di lucentezza che la talpa
inganna nel sottosuolo affumicato
di novembre con la zolla di vermi

la vita chiama la mandria
con occhi accecati
perché c’è lamento
di talpe e di vermi.

15 novembre 2010

 

 

Antonella Zagaroli

Vermi e semi in letargo
sono i custodi del verde futuro

Novembre
è sveglia d’acqua per le radici al poco sole

umile mese si spoglia in continuità

con mani di scultore porta le forme all’essenza
da architetto zen ridisegna il paesaggio
per nuove vite

16 novembre 2010

Alfredo De Palchi

Da una esistenza
ridisegno il paesaggio della vita
oramai priva di primarie
ombre––
il fosso cessa di scorrere
il muro di fango di mattone di pietra
cede uno dopo l’altro

la polluzione emerge da sotto il fosso
impollina deserto sopra deserto
con tempeste di sabbie,
il velo vibra di silenzio
e scende sulla luce scesa
all’orizzonte che si inabissa nel vuoto.

Notte del 16 novembre 2010

warhol_marilyn

warhol_marilyn

 

Antonella Zagaroli

Da giorni vivo segregata
e solo io l’ho deciso

Il corpo vuole solo nessuno

Nessuno è lo spazio d’altri
altro nessuno è la mia vita

 

20 novembre 2010

 

 

Alfredo De Palchi

Segregare madonne
è nascondere le “mie donne”
entro muri
della dimora violenta
in terrore d’uno sguardo
d’una caviglia in vista,
eppure le “mie donne” segregate
hanno l’utero eretto nella pupilla.

24 novembre 2010

 

Antonella Zagaroli

Non esistono madonne. . .

ogni donna è selvaggia
riempie il mondo di cadaveri e neonati
fra feci e liquidi nauseabondi

. . .perché tutto nasce da sangue e sperma

 

notte 23 novembre 2010

*

Ecco un Italian cameo of gold
oro battuto da maestri del Rinascimento
gioielli non industriali
spilla, anello, bracciale orecchini dell’ottocento
non identici
con frammenti di mosaici romani
soprattutto collana ad infinite volute
con pietre preziose e naturali.

25 novembre 2010

 

Andy-Warhol-painting

Andy-Warhol-painting

Antonella Zagaroli

Depalchiana

Magma arruffato
rovinoso su pareti ampliate
per morbidezza––si nasconde
nei fossi nei cespugli di spini e more
non è pudore o timidezza è collera
quel flusso che lacera spianate di verde

2 dicembre 2010
Omaggio in vista del compleanno

 

 

Alfredo De Palchi

. . . tu
componi amore per amore
. . . io
appena sto sveglio
estraggo senso
dalla tua vita serrata
apertamente nel recinto d’un albore dell’inverno

al pomeriggio calo al tramonto
a gola secca tra i binari.

9 dicembre 2010

Antonella Zagaroli

. . . un amore lentamente
virtuoso
sinuoso

ripara ogni piega di corpo e mente
s’innalza a fiamma senza controllo

8 dicembre 2010

Madonna_ft__Andy_Warhol_by_Coralulu

Madonna ft Andy Warhol by Coralulu

Alfredo De Palchi

Il carcere dell’esistenza
è vita che produce reticolati
muraglie e il peggio di che pensi
ma d’istinto ti profano
e ti relego alla tavola dove
la stabilità è invenzione accidentale
della mia parte femminile
di tette sgonfie e secche di sangue
le cosce

mai avrò la tua gonna inventiva
gli audaci colori della tua mente
sulla fronte, sono
soltanto un termine di uomo.

3 gennaio 2011

*
Vecchio leone
nascondo la faccia nelle piccole mammelle
e addentro il ventre

mi concentro sulla furia
concentrica
dei campi elisi

. . . da solo.

Notte 9 gennaio 2011

Antonella Zagaroli

Nell’oceano eliso scoprirai
onde erbe a muraglie che si frantumano

Tu, corallo rosa lo attraverserai
con occhi senza riflessi di paura

11 gennaio 2011

nota di Giorgio Patrizi

Inusuale incontro di scritture. Inconsueto dialogo tra voci poetanti, inizialmente distanti, sconosciute l’un l’altra, talora quasi consonanti su cadenze reciprocamente ostili. Ma poi via via accostate, vicine, riconosciute nell’alterità, identificate nel proprio diverso dato, eppure pronte per una dialettica di conoscenza e di desiderio. L’elemento più originale di questa raccolta di poesie a due firme, dove s’incontrano le istanze espressive di due poeti diversi per cultura, radici, esperienze e quindi linguaggi, immaginazioni, temperamenti creativi, non è tanto il trasporto emotivo e conoscitivo che porta i due soggetti poetanti a incontrarsi e confrontarsi nell’istanza della ricognizione dell’universo che li circonda; di cui entrambi cercano chiavi di interpretazione via via più precise, che assicurino il dominio della realtà penetrandone gli strati contingenti per giungere al nocciolo del senso e dell’origine. Non è nemmeno il racconto plurivoco di un eros che va formandosi e acquisendo complessità, forza, voracità, fantasia, scoprendo le proprie inesauste risorse di piacere del testo, corporeo e verbale assieme. Ma è soprattutto l’intrigante avventura di un linguaggio poetico che si forma, via via si perfeziona e si fa complesso e si assesta e poi ancora rifrange, si sfalda, ora si arrochisce ora si fa più dolce.

  1. L’esperienza che De Palchi e Zagaroli (come chiamare i due poeti, uomo e donna, evitando i fragili luoghi comuni del citare i nomi al femminile, proprio quando si afferma un processo di omogenizzazione tra le due identità sempre più stringente?) raccontano con il proprio dialogo in versi è quella di un lavoro di ricerca e sperimentazione di un linguaggio poetico capace di porsi come ponte tra i due soggetti. Ed è una costruzione di coinvolgente drammaticità e dinamismo, che inizia con le tonalità diverse di battute scambiate quasi a partire da due sponde ben diverse e lontane.

    Proviamo a seguire alcune battute di questo scambio.
    a): “Mi appartiene lo spazio/ del triangolo/ in piedi o sdraiato/ occupo la stessa misura/ le tracce del corpo/ espongono gabbie di filo spianato/ piedi diretti ai due angoli/ testa slanciata alla punta…”; b) “Città piene d’inumani/ logorano/ il mio corpo sfiancato/ nella non menzogna/ a chi ha rotto catene e pregiudizi/ solleticando la voglia nuda/ di sconvenienza/ offrono asilo e conforto…”.
    E ancora: a): “Ti chiudo la testa di conchiglia/ fra le mani salubri /fra le costole/ il vento dell’Atlantico ti apre la bocca/ sulla mia che respira con il tuo fiato/ sul fiore della creazione/ che ti plasma il ventre”.
    b): “Stamattina ho attraversato l’oceano/ due volte sul computer/ due volte con la voce/ agli uccelli sulla piazza/ ho sussurrato di svegliarti presto/ per cantare insieme alla voce registrata”.

    E’ evidente negli esempi come il registro dello scambio dialettico si attivi attraverso due codici distinti, il primo (a) improntato ad una quasi surrealistica visione della dimensione corporea, al tempo stesso spazio materiale e geometria metafisica: visione che rintraccia percorsi di sensi e, più nascostamente, di modalità esistenziali. Il secondo (b), scansione di una poesia che mette in scena il confronto/scontro con una realtà visionaria da cui si percepisce, antagonisticamente, il segreto di verità e di negazione. Ora nella “conversazione” -talora più tesa e drammatica, talora addolcita da una sensualità più pacata- i due diversi registri via via si avvicinano, come permeandosi l’un l’altro, come cercando una modalità di convergenza, di sutura, di sovrapposizione. E’ questa la forza del dialogo, del suo peculiare erotismo: condurre la parola poetica ad “uscire da sé”, a confrontarsi con l’alterità, rintracciando le diverse identità nell’oscillazione della dialettica che illumina e oscura, enfatizza ed occulta. In questo ritmo, le parole dei due poeti acquistano una straordinaria suggestione. E’ un modo di pensare il rapporto tra due voci poetanti che, se da un lato spezza la tradizione della poesia lirica come espressione a-dialogica di un soggetto che si afferma nella sua chiusa originalità, dall’altro offre un felicissimo esempio di movimento di un linguaggio poetico capace di accogliere istanze diverse e intrecciarle. E questo, potrei dire, è un grande esempio di erotismo della poesia: non solo le immagini che rimandano ad un discorso gioioso di corpi, di visioni e di piacere, ma anche –soprattutto- l’idea di un testo che “si riempie” di esterno, di ciò che è dietro ed intorno a esso, di passato e presente, di reale e immaginario, di concreto e sognato.

2 commenti

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2 risposte a “CORRISPONDENZA IN VERSI TRA ALFREDO DE PALCHI e ANTONELLA ZAGAROLI (fine 2010 e gennaio 2011) – Inediti Parte II. Con nota in calce di Giorgio Patrizi

  1. antonella zagaroli

    Allego qui uno studio di Giorgio Patrizi sul duetto fra me e Alfredo:

    Sensualità del corrispondere
    di Giorgio Patrizi

    Inusuale incontro di scritture. Inconsueto dialogo tra voci poetanti, inizialmente distanti, sconosciute l’un l’altra, talora quasi consonanti su cadenze reciprocamente ostili. Ma poi via via accostate, vicine, riconosciute nell’alterità, identificate nel proprio diverso dato, eppure pronte per una dialettica di conoscenza e di desiderio. L’elemento più originale di questa raccolta di poesie a due firme, dove s’incontrano le istanze espressive di due poeti diversi per cultura, radici, esperienze e quindi linguaggi, immaginazioni, temperamenti creativi, non è tanto il trasporto emotivo e conoscitivo che porta i due soggetti poetanti a incontrarsi e confrontarsi nell’istanza della ricognizione dell’universo che li circonda; di cui entrambi cercano chiavi di interpretazione via via più precise, che assicurino il dominio della realtà penetrandone gli strati contingenti per giungere al nocciolo del senso e dell’origine. Non è nemmeno il racconto plurivoco di un eros che va formandosi e acquisendo complessità, forza, voracità, fantasia, scoprendo le proprie inesauste risorse di piacere del testo, corporeo e verbale assieme. Ma è soprattutto l’intrigante avventura di un linguaggio poetico che si forma, via via si perfeziona e si fa complesso e si assesta e poi ancora rifrange, si sfalda, ora si arrochisce ora si fa più dolce.
    L’esperienza che De Palchi e Zagaroli (come chiamare i due poeti, uomo e donna, evitando i fragili luoghi comuni del citare i nomi al femminile, proprio quando si afferma un processo di omogenizzazione tra le due identità sempre più stringente?) raccontano con il proprio dialogo in versi è quella di un lavoro di ricerca e sperimentazione di un linguaggio poetico capace di porsi come ponte tra i due soggetti. Ed è una costruzione di coinvolgente drammaticità e dinamismo, che inizia con le tonalità diverse di battute scambiate quasi a partire da due sponde ben diverse e lontane.

    Proviamo a seguire alcune battute di questo scambio.
    a): “Mi appartiene lo spazio/ del triangolo/ in piedi o sdraiato/ occupo la stessa misura/ le tracce del corpo/ espongono gabbie di filo spianato/ piedi diretti ai due angoli/ testa slanciata alla punta…”; b) “Città piene d’inumani/ logorano/ il mio corpo sfiancato/ nella non menzogna/ a chi ha rotto catene e pregiudizi/ solleticando la voglia nuda/ di sconvenienza/ offrono asilo e conforto…”.
    E ancora: a): “Ti chiudo la testa di conchiglia/ fra le mani salubri /fra le costole/ il vento dell’Atlantico ti apre la bocca/ sulla mia che respira con il tuo fiato/ sul fiore della creazione/ che ti plasma il ventre”.
    b): “Stamattina ho attraversato l’oceano/ due volte sul computer/ due volte con la voce/ agli uccelli sulla piazza/ ho sussurrato di svegliarti presto/ per cantare insieme alla voce registrata”.

    E’ evidente negli esempi come il registro dello scambio dialettico si attivi attraverso due codici distinti, il primo (a) improntato ad una quasi surrealistica visione della dimensione corporea, al tempo stesso spazio materiale e geometria metafisica: visione che rintraccia percorsi di sensi e, più nascostamente, di modalità esistenziali. Il secondo (b), scansione di una poesia che mette in scena il confronto/scontro con una realtà visionaria da cui si percepisce, antagonisticamente, il segreto di verità e di negazione. Ora nella “conversazione” -talora più tesa e drammatica, talora addolcita da una sensualità più pacata- i due diversi registri via via si avvicinano, come permeandosi l’un l’altro, come cercando una modalità di convergenza, di sutura, di sovrapposizione. E’ questa la forza del dialogo, del suo peculiare erotismo: condurre la parola poetica ad “uscire da sé”, a confrontarsi con l’alterità, rintracciando le diverse identità nell’oscillazione della dialettica che illumina e oscura, enfatizza ed occulta. In questo ritmo, le parole dei due poeti acquistano una straordinaria suggestione. E’ un modo di pensare il rapporto tra due voci poetanti che, se da un lato spezza la tradizione della poesia lirica come espressione a-dialogica di un soggetto che si afferma nella sua chiusa originalità, dall’altro offre un felicissimo esempio di movimento di un linguaggio poetico capace di accogliere istanze diverse e intrecciarle. E questo, potrei dire, è un grande esempio di erotismo della poesia: non solo le immagini che rimandano ad un discorso gioioso di corpi, di visioni e di piacere, ma anche –soprattutto- l’idea di un testo che “si riempie” di esterno, di ciò che è dietro ed intorno a esso, di passato e presente, di reale e immaginario, di concreto e sognato.

  2. Ricevo e trascrivo questo giudizio di Adam Vaccaro giunto alla mia e.mail:

    Una straordinaria esperienza di poesia – in parte già circolata e in rete e meritoriamente riproposta da Linguaglossa – che consiglio a tutti gli appassionati di fare e rifare, ne trarranno semi di energia creativa e di moti vitali.
    A.V.

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