Riceviamo e pubblichiamo questa inedita corrispondenza in versi tra due poeti risalente a un periodo antecedente il loro incontro personale. È un dialogo tra «ciechi», li divide l’Atlantico e li unisce il sottile filo di un discorso seduttivo-indagatorio. La «forma-poesia» diventa il luogo della erotesis, una forma retorica che introduce una recitazione,una finzione se vogliamo, un dire indiretto che procede a zig zag, non per la via più breve ma per quella più adiacente e tangente alla «cosa» di cui qui si discetta; è una tenzone, una scherma, o meglio, il luogo di una scherma, il luogo delle abilità nel maneggiamento del fioretto, con improvvisi assalti e repentini arretramenti. E la «forma-poesia» diventa il regolo, anzi, l’unico regolo entro il quale l’arte della scherma può brillare. (Giorgio Linguaglossa)
Antonella Zagaroli è presente nella critica e in diverse antologie di poesia contemporanea italiane, francesi, inglesi, americane. Ha pubblicato La maschera della Gioconda, Terre d’anima, La volpe blu, Serrata a ventaglio, il romanzo in versi Venere Minima, un’antologia tratta da alcune sue opere tradotta in inglese Mindskin A selection of poems 1985-2010 – Chelsea Editions New York, 2011; due testi teatrali rappresentati Il Re dei danzatori, Come filigrana scomposta – racconto d’amore tango e poesia e in collaborazione con fotografi e pittori le raccolte La nostra Jera, Trasparenze in vista di forma e le Istallazioni poetiche in mostra da Settembre-Dicembre 2012 a Pienza. Alcune sue opere sono presenti nelle biblioteche di Londra, Budapest, Dublino e nelle università americane di Yale, Standford, Columbia, Stony Brook. Come traduttrice ha pubblicato alcune poesie da Suicide Point dell’indiano Kureepuzha Sreekumar (rivista Hebenon aprile-novembre 2010) e la plaquette One Columbus leap, Il balzo di Colombo della poetessa irlandese Anamaria Crowe Serrano (2012), Hosanna- Osanna raccolta di epigrammi di Louis Bourgeois, poeta e scrittore statunitense. Specializzata in Poetry Therapy (USA), dal 1995 scrive articoli e testi specialistici sul senso psicologico dell’arte.
«L’originalità e l’indipendenza in campo poetico di Alfredo de Palchi (nato nel 1926) sono da tempo accertate. Come poeta italiano che vive negli Stati Uniti da più di cinquanta anni, che continua a scrivere esclusivamente in italiano, e le cui opere sono state in buona parte tradotte in inglese, de Palchi emerge per i suoi tersi e tesi versi svolti con sintattica audacia, per i salti semantici (ciò che richiama il concetto di Josif Brodskij di poesia che “accelera il pensiero”), e per l’auto-analisi mai sentimentale, con tonalità che vanno dal sarcasmo alla glorificazione dell’Eros. Gli argomenti poetici l’autore li trae dalla propria esperienza, e ciò vale in particolare per la produzione giovanile, che evoca il ragazzo povero e orfano del padre, le sofferenze patite durante la seconda guerra mondiale e l’ingiusta carcerazione subita nel dopoguerra. Negli anni successivi, de Palchi lascia alle spalle le sofferenze del tempo di guerra, e volge invece lo sguardo al rapporto uomo-donna, esaltando il piacere sessuale. Si interessa anche alla scienza, in particolare alla biologia e alla geologia. Il modo preciso e nel contempo idiosincratico con cui il poeta introduce la scienza nella sua visione tragica del comportamento dell’uomo e in genere della condizione umana, già da solo lo distingue da altri poeti europei e americani suoi contemporanei. La produzione recente mette in scena la lotta del poeta con una figura che sembra rappresentare la morte. Una ricca scelta dell’opera poetica di Alfredo de Palchi con testo a fronte si trova in: Paradigm: New and Selected Poems 1947-2009 (Chelsea Editions, 2013). I lettori italiani possono consultare Paradigma: tutte le poesie 1947-2005 (Mimesis / Hebenon, 2006) e Foemina Tellus (Joker, 2010). Si veda anche la raccolta di saggi Una vita scommessa in poesia: Omaggio ad Alfredo de Palchi (edita da Luigi Fontanella, Gradiva Publications, 2011)». (John Taylor)
Alfredo De Palchi
Formi nella mente il paesaggio
vibrante di promesse e viaggi
per restaurare diaspore
e rovine
e ti svesti il grembo
per svestire a confronto la morte
che riappaia viva nel salino
fra i tuoi fianchi
con pienezza di sementi in cerchi
se dentro quel paesaggio d’acquitrino
getto un sasso.
26 luglio 2010
*
Mi appartiene lo spazio
del triangolo
in piedi o sdraiato
occupo la stessa misura––
le tracce del corpo
espongono gabbie di filo spinato
piedi diretti ai due angoli
testa slanciata alla punta
la mente completa la perfezione
piramidale del tuo universo.
6 agosto 2010
Antonella Zagaroli
Città piene d’inumani
logorano
il mio corpo sfiancato
nella non menzogna,
a chi ha rotto catene e pregiudizi
solleticando la voglia nuda
di sconvenienza
offrono asilo e conforto
10 settembre 2010
*
Salgo e scendo
mi trasformo in bocciolo e ape
solare luna di vocabolifantasia
in continua rivoluzione
tu fai vibrare il centro
le sinapsi nelle curve degli anelli.
10 settembre 2010
Alfredo De Palchi
Sono quel fiume––
dal turbolento profondo di pietre
simulo gorghi placidi alla superficie
l’acqua
delle tue costole tributarie
mi accelera da monti e pendii
pietre rotolano si lisciano in sassi
la tua acqua
è l’estuario della mia acqua
già con sale
sangue e tritume
dell’infinito oceano che diventi.
25 agosto 2010
Antonella Zagaroli
Bevo un olio speziato
dentro le tue parole fiume
alleviata nelle mie cicatrici
mi lascio andare all’immaginario
che ti rende a me vicino.
10 settembre 2010
Alfredo De Palchi
Ti allevio il graffio
della nascita
affossandomi tra i perni
del tuo tronco arboreo
con fogliame frutti e fiori
per l’autunno
quando la bellezza si nasconde
per il mio palato migliore.
18 settembre 2010
Antonella Zagaroli
Ti lascio affondare
negli argini della mia ovalità
La tua voragine ha la stessa sostanza
dall’alba al tramonto
18 settembre 2010
Alfredo De Palchi
M’insegni ad avere labbra
con il sorriso delle tue
da un polo
all’altro––
ti frano l’interiore universo
a immagine di lago e pascolo
e tu con un semplice filo d’erba
curiosamente mi segui oltre il recinto. . .
18 settembre 2010
Antonella Zagaroli
Stamattina ho attraversato l’oceano
due volte sul computer
due volte con la voce
agli uccelli sulla piazza
ho sussurrato di svegliarti presto
per cantare insieme alla voce registrata
e sì. . . ho visto l’angolo della tua casa
mattina 21 settembre 2010
*
Seguimi
nella terra morbida e più dura
solcata da aratri infiammati
Vestale di me stessa
sono sorgente e delta in cammino
mi detergerò al tuo sguardo
sera 21 settembre 2010
Alfredo De Palchi
Sei nel mio ventre,
a poco a poco cresci in un sistema
senza piccoli e formidabili terrori
per fluire in laguna
dove ti seguo
sesso alla gola
lungo canali con palazzi e barche
sera 21 settembre 2010
*
Raggiungo i ginocchi e smetto
di lisciarti l’emozioni
mi limito a misurarti––
stai perfetta dentro
il mio corpo.
22 settembre 2010
Antonella Zagaroli
Tu io
perfetta parola
nel suo centro due corpi
non cercano senso metro peso tempo,
vagano
in una simmetria imperfetta
misura d’ogni emozione
24 settembre 2010
Alfredo De Palchi
Riprendo a salire dai ginocchi fluviali
allo zodiaco ignoto
e scendo l’altra parte
dell’ignoto, il dorso
e così circolare intorno più volte
circonferenza e longitudine
frusciando il pelo
dell’orsa maggiore
si raggruma sbranata la bocca
ai lembi della mappa siderale.
23 settembre 2010
Antonella Zagaroli
Scavare premere
allungare i muscoli, le parole scritte
pasto della nostra fame.
Lo intuisco nel sonno
nel mormorio dall’inguine
e giorno dopo giorno
mi vedo
nel mare della tua bocca
24 settembre 2010
Alfredo De Palchi
Sarai––
come già sei
per la sete e la fame di te agente
dei miei flussi
aperti ai tuoi
dalle mammelle al dorso
alle spezie del prato
per volare senza ali nella gabbia
della mia bocca
paradiso e inferno–questo
è il cielo del tuo volo mentale.
24 settembre 2010
Antonella Zagaroli
Offro la testa come gioiello
trofeo, vaso di porcellana
a un redivivo carezzevole Ugolino
a lui i miei occhi
per un altro guardare “foemina”
per rendere acqua i fianchi.
24 settembre 2010

Sept. 11, 2001, file photo, the twin towers of the World Trade Center burn behind the Empire State Building in New York. The twin towers stood as New York’s tallest from 1972 until the terrorist attacks of Sept. 11, 2001, when two planes crashed into the World Trade Center causing the twin 110-story towers to collapse, making the Empire State Building the tallest once again.
Alfredo De Palchi
Ti chiudo la testa di conchiglia
fra le mani salubri
fra le costole
il vento dell’Atlantico ti apre la bocca
sulla mia che respira con il tuo fiato
sul fiore della creazione
che ti plasma il ventre.
sera 24 settembre 2010
Antonella Zagaroli
Calma? Calma
in sospensione
verso te a bocca dischiusa
con saliva dolcesalata
nella soglia promessa atterra
la corrente
che risale il golfo dei tuoi passati approdi
mattina 25 settembre 2010
la bella Antonella Z. è bravina, e Alfredo è iperbolico.
Antonella Zagaroli ha il suo stile e la sua maestria, Alfredo De Palchi in queste poesie dà il meglio delle sue possibilità espressive. Complimenti ad entrambi gli attori di questa singolar tenzone. Il risultato complessivo è una moltiplicazione, non una sottrazione di valori