Replica di Lucio Decio a Germanico: Dimenticarti?
Come potrei dimenticarti
dopo aver condiviso il pane,
le donne ed il vino ed il dispiacere
per un imbroglio dell’imperatore,
lo sciagurato tempo dei fantasmi
che ancora inquietano le tristi notti
di lune incandescenti e piene,
di ululati e lamenti dall’inferno;
di quanti ne abbiamo ammazzati
e non sono stati ancora vendicati,
perché Cesare è ancora vivo
e ci rende schiavi di quel passato
ogni volta che la luna si fa piena.
Potrei vivere anch’io nella calma
sotto un sicomoro o al pascolo
tra i cani che badano al gregge
e leccano le mie ferite
che non si sono chiuse ancora.
Tu lo sai, caro amico,
quante cicatrici mi porto addosso,
come sigilli di battaglie
e di agguati nelle notti di luna
– è la stessa luna che non mi lascia
dormire – che s’illumina d’argento
e nel suo canto algido
mi scava nel profondo e mi domanda
il conto delle mie magagne.
Anche il canto degli uccelli suona in me
come una litania di soccorso
che non m’abbandona e ancor mi sospinge
verso un’inquietudine
di giorni senza compimento.
No, non ti dimentico compagno mio;
no, non posso, non voglio, non ci riesco:
se innamorarsi è proprio così facile,
dimenticarti è davvero difficile! Continua a leggere